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satira sulla giustizia   satira casta dei giudici   satira sulle ctu   satira potere costituzionale  satira riforma giustizia

Stranamente quando un piccolo deve ottenere giustizia contro qualcuno considerato un grande, giudici e ctu, professori universitari diventano incompetenti ed ignoranti.

E' proprio vero. E' la mafia dei CTU e dei Giudici, cui aggiungerei gli avvocati, a rendere merda la giustizia italiana. Denunciarli è lottare contro i mulini a vento. Aspettare che da una porta kafkiana si apri e venga alla luce la giustizia o proseguire il viaggio nell'inferno?

Per i giudici "sacerdotali" è meglio che muoia il "povero" il cristo, piuttosto che i farisei di cui si sono circondati.

Io suggerisco il ritorno alla legge arcaica, visto che lo stato di diritto è solo una farsa. Avere giustizia è giocare alla roulette russa. Un cancro metastatizzato si è impadronito di questo stato nello stato, più pericoloso della mafia.

Sono uno stato nello stato, chiuso, mafioso, che decide, con la complicità di CTU ed avvocati disonesti, il destino delle persone e dell'Italia, e non sono controllati che da se stessi, ed hanno un forte potere ricattatorio nei confronti d chi si oppone loro. Ed il CSM? Fa parte dello stesso stato, al di fuori dello stato italiano.

Ho fatto ricerche in internet riguardo la giustizia italiana in caso di certa malagiustizia. Risultato: il sistema giuridico italiano è fallato. Ed è logico: nessun giudice condanna un altro giudice.Troveranno mille cavilli, motivazioni e tanto altro, per archiviare, scoraggiare portare all'infinito.

Anche di fronte ad una CTU illogica e di parte chiuderanno gli occhi della mente, sono parte dello stesso clan. Che rimane da fare? Forse eludere lo stato civile e farsi giustizia da soli.

Per evitare quando appena affermato sarebbe necessario sottoporre a parte terza il giudizio sull'operato dei giudici e loro collaboratori.

Come scrive il GIP Giovanni Petillo è compito dell'autorità giudiziaria trovare la verità. Ma quale verità se negano anche le evidenze scientifiche? Quale verità se per loro le leggi sono degli incidenti da ignorare?

Ma vive in Italia, in questo paese di Sodoma e Gomorra un giudice onesto o bisogna invocare la mano che la metterà ferro e fuoco? 

E' ora di superare la legge Castelli e licenziare, condannare CTU, Giudici ed avvocati.

Se le famiglie, se il  mondo del lavoro funzionassero come funziona la giustizia l'Italia non esisterebbe piu.

INFORTUNIO DA MONOSSIDO DI CARBONIO

Indegno emettere la sentenza che da torto alla Lan. in nome del popolo e della repubblica italiana e ne avrete la certezza leggendo quanto segue. Il popolo dovrebbe insorgere e ( censura )

03\03\2014 Appena saputo da un medico del lavoro, del sindacato, che ha avuto a che fare con prof Moretto in altre cause, che quando i giudici vogliono chiudere un caso e far perdere, si rivolgono al famoso prof Angelo Moretto. Sarà vero? Comunque la certezza la si ha a queste pagine: giustizia

Ecco perché sia il penale archiviato dal GIP Masia, nonostante http://www.procura.milano.giustizia.it/files/procura-milano-direttiva-gas-2011.pdf ;

sia il giudizio di primo grado del giudice Monica Bertoncini,

sia l'appello giudice Antonio Matano corte appello sezione lavoro di Brescia nel quale il giudice ha rinunciato a fare il giudice ma ha delegato al prof Angelo Moretto le valutazioni delle testimonianze, chiaramente false, sono da respingere perché non giustizia, ma voluta malagiustizia.

IN SINTESI

1- E' provata una doppia disconnessione:

a- del tubo immissione metano dell'essiccatoio blu di marca Miele.

b- del tubo di scarico fumi dell'essiccatoio bianco o essiccatoio n.2 di marca Imesa. Matricola 1385.

2- E' provato che la sig. L.... il giorno 02\07\2007 ebbe un malore sul posto di lavoro e perse conoscenza.

3- E' provato che intervenne il medico Dr. Schiattareggia ( Direttore Sanitario della casa di riposo dove lavorava la sig. Lan) che, informato del distacco del tubo di scarico e dell'odore di metano (vedi allegato 15 del procedimento penale), le prestò le prime cure, le posizionò un saturimetro e le somministrò Ossigeno terapia per più di tre ore.

Si può desumere quindi che fece diagnosi di intossicazione da inalazione di gas.

4- E' provato che il Direttore Sanitario si astenne dal far intervenire uomini e mezzi del soccorso pubblico.

5- E' provato che Dr. Schiattareggia continuò la somministrazione di Ossigeno per 3 ore.

In evidente situazione di conflitto tra primo medico intervenuto su infortunato avente obbligo di denuncia\ referto INAIL, e conflitto di interesse in quanto anche Direttore Sanitario della casa di riposo C. S. ove è avvenuto l'infortunio, fu omessa di denuncia INAIL ed omessa certificazione di quanto effettuato alla sig. Lan.

6- E' provato, la Sig. B testimonia un precedente episodio di intossicazione da monossido della Lan non denunciato e risolto con ossigenoterapia da Dr. Schiattareggia.

Probabilmente sarebbe finita allo stesso modo se non fosse subentrata la sindrome post intervallare.

7- E' provato che quando dopo oltre 3 ore di provata somministrazione di Ossigeno terapia normobarico, recatasi con propri mezzi in Pronto Soccorso dell'Ospedale S. B. venne rilevata una positività alla carbossiemoglobina (HbCO) (ed effettuata denuncia INAIL) presenza che, per quanto relativamente bassa, è assai significativa sia se si considera che la Lan soffre di aritmie e prolasso mitralico (controllata annualmente ed in compenso ) sia

se si considerano le 3 ore di wash-out con la somministrazione di ossigenoterapia normobarica, che consentono di affermare con certezza che vi fu intossicazione da CO e che, secondo le curve di dimezzamento, il probabile valore di HbCO fosse ascrivibile entro i significativi livelli di 15-20%. Valori che avrebbero richiesto l'immediata somministrazione di O2 Iperbarico, presso apposito centro dotato di camere iperbariche (Zingonia)

8- E' provato anche, che dopo oltre 3 ore di Ossigenoterapia era ancora in ipossia tissutale, come dimostra l'emo-gasanalisi eseguita immediatamente dal Pronto Soccorso.

9 - E' provato che la Lan solo e successivamente dal 07\02\2007 soffre di un deficit psicofisico assolutamente compatibile con la sindrome post intervallare, caratteristica delle intossicazioni da CO e soprattutto di quelle non correttamente e precocemente trattate con O2 iperbarico.

La sindrome post intervallare è secondaria a intossicazioni da CO, per le più gravi anche se trattate correttamente, ma per tutte se correlate ad insufficienti trattamenti terapeutici: mancata effettuazione di tempestiva O2 terapia iperbarica, come avvenne con la sig. Lan.

Pertanto le 3,30 ore di ossigeno normobarico servirono a far decadere il valore di HbCO nel sangue a valori non più rilevanti per sottoporla ad immediata ossigeno terapia iperbarica.

Ma, se la Lan, fosse stata prontamente soccorsa e tempestivamente condotta al Pronto Soccorso anche al solo sospetto della intossicazione 3 ore prima, si sarebbero rilevati valori di HbCO certamente più significativi che avrebbero fatto decidere ai medici del pronto soccorso di inviarla a Zingonia per l'immediato trattamento iperbarico che avrebbe de-tossicato radicalmente il suo organismo e non solo a livello del sangue ma e soprattutto a livello intracellulare.

Con la persistente e prolungata alterazione correlata alla presenza del CO, specie in persona cardiopatica, determinando il deficit a tutta la catena respiratoria anche e soprattutto a livello intracellulare, specie per le cellule del Sistema Nervoso Centrale, bene si spiegano i deficit .... certificati alla sig. Lan, in relazione diretta ed esclusiva con l'intossicazione subita.

CARATTERISTICHE CHIMICHE DEI FUMI DI COMBUSTIONE ( schede di sicurezza delll’Istituto Superiore di Sanità)

La combustione ha bisogno del comburente (ossigeno contenuto nell’aria) e del combustibile (in questo caso il metano). La combustione cosiddetta “completa” del carbonio (C) e dell’idrogeno (H) contenuti nei combustibili produce rispettivamente anidride carbonica CO2 e vapore acqueo (H2O), con sviluppo di calore, mentre i fumi combusti vengono normalmente scaricati in atmosfera. Quando un gas combustibile viene bruciato in difetto di ossigeno, o comunque quando la combustione è incompleta, si genera monossido di carbonio (CO).

I dati sulle sostanze chimiche pericolose vengono sempre aggiornati e costituiscono la base per l’Inventario Nazionale delle Sostanze Chimiche.

Si ritiene utile riportare testualmente alcune note relative al CO ricavati dalle schede di sicurezza delll’Istituto Superiore di Sanità, relative all’Ossido di Carbonio, in sigla CO, e all’Anidride Carbonica, in sigla CO2.

Al punto 7.2.8 si legge come “Gli e ffetti tossici del CO sono legati al blocco dell’emoglobina del sangue con conseguente riduzione della capacità di quest’ultima a trasportare ossigeno.

(...) La concentrazione di carbossiemoglobina COHb nel sangue dipende sia dalla concentrazione del CO nella miscela inalata, sia dal tempo di esposizione e anche esposizioni prolungate a concentrazioni relativamente basse portano a tassi di COHb pericolosi.

(...) La presenza della COHb riduce la quantità di ossigeno trasportata ma non la pressione arteriosa. Questi due fattori spiegano perché soggetti intossicati che compiono un modesto lavoro muscolare (ad es. il tentativo di lasciare l’ambiente inquinato o aprire porte e finestre possono avere un collasso improvviso)”.

Al punto 7.3 si leggono gli eff e t t i connessi all’esposizione accidentale a seguito di incidenti rilevanti. Le concentrazioni dei gas vengono espresse in p.p.m. ovvero ‘parti di gas ogni milione di parti di aria’.

