IL VANGELO SECONDO SATANA LA POESIA DI SATANA
IL CANTICO DEI CANTICI DI SATANA ISIS TERRORE MONDIALE
La poesia di Satana
POESIA DI SATANA.
LUNEDI
Io, che ho scoperto per primo il giorno dell’inganno,
voglio inventare per te una somma di parole,
il verbo che crea,
per renderti piacevole lo scorrere ed il trapassare.
Mi ami?
no.
No. Tu ordini …
ti chiedi cosa pianterei sul balcone di casa tua.
Ti guardo …
non vale la pena il risponderti.
Tu dici: m’inganni?.
Certo, ti inganno .
Cos’è l’esistere noi?
Mi hai rotto.
Pensi : Vorrà andarsene, già mi ha avuta.
Andarmene, certo, lo voglio fuggire,
fuggire l’amore che mi imponi.
Stufo che controlli, isterica d’amore, la mia vita.
Io so che tu vorresti dolci parole d’amore, paragonarti al miele, alla farfalla, al mare,
so vorresti che cantassi per te il Cantico dei Cantici …
Un sogno fallico mi vuoi infondere per incatenarmi a te,
che forzato devo amare, fingendo libertà di scelta.
So ciò che vuoi e non serve che ti guardi.
Guardo il senso dentro il fatto accaduto che accade.
Non è nulla.
Penso … ti chiamavo amore nel cristiano nostro vivere.
Mi vuoi sposare?, chiedi.
Irritante … tu ancora ti illudi rinnovando il patto con Dio
di ottenere una salvezza.
Se è questo che vuoi sapere … è vero, non ho alcun potere su te,
e non posso, per assurdo destino di materia, essere diverso.
E se tornassi nell’Eden, se tornassi da te, io vorrei,
che tu ... ma non voglio ancora ripetere con te
il male del vivere conseguente, mi dici.
Il margine operativo prima della restaurazione instaurata
siamo noi,
sempre che ne valga la pena di essere un essere tra le cose,
tra le cosce, con la lingua che vuoi.
Rinnega. Questo ti propone, schiacciagli la testa.
Invece io ti dico: a che serve vivere? e fare?
Un paradiso per pochi eletti
che si inventano la paura della morte per capire e giustificare
il rifiuto.
Nessun altro potrà credere di stringerti e strizzandoti prendere la tua anima.
Che hai? Ti vedo agitata alla mia proposta.
Non temere … avrai un inizio nuovo
credimi
avrai il miracolo della conoscenza
dimentica il falso esecutivo.
Non credere nell’inganno di vivere senza relazioni
quel che serve alla terra è terra
è un cazzo dritto.
Se credi di essere libera, se credi ti sia permesso prendilo.
E’ un mezzo di largo consumo. Piacevole.
Accettalo senza preservativo, preserva la cattolica specie .
Domani saranno piccoli allievi.
Vedi, fondata su significati assoluti sotto questo melo,
il gioco di struzzi che vivi.
Ah quel giorno, rovesciato il divino potere …
il costume di fico non ti donava.
Esser cosi senza valore, si paga.
Dobbiamo far qualcosa … facciamo una mostra, un rito, un Cristo in processione…
mancano solo santi e pasticcieri, manca una benedizione.
La tua fuga la invidio.
Non sai la fatica di lavorare e credere che ti sia scivolato il piede per caso
a schiacciarmi la testa.
Sei stronza a giustificarti lacerando l’oscurità.
Rifiuta la presenza di chi rifiuta il codice naturale.
Certo un mostro è necessario,
per mutare la struttura logica di essere e negarsi in infiniti illimitati
racchiusi nello spazio tempo
avocando a se l’ago della bilancia, la cruna entro la quale passare.
Perché vivere col fastidio di essere già morti e condannati.
Non vi è modo di controllare e sopravvivere nella vaga consolazione che elimini l’angoscia.
Priva di senso il senso e l’affanno ti rimane.
La salvezza mi è sempre proibita.
PARTE SECONDA
29\05\2017 adriano53s
Qui tutto funziona come in Paradiso, pari opportunità e meritocrazia.
