ti amo, eppure...
Ti ho parlato, ma non hai saputo ascoltare, ti sono restato in ascolto affinando il mio sentire non sei voluta neppure essere nel silenzio. Come poteva dunque vivere l'amore, o nascere un'amicizia senza la condivisione e il consegnarci? No, non sei voluta essere nuda ai miei occhi, non ti sei aperta all'ignoto, non hai messo in comune i pensieri, i sogni e le attese, la visione della vita, i progetti. E sapevi che ti ascoltavo, sapevi che accettavo il tuo modo di essere. Hai voluto mettere tra te e me solo difese e barriere. Ti amo... eppure finirà tutto di noi, e nessuno saprà, e finirà materialmente il giorno che mi avrai restituito la mia anima. Nel frattempo non posso che darti silenzio e restarti di nuovo in ascolto. Ciao.
28/02/2018@a
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Io continuo a pensare a quanta letteratura, a quanti bet-seller che raccontano di un viaggio alla ricerca di un sé tra prostitute e foreste non siano, in realtà, pornografia sia per il corpo che per l'anima. A quanta vita sprecata dalle parole, a quanta verità inascoltata, per guadagno o comodità... Perché, perché dobbiamo accorgerci della vita solo quando si muore? Perché?
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