L’esposizione a CO:

- 200 ppm (0,003%) per 2-3 ore provoca mal di testa frontale (......);

- 1600 ppm (0,16%): per 20 minuti: mal di testa, vertigini e nausea; per 2 ore: collasso, perdita di conoscenza e possibile morte;

- 3200 ppm (0,32%): per 5-10 minuti: mal di testa, vertigini; per 30 minuti: perdita della conoscenza e pericolo di morte;

- 6400 ppm (0,64%): per 1-2 minuti: mal di testa, vertigini; per 10-15 minuti: perdita della conoscenza e pericolo di morte;

-12800 (1,28%) ppm: per 1-3 minuti: perdita della conoscenza e pericolo di morte.

La CO2 non ha invece effetti tossici sull’uomo, risultando pericolosa solo in elevatissime quantità (50%) per le quali si ha il pericolo dell’asfissia.

Nel caso oggetto della presente relazione le quantità ipotizzate sono dell’ordine di alcune unità percentuali.

E’ da tenere invece in considerazione l’effetto combinato di CO e CO2.

Si riportano le conclusioni di studi condotti su soggetti esposti simultaneamente a CO e ad altri prodotti della combustione.

Nella pubblicazione del luglio 1995 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità al punto 8.1.7.2 si legge come: “tali effetti sono stati dimostrati essere sinergici, per cui esposizioni simultanee a concentrazioni non letali di CO2 (1,7 a 17,3%) e a subletali di CO (2500 a 4000 ppm) causano la morte della cavia in pochi minuti.

Infatti il tasso di formazione di COHb era 1,5 volte maggiore in un’esposizione a CO e CO2 rispetto all’esposizione al solo CO” [Environmental Health Criteria for Carbon Monoxide, World Health Organization, Geneva, Svizzera luglio 1995.

La prova dei fumi allegata dimostra che la caldaia in questione funzionava al 50,2% , con una elevatissima produzione di monossido 218% che ha riversato nell'ambiente sicuramente per il tempo necessario a causare l'intossicazione e la conseguente sindrome post intervallare documentata.

Il valore di 218 % riportato nella prova dei fumi è frutto di tre misurazioni di combustione, effettuata addirittura dopo la pulizia dell'impianto.

LOGICA DELL'INFORTUNIO DA MONOSSIDO DI CARBONIO

(ISSN 1123-3117 Rapporti ISTISAN 04\23 dell´ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA)

" ( …) La diffusibilità del monossido di carbonio è notevolissima ( …) Bastano quindi piccole quantità di CO nell´aria inspirata per determinare la formazione di notevoli quantità di HBCO. ( …) Cessata l´esposizione al CO, la concentrazione di carbossiemoglobina nel sangue arterioso diminuisce con un andamento bifasico.

Si ha una prima fase di decremento esponenziale (fase di distribuzione) della durata di 20-30 minuti nella quale il CO passa dal sangue circolante a quello della milza ed ai tessuti, ed in parte viene eliminato a livello polmonare; ed una seconda fase di diminuzione più lenta, lineare (fase di diminuzione).

Generalmente ( ad aria ambiente) è necessario un tempo compreso tra le 2 e le 6,5 ore per eliminare il 50% del gas ed un periodo di 7-8 ore per raggiungere una eliminazione del 90%.

Il principale organo bersaglio dell'intossicazione da CO é il sistema nervoso centrale, con un danno le cui manifestazioni nel 30% dei casi circa non sono immediate, ma si sviluppano dopo un periodo di tempo molto variabile, producendo un quadro di sintomi definito " sindrome post-intervallare"

I sintomi più frequenti dell'intossicazione da CO sono cefalea, vertigini, nausea, vomito ai quali si possono associare, in stretta relazione con la gravità del quadro di intossicazione, confusione mentale, atassia, turbe visive, tachicardia e dispnea. "

 

SITUAZIONE CLINICA
 

E' essenziale un elevato livello di sospetto clinico per porre la diagnosi:

il quadro di intossicazione risulta spesso non diagnosticato correttamente. I livelli di COHB non correla infatti con la gravità dell'intossicazione causa il tempo trascorso tra l'esposizione e la successiva determinazione plasmatica potendosi realizzare l'evenienza in cui il danno tissutale prodotto é severo mentre la concentrazione plasmatica rilevata di CO non é elevata.

Nel sospetto o alla presenza della sintomatologia si deve procedere analizzando la situazione clinico( positività dei dati anamnestici relativi all’esposizione, presenza di sintomi e segni e positività del valore di carbossiemoglobina correttamente interpretato) ed ambientale ( presenza di fonti di produzione di monossido nei locali di lavoro).

Si procede nella valutazione di pre-esistenti cause aggravanti e confondenti.

La valutazione clinica della gravità può essere effettuata utilizzando le apposite tabelle elaborate dalla SOCIETA ITALIANA DI MEDICINA D'URGENZA (SIMEU ) e le più recenti della SOCIETA ITALIANA DI MEDICINA SUBACQUEA ED EIPERBARICA (SIMSI)  ed in base alle quali la sig. Lan era in classe di gravità 3 di una scala che va da 1 a 4.

Le cause aggravanti,

in questo caso, sono l´età, l´essere in attività, il prolasso mitralico e l´aritmia.

E non ne sono la causa, come suggerito dall'avvocato di controparte e dalla dottoressa Ostir ( medico INAIL e CTU del procedimento di primo grado) citando dr. Schiattareggia ed ignorando il libretto sanitario tenuto dal dr. Gatti Medico Competente, essendo, la sig. Lan, tenuta annualmente sotto controllo e in compenso.

Nel rapporto ISTISAN 04\23 dell´ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA, citando l´ultima monografia dell´OMS dedicata al CO e studi epidemiologici, viene evidenziato “che anche a basse

concentrazioni ambientali di CO di 1,2 ppm, suggerendo l´assenza di un livello soglia nei soggetti con precedente diagnosi di aritmia e o cardiopatie, si ha l´inibizione del citocromo a3 a livello mitocondriale che blocca la catena respiratoria a livello tissutale generando il danno identificato come sindrome post intervallare.”

La cui sintomatologia è alquanto variabile e comprende deficit mnesici o di concentrazione, disturbi motori, modificazioni della personalità, sindrome maniaco-depressiva…

Queste alterazioni, riconosciute alla Lan, possono non essere associate ad alterazioni dell’EEG e possono essere diagnosticate con un accurato esame neurologico e l’impiego di test psicometrici mirati, ( Protocollo SIMSI , SIMEU, ISTISAN).

Una TAC encefalo non è utile per fare diagnosi di intossicazione da CO, ma può essere impiegata per escludere altre condizioni.

Quando la diagnosi di intossicazione è stata fatta, dovrebbe essere eseguita un esame neurologico dettagliato ed un test neuropsicologico per documentare anomalie neurologiche e neuropsichiatriche.” ( Medicina subacquea ed iperbarica n.2 giugno 2007 pag.27)
 

Il che contraddice il secondo punto ( cosi come la presenza di una gliosi cerebrale alla RMN che è segnale di avvenuta ipossia) con il quale la dottoressa M.Bertoncini motiva il rigetto della domanda di risarcimento della Lan.oltretutto i successivi accertamenti strumentali sono ”risultati totalmente negativi” e di conseguenza non può ritenersi dimostrato un rapporto causale, esclusivo e diretto tra l'evento occorso alla Lan il 7\2\2007 ed i disturbi da cui la medesima è pacificamente affetta relazione ( C.T.U.)”

Aggravante, inoltre, la concomitante presenza di piu' gas: metano, anidride carbonica (CO2) e monossido(CO).

Le cause confondenti:

in questo caso, non sono collegate allo stato di salute, precedenti l´infortunio, della ricorrente, (come afferma invece Dr. Schiattareggia che l’avvocato di parte spaccia per medico curante e non lo è) come del resto escluse dalla stessa CTU dottoressa Ostir, da specialisti vari e dal medico competente Dr. Gatti, ma dalla volontà di nascondere l´accaduto.

Infatti:

- non è stata attivata la procedura di pronto soccorso aziendale.

A dimostrazione di quanto sopra, C S risponde all’INAIL, un mese dopo, e dopo aver sistemato e fatto i controlli che oltretutto dimostrano, vedi prova fumi, sostituzione guarnizione, che nulla era in regola.

- Dr. Arrigoni non si presenta neppure sul luogo dove è accaduto l’infortunio il giorno stesso dell’infortunio 07\02\2007, ma il giorno dopo 08\02\2007 chiedendo o concordando informazioni a

Dr. S. Schiattareggia direttore sanitario di C S, a P. B RSPP, a B M. collega di lavoro della Lan. presentata come unica testimone e non lo era (vedi documentazione INAIL) dell’infortunio e a dr. Gatti medico competente di C S.


- L'indagine ASL che ha portato alla archiviazione del procedimento penale, è viziata da conflitto di interessi ed incompleta:

- non è stato richiesto documento alcuno riguardo l’agibilità, la conformità…

- manca il verbale di rapporto del dr. Arrigoni ( ASL).

- La ricostruzione dei fatti, nella successione degli eventi, è falsificata, ed è molto grave, ed è mirata a dimostrare che, i soccorritori sono arrivati sul luogo dell’infortunio ed ivi sono rimasti sino a quando la sig. Lan è stata spostata in altro locale. Solo allora i cuochi avrebbero sistemato i tubi , motivo per cui:

- avrebbero valore le testimonianze di chi non potrebbe testimoniare l'avvenuto distacco del tubo o la presenza di odore di metano, ma certificare soltanto la maldestra riparazione, tanto è vero che erano ancora di sbieco, mantenendo le inesistenti fascette.

- Avrebbero valore le testimonianze di chi avendo soggiornato nello stesso locale, inquinato dai gas, a lungo per prestare soccorso alla Lan, non sarebbe stato male .

- Assurda e da incompetenti la trascrizione delle registrazioni tra la Lan e le colleghe fatta dal consulente tecnico nel penale.

- Ed assurdo, inoltre, dare valore alle testimonianze sullo stato di salute dell’infortunata, del cuoco e colleghi.