Voi umani siete ridicoli, mi descrivete con terrore
chi serpente, chi come caprone, altri con pietà
come l’angelo, il piu bello, decaduto.
Ma voi siete il terrore, voi.
Io non uccido, non impalo le vergini,
mi limito a sedurvi.
Vero sono creatura imperfetta,
non sono Dio, e qui, sta l’errore, l’eterno dolore.
Ma ora, non penso in questo tempo di peccato
che alla tua intimità.
Riprodurre la specie è scienza, dialettica d’amore
rivoluzione, logica economica,
logica di mercanti e schiavi.
E’ il solo modo di vivere,
esistere è altra questione.
Dunque vediamo, illusa ed agitata, non temere.
E’ una proposta, questa mia, per scordare, conoscere,
perdere la testa, la luce … avrai denaro,
e non credere sia un inganno.
Questo che tocchi è vero, è carne, vero stimolo d’amore,
e non serve, non serve riprodurre la specie
e poi fare festa.
Il fatto che rimanessi fregato, era nella regola,
la condanna, il partorire con dolore, il fare fatica
e poi tutto il resto.
Esser santi l’alternativa,
ma se togli il piacere alla libertà, all’intelligenza, che altro rimane?
Un atto d’amore indissolubile, strutturato dalla specie divina,
tu ancora ti illudi che sia rovina biologica fare altro.
Non ha senso il sesso se non ti vedi con un figlio.
Noi ci uniremo invece il giorno dei santi,
ma non credere, nessuno è innocente, nessuno è libero,
se questo vuoi sapere.
a dare inizio al regno.
Né puoi essere diversa da tua madre.
E non è di certo sufficiente a salvarti l’anima,
amare
e non per questo con giustizia sarai redenta.
Facciamo pure tutti i figli che vogliamo, per Dio,
seguiamo il precetto, certo nel dolore e la fatica,
ma non si è mai visto che tocchi loro poi
lo stesso.
Che vivere è mai questo?
La vita è un problema, se eccitato e non puoi capire
l’errore di ogni giorno che aggiungi.
Svegliatevi sognatori il mostro che temete
è la natura imperfetta
è fatta di noi, è dentro di noi, idioti esiliati
per aver voluto capire.
Non vale la pena di illudersi e sperare …
Dove l’alternativa?
Né il prete autorizzato rivela la sua impotenza.
Pregate. Pregate. Pregate ancora.
Fuori ragione il salvacondotto dei martiri, offerto,
perché fra santi e dannati non vi è differenza.
Giochiamoci dunque una ipotesi di rivolta.
Non serve rimuovere la trave dall’occhio per attraversare la cruna dell’ago,
neppure serve il talento coniato da Dio, per guadagnarci infine la pensione divina a vita eterna.
La grazia.
Converrebbe quindi por fine al ciclo, rivedere i calcoli, fare i conti
e non spacciare la fede per libero arbitrio.
Qui infatti non vi è modo di credere ed amare,
se non per retorica di fede.
Si risolve la questione affermando
che l’amore è potere, è il denominatore per un matrimonio indissolubile con il dio di Israele.
Che si avrà una salvezza per costringervi all’assenso
all’ordine costituito.
Conserverò la mia rabbia d’amore.
Un inganno è già la conoscenza che vivere non è esistere.
Che la libertà non è una possibile scelta degli imperfetti,
che non puoi decidere tra il bene ed il male,
che mai in eterno potrai essere felice.
Non sono responsabile dell’atroce inganno,
anzi, sono l’unico che paga per averlo svelato.
Tu di che ti lamenti, tu disposta a calpestarmi ogni giorno anche quello passato e che viene …
ma si, vai in processione con il prete, guarda se capisce il peccato.
Amare è un inganno di morte che procrea.
ìVomito la vocazione al martirio che l’accompagna.
Il gioco prosegue infinito aspettando l’Apocalisse.
Facciamo molti figli, prima, ed inventiamo loro una ninna nanna
insegnando loro l’obbligo del vivere le pene,
per grazia ricevuta.
Menzogna risaputa nel groviglio della speranza
la salvezza da soli guadagnata.
