VITA A SPOON RIVERINDEX

 

Oh quanto silenzio, e quanto tempo è passato

e come non ti accorgi di quanto la vita si allontana!

E' da un po' che vedo che agisce in te il no che uccide e fa male.

Non vuoi che la nostra strada sia la stessa.

Io ci cammino ed ingiallisco lento

nella solitudine

incontrando un paesaggio dove si confondono

i grigi oscuri di corpi che rincorrono l'affanno

cadendo pesanti nella rassegnazione,

alienati a sopravvivere

come prostitute nude nell'amplesso col denaro

come ubriachi angustiati di poter maledire chi ruba e spia

come amanti distratti per divertirsi

dimentichi di come sia lieto il vivere amando.

 

Ieri per una crepa e per un certo tempo ho rubato amore al tuo tempo

la tua prodigiosa incarnazione,

mentre su te sostava l'universo nella sua gamma di colori,

mi schiudeva il tuo sesso umido chiuso

 rimettendoti per me in gioco.

 

Mi basterà domani ricordare domani quello che accadde tra me e te

per credere che non è questo l'universo nel quale dovrò vivere?

Perché noi non sentendo svaniamo, ah, noi esaliamo ad estinguerci vivi?

Perché?

E contro chi e con che debole forza io lotto solo per poterti trascinare

dalla tomba, nell'inquieta vita, per penetrarti d'amore?

E se io gridassi, mi udresti mai?

Che importa... con te rifarei tutto, e di nuovo, pur sapendo, anche da capo.

 

25/02/2005@a

 

 

Veni, vidi, vinci… Nunc, Ave Clella, morituri te salutant