Verbale di pronto soccorso: "Riferito dispersione di metano alle 9 stamane con perdita di coscienza, vomito già effettuato O2 prima dell'accesso in PS per circa 3 ore. "

Dal verbale totale di pronto soccorso: "Si contatta la dottoressa Faraoni tossicologia di BG : gas metano unicamente asfissiante... "

Segnalazione di intossicazione da monossido: " permangono segni di intossicazione da monossido dopo 3,30 ore di O2. "
 

Pur non avendo avuta la conferma tecnica, da parte della ASL nella persona del dr. Arrigoni che ha violato tutte le normative ed i protocolli di indagine, e nonostante il verbale di Pronto soccorso parli di riferita dispersione di metano, viene formulata la diagnosi di intossicazione da CO dal Pronto Soccorso dell'Ospedale S. B Bg, procedendo alla segnalazione INAIL, ASL, COMUNE DI …. ed attivando il tecnico ASL di guardia attiva Dr. Arrigoni che non si reca immediatamente sul luogo dell'infortunio, ma il giorno dopo 08\02\2007, chiedendo informazioni a Dr. Schiattareggia, P. B, B ed al medico competente dr. Gatti che attesterà, scrivendo sul libretto sanitario della Lan, " l'avvenuto infortunio e la conseguente sindrome post intervallare " lavanderia; intossicazione da CO per difetto scarico essiccatoio e caldaia con esiti di cefalea e saltuarie vertigini. Netta alterazione delle prove neurologiche.“ "

e l'inidoneità alle mansioni conseguente, che la porterà ad un licenziamento in tronco, certificando solo verbalmente che "tutto è a posto."

Dr Arrigoni é a sua volta interpellato il giorno 07\02\2007 dalla dottoressa Faraoni della tossicologia dell'Ospedale Maggiore di BG cui si era rivolto l'Ospedale s. B di ….per eventuali suggerimenti di terapia e di causa.

La dott.ssa Faraoni, conclude, secondo la testimonianza del dr. Arrigoni davanti alla giudice Bertoncini, di non vedere altra ipotesi che una dispersione di gas.

Il non aver compilato il verbale di rapporto e le parole riportate dalla parte in causa "verbalmente tutto a posto" pur non avendo controllato l'ambiente di lavoro, i libretti di manutenzione, la mancanza di fascetta stringi tubo, le testimonianze e concordando con dr. Schiattareggia e colleghe il da dirsi, ha comportato errori di valutazioni tecniche, diagnostiche e legali.

 

L’OSSIGENOTERAPIA
 

Hanno sempre cercato di negarla. Vedi memoria difensiva di C S nel penale e memoria difensiva nel civile (pag.18: “Infine, si rileva che l’effettuazione di ossigenoterapia normobarica per diverse ore prima del ricovero della Lan( tutto da dimostrare) che comporterebbe una COHB pari a 30)." Lo stesso nella memoria difensiva del procedimento Penale. Per dimostrarlo si è dovuto opporsi ad una prima archiviazione del penale usando delle registrazioni trascritte volutamente in maniera incomprensibile dall'ausiliario di polizia Pesenti tanto da portare all'archiviazione.

INVECE:

Pag 221 deposizione P: ”In seguito, all’arrivo dr. Schiattareggia, la Lan (…) gli è stato fatto inalare ossigeno”.

Pag. 208 deposizione B " (…) di li a poco dr. Schiattareggia chiamò l’OSS L L, facendogli portare una bombola di ossigeno.”

Innanzitutto Dr. Schiattareggia avrebbe dovuto ottenere il consenso informato al trattamento visto che afferma che era cosciente. ( In penale ha anche affermato che era” in preda ad intensi conati di vomito e un semi-deliquio (allegato 15 sommarie informazioni), poi dopo aver attivato la procedura aziendale di pronto soccorso, sempre se esiste, avrebbe dovuto stilare il referto ed attivare sia il 113 sia il 118.

Dr. Schiattareggia afferma (agli atti del procedimento penale) di non avere detto a L L di aumentare il flusso di ossigeno erogato perchél’aumento dell’erogazione di O2 per volume minuto avrebbe voluto significare il riscontro di ipossia, il che non è mai avvenuto”.

Comunque posiziona il saturimetro e prosegue con ossigenoterapia per 3,30 ore, non permettendole di andare a casa e facendo testimoniare che era lei che non voleva recarsi al pronto soccorso e se davvero fosse stato così non si sarebbe neppure recata dopo.

Afferma che i dati del saturimetro erano nella norma.

Da tener presente che i margini di errore del saturimetro sono del 1-2% ed in presenza di bassi valori va richiesto il controllo presso un pronto soccorso.

In ipossia la Lan lo era, come dimostreranno i dati clinici del ricovero.

Risulta agli atti che le è stato posizionato una cannula nasale.

La cannula nasale eroga ossigeno puro a basso flusso che si miscela con l'aria inspirata e per ogni litro minuto di O2 aggiunge il 3-4% alla concentrazione frazionale di O2(FiO2) che nell'aria ambiente è circa 20%. Quindi un flusso di 1litro minuto garantisce una FiO2 al 24%, 2 litri 28% e cosi via.

Successivamente le e stato posizionata una maschera facciale. La maschera facciale garantisce una FiO2 del 35% a 6 litri di erogazione O2.

Un organismo sano che respiri aria ambiente, cioè con FiO2 al 21% la saturazione di ossigeno , o SpO2 va dal 95% al 99%. Valori anche di poco inferiori al 95% indicano ipossia che necessita di ossigenoterapia.

Dr Schiattareggia le posiziona l'ossimetro o saturimetro. Questo è un dispositivo diagnostico che rileva la saturazione dell'HB nel sangue periferico (SpO2 ).

La saturazione di O2 (O2HB ) è indice della disponibilità di O2 a livello tissutale che è un utilissimo parametro per dedurre se una persona è ossigenata al suo meglio che va dal 94% al 100% respirando aria ambiente e che sale oltre il 99% se in ossigenoterapia. Ma che non differenzia l'HB dalla COHB.

Quindi le fa somministrare ossigeno, senza consenso informato, e la lascia andar via, senza stilare il referto, verso le ore 12,30 del giorno 07\02\2007.

 

RICOVERO IN OSPEDALE. CARTELLA CLINICA

 

Quando giunge in ospedale S. B, alle ore 13,00 del giorno 07\02\2007, dopo 3,30 ore di O2 terapia e 30 minuti di aria ambiente le viene fatta l’emo-gasanalisi arteriosa che rivela che la emoglobina ossigenata era 93,5 ( valori normali 95-99%) era quindi ancora in ipossia tissutale dopo oltre tre ore di ossigeno e un 3,7 di carbossiemoglobina. ( Pag.29 cartella clinica)

Lo stesso esame eseguito il giorno dopo, in continuazione di erogazione di ossigeno terapia, da emoglobina ossigenata del 97,8% ed una carbossiemoglobina del 1,7. (pag. 28 cartella clinica)

In base ai parametri di riferimento siamo in presenza di intossicazione da monossido di carbonio ed ipossia da metano ed altri gas.

Infatti il medico del pronto soccorso, dopo aver consultato la camera iperbarica di Zingonia e la tossicologia dell'Ospedale Maggiore di Bg, segnala l’intossicazione da monossido agli organi competenti e decide sia di continuare la somministrazione di O2, sia di praticarle fluido terapia.

L'ossigenoterapia è la terapia sia dell'intossicazione da monossido, sia per l'ipossia derivata dall'aver respirato metano.

La fluido terapia è invece trattamento specifico per l'intossicazione da metano.

Siamo di fronte ad una ipossia da metano e o altri gas in presenza della quale anche una piccola % di monossido ha causato una ipossia istotossica specie in una persona con problemi cardiaci.

(3,7 è considerato un valore relativamente basso, ma considerato il tempo trascorso e l’ossigenoterapia, considerando l’ipossia, (a pag 5. RAPPORTIISTISAN 04\23: “ …in condizioni di ipossia il CO (monossido di carbonio) si sposta prevalentemente nel compartimento extravascolare con formazione di carbossimioglobina (ipossia cellulare)”) si è instaurato quel meccanismo caratterizzato dal rilevamento di COhb non molto elevata, ma con un maggior rischio di sequele a lungo termine.)

Inoltre, nella pubblicazione del luglio 1995 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità al punto 8.1.7.2

si legge come: “tali effetti sono stati dimostrati essere sinergici, per cui esposizioni simultanee a concentrazioni non letali di CO2 (1,7 a 17,3%) e a subletali di CO (2500 a 4000 ppm) causano la morte della cavia in pochi minuti. Infatti il tasso di formazione di COHb era 1,5 volte maggiore in un’esposizione a CO e CO2 rispetto all’esposizione al solo CO” [Environmental Health Criteria for Carbon Monoxide, World Health Organization, Geneva, Svizzera luglio 1995].

La presenza di una gliosi cerebrale alla RMN un anno dopo l'infortunio e'significativa di un insulto ipossiemico avvenuto, visto che la ANGIO-RMN, le TAC, le RMN precedenti l'infortunio sono negative per patologie congenite, primitive ed altro, in atto.

 

SITUAZIONE AMBIENTALE

Comunicazione C S INAIL: “un anello del tubo collettore che conduce i gas di scarico dell'essiccatoio della lavanderia è stato trovato, subito dopo l'avvenuta segnalazione dell'infortunio, staccato dalla sua sede e quindi l'essiccatoio che poco prima era in funzione ha sicuramente riversato una quantità imprecisata di fumi di scarico nell'ambiente.”

Non si comprende il perché la giudice M. Bertoncini abbia negato una CTU ambientale, come non si comprende perché neppure dr.Antonio Matano della corte di appello di Brescia non lo abbia deciso, non voluta per ovvie ragioni da C S, e che avrebbe sicuramente fatto cambiare la decisione ai giudici.

Addirittura la CTU dottoressa Ostir ne lamenta la carenza affermando:

Risulta effettivamente documentata un sconnessione del tubo collettore che conduceva i gas di scarico dall’essicatoio della lavanderia all’esterno della struttura, ma non si è in grado di comprendere da quanto ed in che quantità i fumi di scarico possano essersi riversati nell’ambiente circostante (prima dello spegnimento dell’apparecchio) e l’effettivo grado di areazione dell’ambiente stesso al momento di verificazione del “guasto”, e quando effettivamente questo guasto si sia verificato. Non cosi per il prof Moretto.


Una CTU ambientale avrebbe dovuto accertare le cause dell'infortunio rispondendo ai seguenti quesiti:

1. Se gli impianti hanno determinato gli eventi;

2. Se gli impianti erano costruiti secondo le norme di sicurezza;

3. Se vi è stato malfunzionamento della caldaia;

4-Se l’impianto termico presente sul luogo del fatto fosse o meno realizzato secondo le norme di sicurezza vigenti.

 

Visto che l’impianto (ed in particolare la combustione ed il sistema di scarico dei fumi) non è conforme alle norme UNI-CIG, la dottoressa M. Bertoncini e soprattutto Antonella Nuovo e Antonio Matano della corte di appello, avrebbero dovuto ricondurre (per presunzione iuris) a tale causa l’infortunio, salvo provare il contrario (ad es. mediante una specifica perizia).