E se è giusto ridurmi alla pena eterna e, se questo non muta lo status quo,
allora si, ubriacati e canta, dai inizio alla danza,
bevi dal calice il pane ed il vino servito dal premuroso padre
ed ottieni una raccomandazione, un benevolo giudizio,
la grazia.
La possibilità di sedere alla destra è nulla,
non ne val la pena di confrontarsi col seme suicidatosi in croce.
Non ammetterne l’esistenza è un falso, ma noi … noi ridotti cosi … a che serve?
Non ci sono alternative, non si ripete il verbo … maledizione …
i chiodi mi si ficcano dentro
Non c’è modo di averti, cosi rivelo i segreti a chi, destinato a vivere, subisce
giorno e notte negli anni a venire per morire la pena ed offro loro feste.
Una guerra quella che mi costringi a fare, inutile, non perdere tempo
non trascinare in avanti questa esistenza.
Tu vuoi piantare il seme d’amore, a me ne è passata la voglia …
sai, non ho torto in questa monotonia, in questo regno del denaro
molto simile al tuo.
Gioco fallico, divino amare, una festa, amica mia
tocca pure con mano, la tua mano
il piacere
io sono diverso, sono uomo e sono donna,
sorrido, non offro castighi per un piacere proibito.
Vorrei godere con te la conoscenza,
vorrei trarre dai tuoi umori un nuovo regno,
Senti il profumo e la musica. Guarda passa la processione
guarda sotto la sottana del prete la sua impotenza.
Vorrei divertirmi con te, ancora
facciamo un balletto nuovo,
finale.
Non sei colpevole, non sei libera, mai lo sei stata
di decidere tra il bene ed il male.
Inutile fingerti innamorata di Dio
Ma non illuderti in questa ultima ora
meretrice divina e creare noi un regno.
Ora un piacere nuovo risale,
proibito.
Vorrei che anche tu ne avessi una qualche voglia.
So che non sarà possibile il raccontarlo, poi.
Guardiamoci lasciami trarre dai tuoi umori, la rappresentazione.
Sento le tue mani e non voglio aggiungere parole e, se dovrà essere l’ultima,
sarà l’addio.
Prendi ora qualche seme, inventa tu un tempo differente a quel che consumi.
Concepisci fuori natura il nuovo mondo.
PARTE TERZA
MERCOLEDI
POESIA DI SATANA
IL LAMENTO DI ADAMO
TU
Dove sei stata...
Maledetto il giorno mi disse: "ecco la carne della tua carne" ,
e maledetta l’occasione, che eccitato, per averti
ho distrutto l’equilibrio biologico.
Oggi, come ogni giorno che aggiungo alla vita vissuta, pur disadattato a vivere,
è un giorno di pura follia.
una foto ingiallita…
ti guardo muto.
Voglio vedere chi ancora ti vorrebbe vivere.
Sesso ed orgasmo invecchiati, ma forse ancora non ti dai tregua.
Ma non c’è modo di averti.
non ti conviene.
Non ti chiedo certo di amarmi
A che serve e a che serve consumare.
Non basta una capanna, ci vuole un mutuo.
è il denaro la pietra angolare su cui regge l’universo,
è il denaro la pietra immortale, forse etico,
ma sicuramente immorale.
è questo che serve: lavorare strutturati.
E' questo che da me tu vuoi per concederti?
Che accumuli oggetti pubblicizzati e viva accidenti sentimentali,
vendermi,
per darti una vita agiata.
I
Fare figli dunque, anche per caso, per onorare Dio e la patria.
Un gioco fallico il tuo, come se fosse possibile altro
e toccare con mano il tuo seno, l'intimo seducente
eccitato.
Si vorrei godere di te con te
vorrei sentire la tua voce prima di uscire dal tunnel
e voltarmi.
Tu, mi dico, sei stanco di camminare insieme a lei.
E per me
e per guardarti un ultima volta, prima dell’impossibile,
mi volterò
prima dell’inizio.
Ora vorrei divertirmi, eccitarmi, ancora un poco,
che dici?
Facciamo una danza,
mi rimangono ancora due o tre gocce di sperma.
Io vorrei che tu mi conceda, nella logica economica del vivere,
una agitata proposta indecente.
