Iblīs e maometto

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-Credimi Iblīs, li per li  non capivo. Succede a volte di sbagliare, specie se ci si crede onnipotenti. Eppure l'avevo già posseduta. La verità era che l'aspettavo da tanto tempo Volevo annusare ancora la sua pelle, il profumo del muschio. Volevo assaporare l'odore del suo sangue. sai, era ancora vergine quando mi fu data in sposa dall'arcangelo. Ora, averla di nuovo a disposizione e poterla possedere, era troppo eccitante.

- E tu?

- Io sorrisi allungando le mie mani sui suoi seni.

- E lei?

- " Sei ridicolo Maometto", mi disse. " Cosa pensi di fare?" Grandi cose. Risposi, immobilizzandole le mani. Entrambi nudi. Inginocchiata davanti a me. Il membro eretto dal desiderio, ma invece di prenderlo, disse: " non sai quello che ti tocca.".

- Che volevi?

- Farla di nuovo mia. Invece, mentre la possedevo, persi ogni potenza virile al sentire dirmi " che noia. Voi uomini volete sempre la stessa cosa, anche qui in paradiso. Non penserai di essere Allah e di procreare. Già non ci sei riuscito una volta."

- Tu avresti voluto, perché non voleva?

- Non capisco. Era tutto perfetto. Sorrideva.

- Non poteva che sorridere. Non Credi? La stavi montando come fosse una bestia.

- Le stavo dando piacere. Quando tutto fu finito le dissi di piangere. Non mi piaceva vederla sogghignare.

- E lei pianse?

- No, che non pianse. Si prese il capo tra le mani.

- E che fece?

- Dammi il tuo membro. Disse. Devi soddisfarmi. Io, mi chinai a guardarla. E mi tagliò la gola.

- Fece un gesto inutile. In paradiso non si muore.

-  Allah guardava divertito.

-E lei che disse?

- "Io non so, disse, ma quel che viene dalle tue mani è sempre ambiguo." Chissà che voleva dire.

 

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