Non grava sulla Lan infatti l’onere della prova, giacché l’installazione d’un impianto di riscaldamento è da considerare attività pericolosa.

Il fatto è che, una volta accertate le irregolarità dell’impianto di riscaldamento e la loro astratta rilevanza causale nella produzione dell’ossido di carbonio, se è vero che esso impianto era in contrasto con le norme di cui al DM 7 giugno 1973 (approvazione e pubblicazione delle tabelle UNI-CIG di cui alla L. 6 dicembre 1971 n. 1083) per la sicurezza degli impianti a gas di petrolio liquido per uso domestico, il giudice del merito avrebbe dovuto causalmente ricondurvi il sinistro per presunzione iuris (cass. 9 gennaio 1968 n. 40).

INFATTI

Dagli atti è testimoniato l'irregolarità' dell'ambiente lavoro e la mancanza di sicurezza e di manutenzione:

- non esistono libretti di manutenzione

- La prova dei fumi allegata rivela che il macchinario non è conforme

- Non vi è cappa di aspirazione ( vedi foto del penale) che smentisce la falsa affermazione della sig. B davanti alla Bertoncini.

- Non vi era la fascetta stringi-tubo ( Testimonianza Dr. Arrigoni della ASL Albino davanti alla giudice M. Bertoncini)

- è stata cambiata una guarnizione rame Ø ½. ( allegato 13 procedimento penale)

-un essiccatoio perdeva metano, l'altro aveva il tubo di scarico sconnesso.

- non e' entrato in funzione nessun allarme.

Il tutto conferma che si lavorava in un ambiente malsano e privo di manutenzione che ha avuto come conseguenza l’infortunio.

Testimoniato sul libretto sanitario dal medico competente Dr. Gatti responsabile secondo la legge 626 dell’ambiente di lavoro e della salute del lavoratore.

Scrive il 15 maggio 2007 sul libretto sanitario della Lan “lavanderia; intossicazione da CO per difetto scarico essiccatoio e caldaia con esiti di cefalea e saltuarie vertigini. Netta alterazione delle prove neurologiche.“

IL TUBO DEL GAS METANO


Afferma la P:

Il blu usciva un po’ di metano”. Ed il bianco aveva staccato il tubo.

Gli essiccatoi sono due: da uno, il blu, usciva un po' di metano; l'altro, il bianco, aveva un anello del tubo che porta i fumi all'esterno, staccato riversando i fumi nell'ambiente lavorativo.

Verbale di pronto soccorso: Riferito dispersione di metano alle 9 stamane con perdita di coscienza, vomito già effettuato O2 prima dell'accesso in PS per circa 3 ore.

Dal verbale totale di pronto soccorso: " Si contatta la dottoressa Faraoni tossicologia di BG : gas metano unicamente asfissiante... "

- La Lan ha affermato infatti, che è stato l’odore del gas a portarle a controllare l’impianto.

Oltre che per lo svitamento del tubo adduzione metano la fuoriuscita dello stesso è da imputare anche alla caldaia dell’essiccatoio funzionante, secondo la prova dei fumi allegata, al 50,2%. e che quindi non brucia tutto il combustibile e quello non bruciato fuoriesce con i fumi provocando una miscela micidiale di monossido e metano non piu odorizzato oltre che altri gas. ( vedi prova dei fumi e perizia ambientale di parte)

- S., nella nuova testimonianza, afferma che si sentiva un forte odore di metano e che il tubo era nettamente staccato.

Il gas metano è odorizzato con TBM o THT, per renderlo immediatamente riconoscibile all'olfatto, a loro volta asfissianti, la cui temperatura di decomposizione varia da 425 gradi celsius a 640 gradi celsius ( mentre la temperatura raggiunta dalla combustione del metano è di 2050 gradi celsius, motivo per il quale il gas metano che fuoriusciva dal tubo di scarico scollegato era inodore.) con formazione di idrogeno solforato, ossidi di zolfo, ossidi di carbonio. ( Vedi scheda prodotto.) Mentre odorizzato restava il metano che fuoriusciva dall'altro essiccatoio e che ha portato a controllare i macchinari e che è stato subito chiuso e che dovrebbero averlo sentito tutti, ma non certamente Schiattareggia, B, LL e B perché arrivati a macchine spente e metano chiuso e locale areato.

I suddetti sono stati usati per affermare che non vi era alcun odore di metano quando non lo potevano testimoniare.

Una più attenta disamina delle testimonianze porta, infatti, ad escludere in maniera certa che i suddetti possano essere testimoni del “sentore di odore di gas” con la quale la dottoressa Monica Bertoncini motiva la sentenza di qui di seguito riportata: “Tra l'altro, nessuna delle altre operatrici, nonostante la richiesta di aiuto della Lan ed il fatto che costei sostenesse di aver respirato metano, ha avuto il “sentore di odore di gas” ( v. dep.P, B e Schiattareggia)

Allegato n.4 verbale sommarie informazioni B: Quando sono tornata nella lavanderia la P mi ha detto che la Lan stava male perché' aveva respirato del metano. Sono salita a chiamare l'RSPP P B; insieme siamo scesi in lavanderia con il dottor Schiattareggia. Ho visto che Z, il cuoco, ha poi aggiunto una specie di fascetta al tubo di scarico dell'essiccatoio numero due.

Allegato n. 5 sommarie informazioni P:

-“… mi sono subito diretta nel vicino locale cucina ove ho trovato il cuoco signor Z ed un altro ragazzo di cui non ricordo il nome a cui dissi quello che era successo e chiesi loro se venivano a rimettere il tubo che si era staccato ed era uscito dalla sede. Loro sono venuti subito ed hanno sistemato il tubo in pochissimo tempo... la B andava via ed io sono rimasta vicina alla Lan per circa 5 minuti sino a quando sono arrivati la B accompagnata dal Dr. Schiattareggia, la suora superiora ed il responsabile P B.”

Giustamente B e Schiattareggia affermano di non aver sentito odore di metano, perché arrivati dopo che tutto era stato sistemato dai cuochi.

I soli testimoni che hanno avuto “il sentore del gas metano” possono essere soltanto Z, S, P e la stessa Lan, e non B e Schiattareggia.

Il fatto che Schiattareggia, B e B non l'abbiano sentito non è altro che la dimostrazione che non avrebbero potuto sentirsi male, perché non nella situazione di respirare il monossido associato al metano.

Il che contraddice la Ostir nell'uso del fatto che soltanto la Lan è stata male.

Invece lo hanno sicuramente sentito Lan, P, Z e S, ma che non sono rimasti nella condizione di respirare monossido per il tempo prolungato che ha respirato la Lan e neppure avevano problemi cardiaci.

E per fortuna l'ambiente è grande ed areato, e per fortuna, causa l'odore del gas, si sono controllati i macchinari, perché' quando la % del gas metano si trova entro il 4% si ha solo asfissia, ma quando si la % si trova tra il 4 ed il 16%. si aggiunge il rischio di esplosione.

Inoltre in scarsità di O2 la reazione chimica che avviene è CH4 (metano) +3°O2 (ossigeno)= CO (ossido di carbonio) +2H2O (acqua). Con produzione di monossido di carbonio.

Inoltre, il distacco del tubo di scarico ha comportato un circolo vizioso con una esponenziale diminuzione di O2 nell’aria e aumento di monossido di carbonio, idrogeno solforato, ossidi di zolfo, ossidi di carbonio.

E non ha valore la certificazione dell’Ing. Castelli che tutto sia a norma in quanto è stato alterato la dinamica della ventilazione avendo occupato i tubi di scarico i tubi predisposti per la cappa di aspirazione.

- Aver respirato metano odorizzato è il motivo per cui l'avvocato Franchina scrive a pag. 18 della loro memoria difensiva, sminuendo la portata della segnalazione “secondo lo Sp il medico del Pronto soccorso dell'ospedale di C avrebbe fatto riferimento ad un sangue maleodorante... "

 

IL TUBO SCARICO FUMI SCONNESSO

 

Riguardo la sconnessione del tubo dovuto alle vibrazioni dell’essiccatoio stesso e che poteva essere fissato a pavimento come si ricava dal libretto dell’IMESA, e non lo era; favorito anche dalla mancanza di fascetta stringi-tubo:

A pag. 6 della trascrizione P, minuto registrazione vocale: 11:46

Il blu usciva un po’ di metano”.    Ed il bianco aveva staccato il tubo.”

Allegato 3 Verbale di sommarie informazioni di B P""il numero due era staccato"

Comunicazione C S all' INAIL: “un anello del tubo collettore che conduce i gas di scarico dell'essiccatoio della lavanderia è stato trovato, subito dopo l'avvenuta segnalazione dell'infortunio, staccato dalla sua sede e quindi l'essiccatoio che poco prima era in funzione ha sicuramente riversato una quantità imprecisata di fumi di scarico nell'ambiente.”

Oltre al fatto che è del tutto ininfluente, come qualsiasi persona comune sa, che sia staccato di poco o di tanto:

- la P” io mi avvicinavo a vedere ed effettivamente un tubo, non del gas metano, ma quello che porta fuori i fumi di scarico era staccato completamente per circa 7-8 cm. "(allegato n.5 sommarie informazioni P)

- Lan di 20-30cm

- Gli altri, (B, Schiattareggia, B, C) arrivati dopo che i cuochi l’avevano sistemato, rilevano che era ancora leggermente inclinato mantenendo le fascette che secondo testimonianza dell’ufficiale ASL Arrigoni, davanti alla Bertoncini, non esistevano.

Non potevano quindi testimoniare il distacco del tubo di scarico, ma soltanto la maldestra riparazione.

- S testimonia che era chiaramente staccato.

Ovviamente soccorritori ed altre persone non possono essere state male: non soffrivano di patologie cardiache, ed inoltre siamo in presenza di una concentrazione di monossido e di metano che solo associati avrebbero potuto causare il danno.

La sola Lan è rimasta in quella situazione. La P ha iniziato alle ore 8. La B andava e veniva ed afferma di non avere sentito odore di metano.

Gli altri sono arrivati ad impianto fermo ed ambiente areato o sono rimasti sul luogo, i due cuochi, per qualche minuto.

Ciò nonostante la P afferma a pag. 9 trascrizione, minuto 19,06 della registrazione:

No, lei è andata su, noi siamo usciti a fumare una sigaretta, siamo rientrati e tu sei andata a stirare, capito…io ero li a piegare, no ero li ad andare a prendere gli stracci e tu mi hai detto: “ madonna come sono balorda Terry, ed io ti ho detto “anche a me sembra di essere balorda.