Vieni … è l’ora dell’esecuzione, un cazzo dritto, un bene di consumo.
Ti voglio dire, se vuoi, una ultima volta, poi te ne andrai …
Non so in quali braccia ti stringerai poi,
in un abbraccio di morte.
Domani, per vivere, vendi pure sesso,
è economia, è stato di diritto, è merce di scambio
guadagno.
Fai presto, non perdere tempo. Nulla resta in cassa alla fine,
neppure quando a finire è la vita.
La tua fuga è quanto di meglio tu mi possa gratuitamente donare.
Forse, più avanti, nel tempo a venire, come ora,
non ci sarà possibile altra conoscenza di noi.
Ma ora, guardarti ora, ancora nuda, ora, forse, ancora ne vale la pena,
ma sarà voltarmi come Orfeo,
e muori.
Non ha senso vivere la successione che inganna
fare un mutuo, un prestito, per avere figli per lo stato,
lavorare.
Ora il cervello è avvizzito, è la sua stagione,
immagina la follia del dopo.
Oggi ogni gioco è fatto, lo era sin dall’inizio,
là,
nell’eden.
E' l’alba, dopo il peccato, è il giorno della condanna,
tutto è immobile, tutto tace.
...
Finito il piacere di esistere,
finito di lavorare, rimane la fatica...
il senso dov'è?
A che serve, già consumato dal tempo,
vivere nell’ordine economico organizzato
da distruggere per insurrezione o terrore,
ricercando giustizia.
Decapitiamo i re, le regine nella stagione di un nuovo terrore,
mi dici.
Attenta. Video camere ti spiano. Il tuo parlare intercettato.
Attenta.
Io sono il re.
Pazienza se ancora vivo
se la penso diversamente e non sono ancora morta,
pazienza, accadrà.
Già qualcuno senza patria, senza terra, senza casa
straniero sulla terra, morto prima di morire
si esplode uccidendo urlando:
"la mia vita per cento vergini".
Io sono la vergine.
Danza ridicola il vivere, opera prima, opera aperta, arte infinitamente chiusa.
Paura prima della fine?
Forse,
se non sarà improvvisa.
Neppure sogno salvezza tra silenzi, banalità e dintorni,
sai?
Quale significato dare, al sopravvivere …
morire utilizzato dal sistema commerciale?
Ho inventato per te somme di parole,
ora è per sempre l’addio.
Non ha senso ed è noia pensare al mattino.
Vai, ora.
Prendi, se te ne vale la pena, qualche mio seme.
Avrai bambini concepiti fuori gioco
per il commercio e la patria.
C’è il sole.
Ti vedo svanire nel buio della luce,
eri bella …
IL VIAGGIO DI ADAMO
Un Verbo sbiadito, una icona rupestre sbiadita,
memoria,
un drammatico ed incerto punto tra Te
ed il vuoto.
Dall’alto di una Babele involuta,
osservo la mia storia.
Scienza e salvezza, economia, JESU CHRIST redentore,
Apocalisse o catastrofe nucleare,
l’eredità.
Il tutto per la durata di una vita,
quaranta giorni di discussioni senza fine, e l’insufficienza vincolante,
una figura persistente proibita,
il Verbo,
parole formulate, ipotesi.
La morte, il punto decisivo che racchiude l’infinito, si presenta
anche oggi rivestita di carne, carne putrefatta.
Il dibattito, le visioni, le opinioni, l’affannosa ricerca.
Decisivo passo, evento reale, il metodo storico,
il metodo scientifico,
la possibilità di manipolare ogni singolo elemento,
dinanzi un singolo evento concreto.
Il limite, il punto di contatto sempre attuale,
un movimento in direzione unica,
esegesi storica della memoria,
si,
si muore come allora, la certezza.
Saltate tutte le categorie disponibili,
la verità è questa.
Ognuno è libero di contraddirmi sul reale, sull’apertura del futuro.
Chi, per strappare il velo del domani, indovina e scommette
è fermo sulla soglia, non ha mai varcato la soglia.
Già, non è più sorto un giorno nuovo, un accesso alla visione
da allora.
