CAPITOLO
VIII
Silvano aveva iniziato a vivere la vita
vera. La noiosa e degradante vita militare, fatta di folk nazionale, aveva fatto
di lui un potenziale omicida. Così è la vita. Suo padre gli aveva ottenuto un
posto d’impiegato in un ente statale. Il lavoro non era pesante e lasciava il
pomeriggio libero. Il guadagno era però minimo. A Silvano questo non
interessava molto, ma era intimamente convinto che per essere felici era
necessario avere una buona posizione sociale; era necessario guadagnare molto.
Per questo il pomeriggio non l’occupava più a fare straordinari, ma studiava
per migliorare in seguito la sua posizione. Pur litigando con i genitori era
andato a vivere da solo in un monolocale. Voleva essere indipendente, cominciare
a pensare da solo alla sua vita. La giovinezza era finita, per sempre. Solo ora
si accorgeva che erano stati gli anni più belli.
-Ricordi quando andavamo in balera? Ci
andavamo a piedi o in autostop.
-Già. La nostra ambizione di allora
era di convincere il maggior numero di ragazze a ballare. Avere un’avventura e
tornare liberi
-Certo, non tutte ci stavano.
-Così era più eccitante.
-Conosci Franca? Bella donna vero?
Guarda com’è abbronzata. Guarda come cammina.
-Non è la tua fidanzata?
-Non mi avrebbe mai lasciato per andare
con quello se avessi avuto un auto. A lei piace divertirsi, ma a chi non piace?
-Ciao Claudio! Ciao Silvano!
-Ciao. E’ un po’ che non ti si
vede.
-Sono stata al mare. Ora cerco marito.
Ciao.
-Quella li, se avessi un auto, sarebbe
mia. Affermò Claudio.
-Guarda che a me ha fatto
l’occhiolino. Replicò Silvano
-Non ci credo.
-Ha sempre avuto un debole per me.
-Lo so. Ma sembra che adesso cerchi
altro.
-E tu?
-Io una ragazza ce l’ho.
-Non lo sapevo. E si che siamo amici da
sempre. Dove l’hai conosciuta? Da militare?
-Prima di andare militare.
-Non me l’hai mai fatta conoscere.
Hai paura che te la porti via? Ad un amico non farei mai un torto simile.
-Non posso fartela conoscere. E’di
Parigi. L’ho conosciuta al mare.
-E tu hai una donna e non è vicino a
te?
-Conto di recarmi da lei tra qualche
settimana.
-E’ una cosa seria?
-Si, ci sposeremo presto.
-E pensare che volevo proporti di
divertirci, come ai vecchi tempi.
-Bisogna cominciare a pensare al
futuro. Bisogna mettere la testa a posto.
-C’è tempo.
-Poi un giorno sceglierai una donna,
lei sceglierà te; se la convincerai che vivere con te ne vale la pena.
-Io appena riesco ad avere una casa mi
sposo. Intervenne Luca che aveva ascoltato la conversazione.
-Allora non ti sposi più. Gli rispose
Claudio beffardo.
-Io guadagno bene.
-Sarà anche vero, ma alla fine del
mese non ne avanzi mai.
-Posso cominciare a risparmiare.
-Non ci riuscirai mai.
-Sarà. Ma io la casa la voglio prima
di sposarmi.
-Ti conviene tentare una rapina, allora
o la fortuna. Se no rimani scapolo per tutta la vita. Cosa credi! Che a me non
piaccia essere proprietario di una bella casa e viverci con la mia donna? Ma io
so che non ci riuscirò mai. Per questo non mi voglio legare ora. Ora voglio
divertirmi, poi vedremo. Continuò Claudio.
Intanto Silvano sognava la sua casa. La
sognava circondata da pini e da abeti. Sognava la sua donna, la sognava nuda
davanti al fuoco del camino. “Non la lascerei mai.” Pensava.
L’umanità viveva momenti critici. In
Medio Oriente era scoppiata la guerra per il possesso del petrolio. Al di là
dei motivi politici, era il tentativo di un paese del terzo mondo di elevarsi a
potenza mondiale sconvolgendo l’ordine costituito a Yalta dopo la seconda
guerra mondiale.
Questa guerra dimostrò al mondo intero la debolezza della Russia come potenza, dimostrò il suo bluff e dette inizio ad una nuova epoca nella gestione del vivere umano: l’epoca dell’assoggettamento dell’umanità alle regole economiche, sotto diretto controllo della potenza militare più ricca.