E la B sentendo odore di metano, (registrazione Be pag. 8 17:34  “ ti avrò detto spegni, ma è la solita vampata di metano, ma non c’era odore di metano, io non lo sentivo, non posso dire.) "

E vista la difficoltà della trascrizione la si faccia tradurre direttamente dalle persone interessate.

 

RIENTRO AL LAVORO DOPO L’INFORTUNIO

 

Dr. S. Schiattareggia ha inoltre aperto la documentazione sanitaria inviata dalla medicina del lavoro al medico competente dr. G. Gatti che aveva richiesto la visita dopo l'infortunio di intossicazione da monossido (facendola protocollare al n. protocollo di CS n.704 del 09\08\2007 )e facendola iniziare a lavorare nello stesso posto senza la preventiva visita da parte del medico competente. Aggravando il suo stato di salute.

L’esperienza clinica insegna che il deterioramento delle funzioni cerebrali concomita spesso con l’aumento dell’attività fisica del soggetto e la stimolazione mentale durante la fase post acuta di recupero. Per tale motivo il paziente con esposizione al CO (per lo meno quelli sintomatici) dovrebbero osservare un adeguato periodo di riposo fisico ed evitare attività mentali stressanti. (medicina Subacquea ed iperbarica n.2 giugno 2009 pag.23)

 

DANNI

 

Oltre il danno da sindrome post intervallare da intossicazione, ( La presenza di una gliosi cerebrale alla RMN un anno dopo l'infortunio e' certamente significativa di un insulto ipossiemico avvenuto, visto che la ANGIO-RMN, le TAC, le RMN precedenti l'infortunio sono negative per patologie congenite, primitive ed altro, in atto.) il danno morale ed economico del mancato riconoscimento INAIL, dovuto alla omissione dolosa, ed alla falsa testimonianza, all'allungamento dei tempi della giustizia, ulteriore danno è il conseguente licenziamento, la mancata pensione di privilegio e l’equo indennizzo.

Alla Lan, di stato giuridico INPDAP, ( e mantiene lo stato giuridico di pubblico dipendente, come si può ricavare dalla sentenza della giudice del lavoro di Bg. A.Troisi) viene applicato il CCNL enti locali.

Causa l’inidoneità lavorativa conseguente l’infortunio non le trovano una mansione adatta e viene licenziata in tronco.

Lei rifiuta l’indennità sostitutiva perché durante il preavviso avrebbe potuto inoltrare la domanda di inabilità alla mansione.

Tale domanda la poteva fare anche l'amministrazione che invece ha fatto di tutto per impedirla, (vedi lettera INPDAP e Lettera di sollecito sindacale) costringendola all’indebitamento sia per curarsi, sia per vivere visto anche che come dipendente pubblico non ha neppure potuto usufruire dell'indennità di disoccupazione.

La Giudice M. Bertoncini non ha accolto la domanda di risarcimento, erroneamente decidendo,

non avendo neppure accertato lo stato giuridico della Lan, non tenendo quindi conto della legislazione da applicare nel giudizio.

( IL GIUDIZIO ALLA MANSIONE)

Non esiste documento alcuno di C S attestante l’inabilità della Lan al lavoro. E la stessa dichiarazione o relazione di inidoneità alla mansione è stata fatta senza una preventiva visita, neppure le è stata comunicata per scritto, come prevede la legge per darle la possibilità di ricorrere allo SPISAL.

Il licenziamento, inoltre, le è stato intimato mentre ancora era in fase di accertamento INAS INAIL per l’aggravamento, ed in privato tramite il servizio sanitario pubblico per le conseguenze.

LA NORMATIVA:

“ se il lavoratore non è più idoneo ad esporsi ai rischi lavorativi il medico competente (Gatti) è tenuto ad informare per iscritto sia il datore di lavoro ed il lavoratore (D.Lgs. 626\94, art.17, COMMA 3) e avverso tale giudizio è ammesso il ricorso allo SPISAL.

L'accertamento dell'idoneità e di altre forme di inabilità, non dipendenti da cause di servizio, ai fini del cambio mansioni...” è effettuata (art.1 D.Lgs 165\2001) dalle commissioni Mediche di Verifica (DPR 461\2001)

I lavoratori soggetti a sorveglianza sanitaria in quanto esposti a rischi lavorativi, con insorgenza di patologia invalidante che non li rende più in grado di svolgere le mansioni lavorative assegnate la visita ed il giudizio di idoneità non sono attribuzioni del medico competente e va eseguita la procedura prevista dal D. Lgs 165\2001 e DPR 461\2001. "

Nei casi in cui il dipendente sia dichiarato permanentemente inidoneo a svolgere qualsiasi proficuo lavoro a seguito dell’espletamento delle procedure dirette ad accettarne le condizioni di salute, secondo quanto previsto dalla normativa vigente, è possibile procedere alla risoluzione del rapporto in corso, essendo l’idoneità psico-fisica del soggetto presupposto e requisito essenziale all'instaurazione e alla conservazione del rapporto di impiego pubblico.
Per il personale titolare del trattamento pensionistico INPDAP, l’avviamento delle procedure dirette all’accertamento delle condizioni di salute del dipendente compete al CNR su domanda dell’interessato. Il principio generale, proprio del ordinamento del pubblico impiego, “in forza del quale il personale inidoneo al servizio per ragioni di salute, prima di essere dispensato, deve essere posto nelle condizioni di continuare a prestare servizio nel assolvimento di compiti e funzioni compatibili con le sue condizioni di idoneità fisica; solo nel caso in cui non sia possibile tale utilizzazione, o per ragioni di carattere oggettivo o per scelta del interessato, ne è disposto il collocamento a riposo”. dispensa dal servizio per assoluta inidoneità fisica (art.129 del T.U. n.3/1957; art.2, comma 12° della L. 8.8.1995, n.335

Legge 8.8.1985, n.335 nel Regolamento recante modalità applicative delle disposizioni contenute nell'art.2, comma 12° della legge 8 agosto 1995, n.335 concernenti l'attribuzione della pensione di invalidità ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche iscritti a forma di previdenza esclusive dell'assicurazione generale obbligatoria (D.M. 8.5.1997, n. 187).
Dispone l'art.7 del citato regolamento che:
L'Amministrazione o l'ente, ricevuto l'esito degli accertamenti sanitari di cui all'articolo 6 attestante lo stato di inabilità assoluta e permanente a svolgere qualsiasi attività lavorativa, provvede alla risoluzione del rapporto di lavoro del dipendente ovvero agli adempimenti occorrenti se la risoluzione del rapporto di lavoro è già intervenuta.

Le è stato impedito di richiedere di essere sottoposta a visita collegiale per l'assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa ai sensi dell'art.2 comma 12° della L. 8.8.1995, n.335.
Ed hanno trovato il modo di poterla licenziare abolendo la mansione di stiratrice a rullo cui era stata adibita pochi mesi prima del licenziamento, sapendo già che sarebbe stata abolita, visto che erano già stati fatti accordi per l’esternalizzazione della lavanderia, non avendo mai rispettato prima le prescrizioni del medico competente che le ha comportato una epicondilite riconosciuta INAIL.

Nel caso di esternalizzazione di un servizio:

l'articolo 33 del CCNL del 1 settembre 1995 prevede accordi di mobilità tra aziende ed enti pubblici; l'articolo 19 CCNL integrativo del 20 settembre 2001 disciplina la mobilità tra aziende ed enti del suddetto comparto con altre amministrazioni o comparti diversi;

l'articolo 21 del CCNL integrativo 20 settembre 2001 consente il passaggio del personale in eccedenza ad altre amministrazioni.

IL PERSONALE IN ESUBERO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE PUO ESSERE MESSO IN MOBILITA' PER DUE ANNI AL TERMINE DEI QUALI E' AUTOMATICAMENTE LICENZIATO SENZA LETTERA DI LICENZIAMENTO.

Nel caso di necessità del licenziamento di un dipendente, per ragioni economiche, la scelta deve essere fatta nel rispetto delle regole di correttezza e buona fede – Nell’accertare se il recesso sia legittimo il giudice deve tener conto di eventuali manifestazioni di ostilità verso il lavoratore (Cassazione Sezione Lavoro n. 11124 dell’11 giugno 2004, Pres. Sciarelli, Rel. Vigolo)

ritorna index   ctu moretto mafia dei ctu e dei giudici testimonianze 
2 testimonianza parcella prof moretto angelo i sindacati  sentenza di appello 
 sentenza giudice monica bertoncini inutilità dei giudici cosa scrive moretto e osservazioni da parte mia avvocato messi franchina
indagini pilotate Pm Maria Esposito  GIP Giovanni Petillo falsa testimonianza cuoco zilioli toghe rosse berlusconi
perizia cened giudice dr. antonio Matano      le persone che hanno ricevuto questi collegamenti

Petillo non ha capito nulla, non ha voluto capire e non vuole capire. La sua ordinanza è fuori tema. Un qualsiasi studente sarebbe stato bocciato. Con questa sua ordinanza di archiviazione non fa altro che confermare che il CTU Angelo Moretto, in appello, è stato di parte perché avrebbe visto ciò che Petillo afferma che non è stato visto ed è evidente. E non si venga a dire che la verità della giustizia, diversa dalla verità scientifica  e fattuale sia una verità degna di rispetto. 

Quello che dimostra è solo l'appartenenza a lobby di potere che Berlusconi definisce di sinistra, ma che io penso sia ancor peggio, io direi di malaffare. Direi di toghe conniventi, di conoscenze di poteri che si scambiano favori, che non hanno il coraggio della verità.

Vi sarebbero molteplici motivi per ricorrere in Cassazione:

1- Error in procedendo. La mancata ed immotivata assunzione di prove decisive quale le testimonianze richieste ( art 495 comma 2)  e mancata esecuzione di CTU ambientale.

2- Errore in diritto ( art. 546 cpp art. 606 comma 1) obbligo di motivazione. L'ordinanza del GIP Giovanni Petillo è solo apparentemente logica ed è smentita totalmente dagli atti depositati.

 ma Petillo sa, che purtroppo il ricorso per cassazione in questo caso non è possibile. L'art. 409 cpp comma 6 prevede il ricorso per cassazione solo nei casi di cui all'art 127 comma 5, cioè sostanzialmente nei casi di nullità per mancato avviso alle parti (ipotesi di cui ai primi tre commi del 127) ed oltretutto sarebbe anche una questione di costi a carico di una persona illecitamente licenziata, resa invalida e priva di reddito.