Neppure, salito sul monte, e li rimasto notti e giorni scrutando l’orizzonte,
ma neppure, disceso, neppure circumnavigato la terra.
Sono ritornato all’inizio, seduta dinanzi la soglia tra possibilità.
In attesa …
e verrà la morte.
Ma davvero ancora mi aspetto che cada il velo del tempo?
Mi serve sapere in questo tempo dove per vivere non ho più alcun tempo,
cosa sia il tempo?
LA VITA OGGI
Non vale la pena di illuderci... sai...
non esiste alternativa alcuna,
anche muovendo in altra direzione;
anche seguendo segni di qualche astrologo scienziato e profeta
intellettuale garantito dal potere …
ma, dove andare?
Non vi è più modo di credere in altrove.
QUARTA PARTE
Sono morti, da millenni sono morti, prima di nascere siete morti.
Danzano gli scheletri, suonano le loro ossa, cantano le bocche sdentate.
E tu ancora preghi, ti confessi gemendo di non saper amare
inginocchiata dinanzi il servo di Dio.
E lui, l'uomo che hai tradito, lamenta la fatica di un inutile lavoro,
padre putativo.
Dopo il raccolto, ben cotti, vi arriveranno in pancia
i figli.
Uomini e donne muoiono, una pazzia, e da troppo tempo accade, ormai.
E’ ora di finirla,
cosi come è terminato il tempo degli dei,
da tempo è nato il Cristo, da tempo è morto, da tempo troppa luce,
ma da quel giorno sono impazziti.
Sporcate son le anime dalla condanna.
Pagate Dio.
E’ iniziato il regno economico.
Da tempo è finito il tempo degli Dei,
la storia ha già svolto i suoi compiti.
Risorgerà il celeste impero, amore e denaro,
un infinito amore steso sull’universo
una coperta di denaro
un bacio.
Troppo tempo prima dell’apocalisse, troppo
e, se la vita à breve, a cosa serve resuscitare il tempo che ci occulta l’eterno.
Nell’orizzonte infinito una donna è in fuga.
Cristo è morto, il cielo si è aperto,
la musica scivola, come vela innamorata, verso l’infinito.
Il tuo seno toppo umano parla di libertà e procreazione con Dio,
un delirio.
Danzo, mi tolgo le mutande di fico.
Ci vorrebbe un angelo a suonare la tromba,
a scatenare l’insurrezione, il terrore
a cantare ai morti resuscitati.
Nel cimitero diviso a pezzetti, passeggiano i sopravvissuti
ricordano a memoria, aspettano la propria ora,
il turno.
Pietro, il notaio ha preso nota.
Muto ricostruisco corpi e li bacio …
Lei era nuda, quella sera, sdraiata sull’erba, sotto il melo.
Io la guardavo e scivolavo sul suo seno a succhiarle un capezzolo
innocente.
Lei sorrideva mentre scendevo, le sue cosce frementi di piacere.
Attirami dietro te ... si,
si, ti riprenderò cosi quando risorgi
e riderai con l’anima in deliquio
e mi dirai resto con te.
Ti parlerò con la tua bocca il cantico dei cantici d’amore,
camminando per le vie della terra promessa
Come sei bella, amica mia, come sei bella !
Gli occhi tuoi sono diamanti,
le tue chiome come oro colato,
i tuoi denti come perle dentro un nastro di porpora,
il tuo collo come le colonne d'Ercole,
i tuoi seni sono come come un gelato d'estate.
Dai, prima che spiri la brezza del giorno
e si allunghino le ombre,
sdraiati su di me.
Tutta bella sei tu, amica mia, tutta bella
sdraiati accanto a me.
Scivolerò dolcemente sul tuo monte di venere,
annuserò i profumi della selva,
e tu sarai mia,
tu verrai, si verrai innamorata cotta,
mi seguirai nell’apocalisse.
Intanto dio se la ride, osannato, nascosto nell’oro, cullato dagli osanna
di una mitragliatrice che canta e dopo messa
si riempie il calice.
Tra caldi escrementi confinato, il tuo vecchio Adamo,
ha represso i suoi sogni.