La sola che potrebbe richiedere la riapertura è il PM Maria Esposito, ma non ne è capace, anche se è in possesso di tutti gli elementi per poterlo fare.

In Turchia c'è una rivolta contro lo stato per i morti in miniera, per incendio,esplosione, crollo, intossicazione da monossido di carbonio dovuti ai mancati controlli.

Fa notizia perché sono numerosi. Ma anche in Italia è la stessa cosa.

Facile che, questa denuncia di infortunio, non abbia avuto esito, visto che i controlli non sono mai stati fatti, ed il responsabile ASL che doveva eseguirli, ha un fratello giudice penale, nella stessa procura e che non sarebbe una notizia da diffondere nel mondo o sui giornali e canali televisivi. Se cosi fosse stato i giudici che sono in carriera avrebbero cavalcato per la notorietà e la carriera, invece cosi si godono i privilegi del non far niente e del non pagare la loro inerzia e la loro colpa.

Motivo per il quale sarebbe necessaria una totale riforma della giustizia con l'impedimento dell'esercizio della funzione a CTU, Avvocati e Giudici che pur conoscendo la verità, la falsificano o l'impediscono creando impedimenti e ritardi o altro.

Ed eccovi il decreto senza senso del GIP Petillo Giovanni a dimostrazione dei Promessi Sposi: "Questo matrimonio non si ha dare". Innominato. Chi mai sara?

E di seguito quanto scritto per opporsi alla richiesta di archiviazione, cui il GIP Giovanni Petillo avrebbe dovuto rispondere.

ATTO DI OPPOSIZIONE ALLA RICHIESTA ARCHIVIAZIONE DA PARTE DEL PM MARIA ESPOSITO:

Alla Procura della Repubblica presso Tribunale di Bergamo

Sezione Polizia Giudiziaria Polizia di Stato

Piazza Dante n. 2 Bergamo

 Ill.mo Sig. Giudice per le indagini Preliminari Giovanni Petrillo

la sottoscritta sig.ra, persona offesa dal reato nel procedimento N.ro 19648113 mod.21 R.G.N.R., nei confronti della richiesta di archiviazione presentata dal Pubblico Ministero Dr.ssa Maria Esposito in data 10\01\2014 e notificata in data 11\01\2014 ( allegato n.1) espone quanto segue:

la documentazione allegata avrebbe, di per sé, già permesso e consentito al Pubblico ministero di formulare l’imputazione per il reato previsto e punito dall'art. 372 c.p. -falsa testimonianza a carico dei sig.ri:

 1-        Zili

2-Bergam

2-        Pezz

 se solo non si lasciasse influenzare dalle precedenti sentenze e richiedere l’archiviazione, perché sono proprio quelle sentenze che si sono concluse in quel modo, causa le false testimonianze.

Ora tali false testimonianze sono chiaramente documentate come tali, e non avrebbero neppure bisogno di ulteriori accertamenti, ed oltre aver indotto vari Giudici ad emettere errate sentenze, esponendosi a pubblico ludibrio, e che questo procedimento dovrebbe riabilitare, stanno condizionando il PM M. Esposito, che richiede l’archiviazione di questa denuncia querela per falsa testimonianza affermando che: “appare infondata in quanto non vi sono elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio ai sensi dell’articolo 125 D.Lv.28 luglio 1989 n.271, atteso che l’ampia istruttoria svolta sia in penale che in civile in ordine del fatto denunciato dalla Lan induce a ritenere l’assoluta verosimiglianza delle testimonianze concordi e raccolte, a fronte delle “contraddizioni ed aporie di non trascurabile”. ( allegato n.2)

La PM dott.ssa Maria Esposito aveva concluso il precedente procedimento, ( allegato n.3)  cui si richiama, chiedendo l’archiviazione con la seguente motivazione:

“(…) In particolare risulta confermato ed assolutamente pacifico che le persone presenti al momento del fatto avessero rilevato un tubo di scarico leggermente spostato rispetto alla sede normale, ma tutte escludevano che lo stesso fosse staccato come affermato dalla LANI e di avere avvertito odore di gas.

Risulta pure confermato come nessun altro dei presenti, colleghe ovvero soccorritori, avesse avvertito alcun sintomo o malessere.

 La nuova documentazione, che segue,  non è mai stata presa in considerazione e discussa, non essendo agli atti della precedente istruttoria, ed è da sola sufficiente a contraddirla e per richiedere una eventuale riapertura del precedente procedimento archiviato e, o, del proseguimento di quello attuale, in quanto dimostra in modo netto e senza alcuna ombra di dubbio, che il tubo era staccato e vi era odore di metano e che le persone presenti al momento del fatto ne erano a conoscenza.

 1-   Allegata, agli atti del presente procedimento, è la documentazione intercorsa tra INAIL e CSe ( allegato.n.4 )  nella quale la stessa  rappresentante legale dell’Ente comunica all’INAIL quanto segue:  “un anello del tubo collettore che conduce i gas di scarico dell’essicatoio della lavanderia all’esterno della struttura è stato trovato, subito dopo l’avvenuta segnalazione dell’infortunio, staccato dalla sua sede e quindi l’essicatoio che prima era in funzione ha sicuramente riversato una quantità di fumi di scarico nell’ambiente circostante.”

 Tale  distacco è negato nelle testimonianze da Zili (allegato n.5) e Berg ( allegato n.6)  mentre è confermato dalla sig.ra Pezz: io mi avvicino a vedere ed effettivamente un tubo, non del gas metano, ma quello che porta fuori i fumi di scarico era staccato completamente per circa 7-8 centimetri. (…) Mi sono subito diretta nel vicino locale cucina, ove ho trovato il cuoco signor Zili ed un altro ragazzo (…)a cui dissi quello che era successo e dissi loro se venivano a rimettere a posto il tubo che si era staccato ed era uscito dalla sede. Loro sono venuti subito ed hanno sistemato il tubo in pochissimo tempo.” ( allegato 7)

2- Nel precedente procedimento numero370\2009 RG Not. Reato mod. 21, la stessa PM Maria Esposito, aveva richiesto l’archiviazione motivandola ( allegato n.3)  : “ I nuovi accertamenti esperiti, in particolare l’assunzione a s.i.t di (…) Berga e PezzM nonché la trascrizione del CD-ROM prodotto dalla p.o. non risultano idonei a mutare il convincimento dello scrivente in ordine all’insufficienza degli elementi acquisiti per sostenere l’accusa in giudizio. “ Ora quella trascrizione, che è tuttora possibile ascoltare e far tradurre alle stesse interessate, fatta da un ausiliario di polizia, allegata agli atti attuali, è inutilizzabile, come dimostra quella corretta, pure essa allegata e dimostra che l’odore di metano si sentiva, che il tubo era staccato, che anche la sig.ra Pezz dichiarava di essersi sentita “balorda ed anche l’ora che ho abbandonato il luogo di lavoro”. (allegato n. 8)

3- Vi è inoltre allegata una registrazione vocale ed una fedele trascrizione di un colloquio avvenuto tra Lan e Berg, non presente negli atti precedenti da cui si possono ricavare altri dati tra i quali la situazione degli essiccatoi e l’orario di quando sono stati spenti. (ALLEGATO 9)

4- Allegato agli atti, di questa odierna denuncia c’è la testimonianza di Servi Aa, (ALLEGATO.N.10) ) unico testimone mai interrogato: dichiaro di aver avvertito un forte odore di metano e, se pur vagamente, di ricordare che il tubo riparato fosse chiaramente staccato.”

 5- E’ inoltre allegato la testimonianza dell’UPG dr. Arrigoni alla giudice dr.ssa  Monica Bertoncini che conferma la falsità della deposizione della sig.ra Berga e del sig. Zili.

 La casa di riposo aveva messo un nastro per evitare il distacco, io ritenni più corretto da un punto di vista tecnico una fascetta di metallo (…)Il nastro venne adottato solo in seguito all’evento. Prima non c’era.” ( allegato 11)

 Il sig.  Zili, testimone importante, ha infatti testimoniato quanto segue:  ( allegato 5 )

Domanda dell’UPG Rota Omar (ASL Bg): Chi le ha detto che nei locali degli essicatoi c’era un lavoro da fare?

Risposta:Berg e Lan mi hanno detto di venire in lavanderia a vedere il tubo di scarico. Il tubo non si era staccato, ma si era spostato dalla sua sede per via delle vibrazioni. Ho aperto la fascetta, l’ho rimesso nella sua sede, e ho chiuso la fascetta.

Domanda: Con chi ci è andato?

Risposta: con un ragazzo che adesso non lavora piu qui; si chiamava Serv.

Ed alla domanda  “ha sentito odori?”

risponde.” No, non ho sentito odore particolari.”

 Serva, il ragazzo con il quale il sig.Zili è andato a sistemare il tubo, mai interrogato, lo contraddice nella testimonianza autografa  ( allegato 10)  :

“ (…) dichiaro di aver avvertito un forte odore di metano e, se pur vagamente, di ricordare che il tubo riparato fosse chiaramente staccato.”

 E la signora Pez nella trascrizione a pagina 9 ( ALLEGATO N.8)

Donna 1 Pezzo minuto registrazione 11,46: Il blu usciva un po’ di metano

Donna 2( Lan): ed il bianco aveva staccato il tubo.

Donna 1 Pezzo: che era staccato il tubo.

Donna 2 ( Lan) al minuto 03,17:  “Poi hanno detto che non abbiamo sentito odore di metano che è stato il fatto che ci ha fatto spegnere.

Donna 1 Pezzo al minuto 03,25: -Certo… poi è venuto Cornalba e l’ha messo a posto.”

 (Trascrizione Berga pagina n.4 (ALLEGATO N.9) 

Donna 2 ( Lan) minuto registrazione 08:45 - Poi han detto che non si sentiva odore di metano.  L’ abbiamo sentito insieme, l’odore di metano.

donna 1 ( Berg) minuto registrazione 08:49 - L'odore di metano gli ho detto che è l’essicatoio blu che ogni tanto lo molla.