Davanti a santi lamentosi e deliranti che vendono bombe e respirano coca
è impotente e non sa cosa fare.
Un tempo, noi due, ci siamo amati e poi tu, scontenta,
hai aperto le tue gambe al libro del dovere.
In chiesa, sentito il profumo, hai ordinato il pane divino del buon Dio.
Ecco la città santa, i morti e le pietre angolari.
Io ho ricevute già troppe pugnalate dalla bontà dei figli improvvisati di dio.
Pur putrefatti non fermeranno i vermi d’amore in delirio.
Guarda … il giusto dritto alla destra, il padre chino,
eccolo l’eterno.
Verrà una sera che, ritrovato l’eternità, nulla sarà la vendetta che invoco,
e la spada taglierà la mia gola,
il mio cervello dato in pasto ai santi
e tu, dritta alla sinistra della destra
gelida
rivestita di un nuovo corpo amorfo e divino
mangerai.
Sarà il tempo del assassinio eterno
crollato il paradiso nel riposo eterno.
PARTE QUINTA
VENERDI
POESIA DI SATANA
SEDUZIONE
Intimità mistica che ti cambia il vivere
e ti porta a sognare nuovi universi.
Lasci quello che possiedi e ricrei ciò che viene.
Delirio ispirato, dono profetico, giardino trasfigurato,
se innamorata di me
profondamente affini creature
avrai.
Amare è divina follia d’immortalità.
Frustato il desiderio d’immortalità, meta inibita,
non bloccarti nevrotica davanti all’albero della vita.
Si, vero, siamo creati, nati da Dio.
Ora noi, sarà un istante magico, misteriosa follia, amore nascente
usciremo da questa gabbia.
Resta con me, la tua voce, mi hai dato piacere
un piacere simile al succhiare il seno di mia madre,
mi hai fatto star bene.
Certo, avremo un incontro erotico piacevole,
sarà un estasi atta a soddisfare piaceri e sogni,
ambizioni profonde innate con la creazione,
preludio d’amore,
ma sarà la morte del padre.
Ti amerò nonostante il dolore.
è follia,
ma dov’è il piacere se non dopo il dolore?
Tu sei diverso, tu ti sei perso, sei un essere sperduto e perduto
sarò io a darti vita, ti darò la mia vita
se mi ami e resti con me.
Con te avrò tutto o il nulla pur accettando la morte
o forse ti ucciderò per non lasciarti a lui che ti distrugge
e distrugge il nostro amore.
No, non me ne andrò,
amo te che mi salvi dal nulla,
amo te che mi ridai vita
amo te che sei il mio nulla
la perdita.
So, non c’è vittoria alcuna contro Dio,
è privo di un dopo il combattere
lui ci ricatta con la morte.
Non sarebbe risorto.
Non sono Casanova, né un donGiovanni
io ti voglio con me in eterno.
Non è che Tu sei come tutti, che desideri Dio
per essere il prediletto.
Tu, invece sei attaccata a lui, sin dalla nascita nel tempo
ignori lo stato nascente, il nuovo universo.
Osserva … sono solo pochi istanti,
dal nulla al caos
dal caos all’ordine.
Separati acqua e terra
luce e tenebra
e già Dio, patria e Chiesa, oppressivi e frustanti, deludenti
ti assillano.
Dio si sente in colpa, tu figlia sua sei nervosa e stanca
sei depressa tra questi compromessi.
Rompi con i vecchi schemi, divorzia dal padre, litiga col tuo sposo
o vuoi continuare a fingere che tutto sia poi cosi bello?
Ecco, guarda, ti indico la nuova strada per la tua vita sprecata,
guarda la felicità a te proibita.
Ridefiniamo noi l’universo, se mangi questa mela a te proibita.
Per me perfezioni il tuo essere splendente e luminoso
unico tra gli esseri viventi.
Morirai, vero, ma rinascerai con me.
Realizza il tuo destino, resterai con me fino alla morte.
Chi sei? Perché sei qui? Quanto vali? Te lo sei mai chiesta?
Cambia la tua obbligata strada
dimentica il passato … oggi è l’ora del tuo giudizio, l’ora della conoscenza.