Donna 2( Lan) - Invece hanno detto che non si sentiva odore di metano. Hanno travisato, anche quello che avete detto voi. Hanno scritto il cazzo che volevano loro.

 a pagina 7 e pagina 8 (ALLEGATO N.9) 

Donna 2( Lan)  - Io ricordo che tu mi hai detto, no impossibile sia stata Terry a dirmi: “ spegni, spegni c'è troppo odore di metano”. Questo me lo ricordo, io me lo ricordo. Quando è arrivato Paolo, quello li di qua che era …

donna 1 ( Berg) - Non mi ricordo.

Donna 2( Lana)  - Non era

donna 1 ( Berg minuto registrazione 17:25 - Però l’odore di metano lo manda fuori anche adesso quello blu.

Donna 2( Lan)  - Ho capito, ma quella mattina li ce n'era tanto di odore di metano, me l'hai detto tu "spegni, spegni".

donna 1 ( Berg) minuto registrazione 17:34 - Ti avrò detto spegni, ma è la solita vampata di metano, ma non c’era odore di metano, io non lo sentivo, non posso dire.

Donna 2( Lan)  - No No Mary  c’era.

donna 1( Berg)  - Quando avrò aperto!, quando avrò aperto, la solita vampata , Marghe, ma che ci fosse nell’ambiente odore di metano questo no. No Marghe.

Donna 2( Lan)  - Me lo ricordo io.

donna 1( Berg)  - Perché fa così, magari quando ho aperto gli essiccatoi usciva la solita vampata.

Donna 2 ( Lan) - Ma te l'ho fatto vedere io a te il tubo staccato dietro, il tubicino che si era svitato te l'ho fatto vedere e tu hai detto spegni spegni.

Testimonia la sig.ra Berg ( allegato 6) : “ Sono salita a chiamare (…) Ho visto che Zilio , il cuoco, ha poi aggiunto una specie di fascetta al tubo di scarico dell’essiccatoio n.2.”

 Testimonia UPG Arrigoni ( allegato 7): La casa di riposo aveva messo un nastro per evitare il distacco, io ritenni più corretto da un punto di vista tecnico una fascetta di metallo (…)Il nastro venne adottato solo in seguito all’evento. Prima non c’era.”

 Sig.ra Pezzo, a pag. 11  ( ALLEGATO N.8) della trascrizione, lo conferma:

donna 1 (Pezz)- Si, c’è lo scotch.

Donna 2 (Lan)- Ma prima non c’era però.

Donna 1 (Pezzo)- No. 

Quali fascette ha aperto il cuoco, quale fascetta ha visto la Berg?

Entrambi mentono per sostenere anche le altre false testimonianze, (vedi testimonianza dr. Schiattaa , Po Bo e della legale rappresentate di c S.) condizionando oltre il precedente procedimento penale, anche i procedimenti civili di 1 grado e di appello che sul procedimento penale si sono basati.

Zili afferma che è stata la Berg con la Lan ad avvisarlo del tubo staccato.

Ma la Berg testimonia di non aver visto il tubo staccato, e, come il cuoco Zili,  testimonia di non aver percepito alcun odore di metano, ne altri odori, (quando è del tutto normale sentire odori che fuoriescono da un tubo emissioni fumi staccato ).

Ciò sembra indicare che sono d’accordo per testimoniare il falso.

E pur di affermare che non si sentiva alcun odore di metano, arrivano ad affermare l’assurdità che non esce metano, in quanto tale, dal tubo di scarico.  (“ Ho verificato successivamente che si trattava di un essiccatoio che funziona a metano, per cui ha un tubo di uscita dei fumi simile a quello delle caldaie. Da questo tubo esce il fumo di combustione del metano. I fumi delle caldaiette sono tutti tossici, contengono gas di vario tipo.

(…) I prodotti di combustione di una caldaia a gas, a cui l'essiccatoio può essere assimilato, vanno portati all'esterno perché contengono CO2 ed anche CO, però non fuoriesce metano puro come tale. Dovrebbe uscire CO2 ed una bassa percentuale di monossido, non saprei indicare quanto.”

( Per legge 1\1000)“ La percentuale di monossido di carbonio in genere aumenta quando la caldaia si trova in un ambiente poco areato oppure la combustione non funziona bene per problemi di manutenzione della macchina.” (  Testimonianza UPG Arrigoni  allegato n.11.)

Ed è certificato che non ci sono libretti di manutenzione ed è stato dichiarato dalla sottoscritta, ma non è stato accertato, che i tubi di scarico non sono stati posizionati nei fori predisposti nella canna fumaria che doveva riceverli, secondo progetto di costruzione, ma andando ad occupare quelli predisposti per la cappa di aspirazione mai posizionata, alterando tutto il sistema aereazione e ventilazione della lavanderia.

Lo stesso modo di ragionare sarà confermato dalle testimonianze del dr. Schiatta, e della sig.ra Gallli.

 Sin qui ho esposto e dimostrato solo la falsa testimonianza riguardo il distacco del tubo, le fascette, l’odore di metano, ma lo stesso si potrebbe fare per ogni singolo argomento di testimonianza fatta dai suddetti testimoni come esposto nella denuncia querela di falsa testimonianza che qui richiamo in toto.

Ed a ulteriore dimostrazione: la PM dott.ssa Maria Esposito aveva concluso il precedente procedimento, ( allegato n.3)  cui si richiama, chiedendo l’archiviazione con la seguente altra ed ultima motivazione motivazione:

“Risulta pure confermato come nessun altro dei presenti, colleghe ovvero soccorritori, avesse avvertito alcun sintomo o malessere. “

 Infatti la falsa e ridicola  ricostruzione basata sulle false testimonianze ha dimostrato che i soccorritori, che non hanno lamentato alcun sintomo o malessere, sono rimasti a lungo sul luogo dell’infortunio, in ambiente inquinato, prima che i cuochi sistemassero il guasto. Ed è falso.

Dalla trascrizione Beri  a pagina 7 e pagina 8 (ALLEGATO N.9)  riportata poco sopra, risulta che l’impianto era già stato spento, ed i cuochi, come conferma la sig.ra Pezz lo avevano sistemato in pochissimo tempo, motivo per il quale è ovvio che i soccorritori, arrivati dopo, non possano ne erano nelle condizioni di lamentare alcunché.

Ed anche la sig.ra Berg che ha falsamente affermato di essere rimasta in lavanderia più di me, risulta essere stata assente per più di 40 minuti, prima che mi sentissi male per l’avvenuta intossicazione della combinazione di monossido di carbonio, gas metano, ed altri gas derivati dalla cattiva combustione della caldaia in questione. (vedi perizia Cened e Consulenze Ambientali allegati alla denuncia querela).

Mentre la Pezz conferma un malessere, (ALLEGATO n.9  a pagina 9, Trascrizione Pezzo minuto  registrazione  19:06), oltre che smentire la signora Bergai che afferma di non essere presente al momento dell’infortunio e di non aver  visto ne sentito nulla :

donna 1 (Pezzi) - No, lei è andata su, noi siamo usciti a fumare una sigaretta siamo rientrati e tu sei andata a stirare, capito…io ero li a piegare, no ero li ad andare a prendere gli stracci e tu mi hai detto “madonna come sono balorda Terry” ed io ti ho detto anche a me sembra di essere balorda.

Donna 2 ( Lan) - Invece nessuno ha detto che stava male

donna 1 (Pez ) - Io ti ho detto, dopo io ero a piegare con Maria e tu ti sei alzata perché ti veniva ancora da vomitare.

Donna 2 ( Lan) - E Maria dove era?

donna 1 (Pezz) - Eravamo io e lei.

Donna 2 ( Lan) - Maria dice che non c'era.

donna 1 (Pez ) - Non glielo dico neppure, tanto per fargliela capire! Ascolta… il mio uomo l'ha sempre detto con chi hai ha che fare...dopo, ascolta, praticamente lei, tu sei uscita ti sei seduta dove c’è la macchina da cucire.20:09 e lei ti ha detto margherita dai doca’ ( dialetto bergamasco) e lei ti dice vai a casa, e tu no no. Dopo sei andata di nuovo in bagno

Donna 2 ( Lanf) - Mi ricordo d'aver vomitato.

donna 1 (Pez) - Sei andata nel bagno, non arrivavi più, dopo sei venuta e ti sei seduta e Maria ti diceva: “ vai a casa” e tu no no ed allora le ho detto: “ vai su a chiamare Paolo” le ho detto io per piacere e lei è andata a chiamare Paolo ed io e te siamo andati nel bagno, sei  entrata nel bagno sei uscita ti sei seduta in quel coso…

Donna 2 ( Lan) - La panchina

donna 1 (Pezz) - La panchina, io ha portarti di la non ci riuscivo e non arrivava nessuno, nessuno, non ci riuscivo più, glielo detto, non riuscivo a portarla di qui gli ho detto, poi è arrivato il responsabile.

Dalla trascrizione di Berg allegato n. 10 pag 1 e pagina 2:

 Donna 2 ( Lan) - Ma te nella deposizione hai detto che sei  tornata giù;  te hai detto che sei stata di sopra per dieci minuti, però dopo sei tornata giù.

donna 1 ( Ber) al minuto 05:04 della registrazione - Ma tu ti sei sentivi già male, che  mi ha chiamato la Teresa, che tu eri in bagno. ( minuto 05:07 incomprensibile) minuto 05:08 - La dichiarazione,  e anche quello che ho detto a lei, quando sono andata a casa ho scritto tutto su un diario, Tutto eh… questo me loi ricordo: quando io sono scesa, dopo 15 minuti, 20 minuti  o 10 minuti quello che è … va bene, l’ora precisa non ce l’ho, è arrivata Teresa. Lei veniva alle ore 8.

 Ed anche l’ora del mio abbandono del luogo di lavoro, oltre che essere affermato dalla sottoscritta, dallo Spinelli è confermato dalla signora Pezzoli ( allegato n.8) nella trascrizione a pagina 11:

Donna 1( Pez  -Tu sei andata fuori....tu sei andata fuori portata dentro nelle stanze.

Donna 2 (Lan) - Da Luca sono andata.

Donna 1( Pez) -Ecco.

Donna 2 (Lan) - Io  mi ricordo, da Luca sono andata che mi ha messo sul lettino.

Donna 1( Pez) -Sei andata là a 20 a mezzogiorno.

Donna 2 (Lan) - E poi sono stata là. Invece Mary dice che a mezzogiorno ero già via, che è venuta a salutarmi, ma che io ero già via.

Donna 1( Pez) - No no non andava via a mezzogiorno.

Donna 2 (Lan) - Ha detto che è venuta la per salutarmi e non c'ero già più.

Donna 1( Pezz) - Esce all'una.

Donna 2 (Lan) - Sono arrivata su, mi sembra, alle ore 13,10 all'ospedale.

Donna 1( Pez) - Si

Donna 2 (Lan) - Quanto ci vorrà ad andare all'ospedale.

Donna 1( Pezz) - Sei andata via più tardi delle ore 12:30. Confermata dalla testimonianza di Si.

Mentre invece i giudici e CTU sono stati condizionati dalla falsa deposizione della sig.ra Berg ed hanno stabilito che sono andata via alle ore 12, diminuendo cosi la durata di ossigenoterapia.

E’ cosi evidente che il tutto è stato fatto a tavolino, affidando a ciascun attore la propria parte, escludendo il solo Sli Aa, mai interrogato prima, perché non più dipendente di C S che sarebbe criminale non procedere.

Infatti è testimoniato dalla Pez ( pag 10 allegato n.8) e confermato da UPG dr. Arrigoni

( allegato n.7) che il giorno 08\02\2007 il giorno successivo l’infortunio si sono riuniti dal UPG Arrigoni , il medico competente DR. G, Ber Maria, l’RSSPP Po B e dr Schiatta direttore Sanitario di C S

 Tuttavia, il Pm, pervenendo ad opposte conclusioni, oltre che travisare gli elementi probatori già a sua disposizione, ha omesso di verificare ed accertare e, pertanto di considerare gli ulteriori elementi probatori rilevanti alla fine della ricostruzioni dei fatti.

Con la sua richiesta di archiviazione, il PM Esposito, sembra indurre per una ennesima volta i giudici ad errare in maniera evidente, a discapito della giustizia esercitata a nome del popolo italiano che qui è pure parte in causa, sulle conseguenze dell’infortunio.

 O vogliamo essere più diretti, privi di diplomazia e chiederci perché non sia stata richiesta l’indagine penale d’ufficio per fuga di gas metano ed intossicazione da monossido di carbonio, (prevista dalla legge in caso di fuga gas metano e sospetto di intossicazione da monossido di carbonio,) invece che usarla per archiviare, dando credito alla parte avversa, come scrive il giudice dr. Masia:  (…) DI PARTICOLARE PREGIO SI RIVELANO LE CONSIDERAZIONI ILLUSTRATE DALLA DIFESA DELL’INDAGATA NEI PROPRI SCRITTI EVIDENZIANDO SOSPETTI RITARDI NELLA PRESENTAZIONE DI DENUNCIA QUERELA. ( allegato n.12)

O chiederci perché né la ASL, né l’INAIL abbiano fatto la denuncia d’ufficio dopo oltre i 35 giorni di inabilità assoluta?

E chiederci il perché neppure l’UPG dr. Arrigoni, allertato dal PS di Ce, si rechi sul luogo dell’infortunio il giorno stesso, ma il giorno dopo, impunemente, non segnalando neppure l’uscita oltre che non aver fatto un rapporto?

E chiederci perché l’ausiliario di polizia, che andrebbe denunciato, rende inutilizzabile una prova rendendo inutilizzabile una registrazione vocale? ( allegato n.8)

E perché di fronte alla certificazione di non essere in possesso dei libretti di manutenzione ( allegato n.13) ed ad una prova dei fumi che depone per il funzionamento della caldaia al 50,3% con una emissione di monossido di 218.000ppm  ( allegato n.4) di fronte al 1000 ppm permesso dalla legge ( allegato n.14) ed al fatto che la canna fumaria non è a norma, non è stata concessa una CTU ambientale?

La ctu dr-ssa Ostir in primo grado scrive: “    Risulta effettivamente documentata un sconnessione del tubo collettore  che conduceva  i gas di scarico dall’essicatoio della lavanderia all’esterno della struttura, ma non si è in grado di comprendere da quanto ed in che quantità i fumi di scarico possano essersi riversati nell’ambiente circostante (prima  dello spegnimento dell’apparecchio) e l’effettivo grado di areazione dell’ambiente stesso al momento di verificazione del “guasto”, e quando effettivamente questo guasto si sia verificato. “

Perché non è stato accettato dalla procura, la richiesta di incidente probatorio, a suo tempo richiesto? Visto che ero stata male sul lavoro, che il tubo emissioni fumi era staccato, che vi era odore di metano, che non vi erano libretti di manutenzione, era logico procedere per una CTU ambientale per escludere la causa effetto.

 E perché un esimio prof. Universitario, Angelo Moretto, gioca la sua reputazione certificando una produzione di monossido di 11ppm dinanzi una prova certa quale la prova dei fumi che ne indica 218.000ppm ( allegato n.4) e si azzarda a certificare 35ppm ambientali ( vedi allegati atto di denuncia per falsa testimonianza) , senza aver fatto nessuna rilevazione ambientale e che sarebbe da denunciare per falsificazione di prova di reato?

 Deve andare così solo perché la stampa non è informata sull’accaduto? O perché non ho ancora fatto gesti estremi ed eclatanti? Visto che come conseguenza della denuncia e dell’infortunio sono stata gettata sulla strada, licenziata in tronco, impedita di richiedere l’inabilita’ alla mansione e resa invalida?

E’ vero, non sono morta. Ma è come se lo fossi e non ho più nulla da perdere. Ed andrò sino in fondo, anche se sarò costretta a vendere la sola cosa che ancora possiedo: la mia casa.

E non è solo un problema di regole infrante la cui competenza e della giustizia amministrativa, ma penale e civile per il conseguente danno alla persona, come certificato dagli ausiliari del CTU prof Moretto, e danno alla giustizia indotta a sbagliare dalla errata ricostruzione indotta dalle false testimonianze.

Infatti in questa opposizione non si sta parlando dell’infortunio, già riconosciuto dall’INAIL, ma di false e reiterate testimonianze che hanno comportato grossolani errori giudiziari, riguardo le conseguenze dell’infortunio.

E quando di fronte all’evidenza scientifica e riproducibile, si decide di autorità, il diritto non ha più senso. Ci si trova di fronte alla dittatura.

In questo frangente la mia fiducia è deposta nell’onestà del GIP. Faccia giustizia.

 Motivo per cui chiedo al Pubblico ministero di formulare l’imputazione per il reato previsto e punito dall'art. 372 c.p. -falsa testimonianza, del codice o  il proseguimento delle indagini a ascoltando come testimoni:

1- a- Zili contro Se A per quanto riguarda l’odore di metano ed il distacco del tubo.

    b- Zili controo l’ UPG Arrigoni della ASL di BG. per quanto riguarda la fascetta stringi

tubo che il cuoco afferma aver aperta e chiusa, supportato dalla sig.ra Berg che afferma di averlo visto chiudere la fascetta di cui l’’UPG Arrigoni  nega l’esistenza.

    c- Zili contro la sig.ra Pezzo che afferma che il tubo era staccato di 7 cm., la sottoscritta Lan e la stessa la dichiarazione di C S all’INAIL che il tubo “è stato trovato subito dopo segnalazione infortunio, staccato dalla sua sede”.

    d- Zili ed il mio stato di salute.

 2- a- Berga contro Ser, Zili,  Pezz e la sottoscritta per quanto riguarda l’odore di gas metano, il distacco del tubo, l’aver avvisato il cuoco Zili del tubo staccato, l’aver visto il Zili stringere la fascetta inesistente, dell’avermi detto di chiudere il gas, di andare a casa e non al pronto e di quanto ha affermato nella sua stessa registrazione la cui trascrizione è allegata agli atti.

    b- Berg contro S per quanto riguarda il sentirsi male.

    c- Berg contro Pezz e S per quanto riguarda l’ora di abbandono del posto di lavoro da parte mia e per quanto riguarda l’ossigenoterapia.

    d- Berg contro Pez M. Teresa per quanto riguarda il mio posto di lavoro che era di addetta alla lavanderia e non di stiratrice al rullo.

    e- Berg contro Pez per quanto riguarda l’uscita della stessa dal reparto di lavanderia per recarsi nei reparti che non è di qualche minuto dalla stessa dichiarata.

    g- Berga contro Pezz, Lan, S riguardo la sua affermazione che ero  io a non volere andare al Pronto soccorso.

    h- Berg UPG Arrigoni sull’esistenza di un aspiratore fumi nei locali di lavanderia.

   i- riguardo quanto è stato fatto il giorno seguente dal UPG Arrigoni che si è recato sul luogo di lavoro con il medico competente DR. Gi, Be, Po Be dr Schiattaa.

 3- a- Pezz riguardo la sua affermazione, vedi la trascrizione, di essersi sentita male.

    b- riguardo l’odore di gas metano

    c- Riguardo la sua affermazione che non sono voluta andare al PS.

    d-Riguardo ai tempi di uscita dalla lavanderia della Ber.

    e- Riguardo l’ora che ho lasciato il lavoro per recarmi in ospedale.

    f- chi ha riparato il tubo del gas e quando.

 4- a- Che si chiami a testimoniare il medico competente dr. GG  medico competente di CS, responsabile della sicurezza del luogo di lavoro e della salute dei lavoratori, presente al sopralluogo del UPG dr. Arrigoni il giorno dopo l’infortunio, che ci informi di quanto hanno discusso riguardo l’infortunio. Gli si chieda del mio stato di salute, di quando sono stata addetta al ruolo di stiratrice al rullo, della violazione della privacy da parte del dr. Schiatta che ha aperto la documentazione della medicina del lavoro le cui informazioni sono state usate per affidarmi tale mansione, che si sapeva già sarebbe stata abolita, per potermi licenziare illegalmente.

5- Che disponga una CTU ambientale che accerti la corrispondenza dell’immissione fumi nella canna fumaria predisposta dal progetto di costruzione e agibilità lavanderia e non in quello predisposto per l’inesistente cappa di aspirazione,

6- accerti il precedente episodio di intossicazione, fatto passare per episodio isterico, interrogando Pezzo G ed A.M. Ber,  

d- ed  in applicazione degli articoli 409 comma 2 c.p.p. e ss, fissi udienza in camera di consiglio.

 

Con osservanza.  …………………………………………..Lan…………………

e cosi ha risposto:  la stupidissima motivazione ordinanza archiviazione

e fosse vero quando confidato da un medico del lavoro CGIL, che quando i giudici di Brescia vogliono chiudere un procedimento a svantaggio di qualcuno, di la della verità, lo affidano al " onestissimo CTU" prof Angelo Moretto di Milano.

Ed in tutto questo anche i sindacati si sono dissolti lasciando mano libera alla mafia dei CTU cui i giudici affidano la gestione della giustizia.