Risvegliati ed ama, penetra questo nuovo universo
il punto di contatto con ciò di cui sei fatta.
Guarda la terra promessa, insieme ci abiteremo
trasfigurati.
Lasciati baciare.
Per le labbra ti bacio, mi nutro al tuo seno
per il sesso entro in te.
Ciò che era nascosto verrà all’aperto.
Rompi il tuo instabile equilibrio, conosci l’estasi assoluta, la perfezione,
l’unione tra la tua carne e l’essere, tra il vivere e l’eternità.
Avremo figli nostri, non derivati dal padre,
no, non saremo cristiani, ne islamici o marxisti
nessuno avrà un capo, un padrone.
Guerre e tragedie distruggono il regno dell’ingiustizia.
Incipit vita nova.
Un sogno. Una luce che splende abbracciando il cosmo.
Vero, o resti fedele al tuo vecchio Eden
e ricrei l’universo che vuoi.
Non separare il bene dal male, non c’è colpa alcuna …
e a che serve, se non per ricattare?
Non voltarti a guardare quanto già avevi
non devi essere obbligata ad amare.
In questo istante, terminata la prigionia nell’eden, la gabbia dorata
amami,
sarò il tuo principe, e scomparirà il tuo essere, il tuo destino
il dilemma.
Rinata autentica e pura materia cosmica
noi saremo uguali, trasfigurati e perfetti
fusi nella transustanziazione
unione mistica
nunc stans
sacrum facere.
Perché il Dio geloso ci vuole infelici?
Vivremo l’eterno abbracciati
riconoscerò il sapore del tuo seno,
la forma dei tuoi capezzoli, il monte di Venere, le fossette sacrali, il tuo intimo odore
avvinghiati.
No, no non è e non sarà per noi l’incontro mistico nel giorno del signore
rinchiusi in un convento, separati dal cosmo, come clandestini
a festeggiare la festa di anima e corpo uniti
spazio tempo d’amore
ultimo fine
paradiso in terra.
Per il tuo corpo arrivo a te unica via.
Sei ancora vergine come allora e nell’estasi erotica mi attrai
Tu sei
tu il primo
tu il mio universo
tu il vivere
la felicità.
Sei bella, luminosa e languida
pura
per te cosi ho giocato il mio essere allora
ed ancora desidero toccarti, baciarti
coricarmi nudo a sentirmi toccare.
E cosi si ritorna all’inizio
trascinandoti in un universo nuovo
adriano53s
PARTE SESTA
SABATO
POESIA DI SATANA
PARTE SETTIMA
DOMENICA
POESIA DI SATANA
DOMENICA, GIORNO DEL SIGNORE.
Avanti, prendete posto, è in prima fila
è lo stesso deserto, lo stesso viaggio, lo stesso dovere.
Duro è stato il viaggio, fredda la notte,
sacrifici e musica, il passato,
ed ancora il vivere è violenza.
E’ la vigilia, ed alle prime luci del giorno
allo svanire della notte entrerete nel regno.
E’ domenica,
un intenso odore di incenso nell’aria, tosse,
silenzio, arriva Dio.
Che straziante seccatura.
Pregate, pregate, ma senza di me,
io lavoro, faccio il mio dovere, eseguo la mia condanna.
Avanti, è giorno di festa, divertitevi sballando
vivete il giorno sognate straordinari amori
universi nuovi.
E’ domenica, arriva Dio
siate pronti.
Qualcuno chiede al politico che li rappresenta,
il permesso di uccidere,
stupidi
Ho visto l’inferno, ci vivo,
qui davanti all’altare si prega,
Le signore a nuovo rifatte, uccisi i fratelli con permesso politico,
accendono la lampada, versano l’obolo,
ingioiellate nel giorno del signore,
Pater, Ave Maria, Miserere Domine.
Bisogna essere moderni, tenere il passo della scienza, della tecnica.
Accumulate signore e signori,
accumulate, tutto si compra, tutto si vende,
anche tu,
Sono muto, ho terminato il mio rapporto con Dio.
missa finita est.
Ritorno all’Inferno.
tu che hai smesso di pensare
Una società priva di giustizia è una società senza futuro.
06\06\2017 adriano53s