canto d’amore proibito

 

Complice lo champagne bevuto alla festa dell'ultimo dell'anno, complice la curiosità suscitata dalla tua affermazione "qualcosa di rosso lo porto" ho desiderio di farti mia, di fare l'amore con te. Ricerco il momento, che ci ritroviamo soli...

- Il reggicalze? Di rosso...Ti chiedo.

- Non il reggicalze, il reggiseno. Mi rispondi.

- Dai, solleva la maglietta...

- Non certo al primo che incontro.

Ti attiro a me dolcemente, ti convinco:

 - Non ti farò nulla. 

Inizio a cullarti dolcemente. Mi assecondi. Le nostre mani si cercano.

- Vieni.

Nuda sino alla cintola, distesa sul letto, ti carezzo lievemente. Mi lasci fare ed a tua volta mi contraccambi. Il desiderio di baciarci profondamente ci assale entrambi, ma è soltanto uno sfiorarsi delle bocche.

- Cosa vuoi da me?

Cosa voglio da te? Una nuova donna? Cos'è che mi trattiene da un addio definitivo a mia moglie? Il fatto di avere i piedi per terra? La responsabilità o qualcosa d'altro? Troppe domande alle quali sarebbe inutile rispondere. Il solo modo per combatterle è il non porsele. Voglio ignorare la tua domanda:" cosa vuoi da me?". Continuo ad accarezzarti  per memorizzarti, come se fosse l'unica possibilità a mia disposizione con te.

Nonostante i movimenti dei nostri corpo accennino al desiderio dell'unione, rispettiamo entrambi il tacito accordo di non arrivare all'amplesso.

Uno strano concetto etico e morale, nella complicità di noi due, la tua mano che scorre sulla stoffa dei miei vestiti a sentire e accarezzare il mio intimo eccitamento; la mia mano che ti carezza ogni centimetro di pelle dalla cintola in su.

- Non voglio diventi una cosa banale. Mi dici. 

La luna illumina la camera. Mi fermo un attimo dal carezzarti e dall'abbracciarti, per guardarti.

- Mi sento osservata. Mi sussurri attirandomi tra le tue braccia.

- Sei bella, mi piacerebbe vederti nuda.

- Grazie.

- Stupida.

Cerchi l'intreccio della mia mano, un simbolo d'amore, tentenno un attimo cercando di decifrarne il tuo significato, poi ti lascio fare. 

Le tue mani scorrono ora la pelle del mio torace.

- Sei pericoloso. Mormori. Ma forse già siamo entrambi caduti nella trappola della vita. 

Il mattino ci coglie ancora svegli ed abbracciati. A malincuore ci lasciamo, non ci diamo neppure un appuntamento. Sappiamo che ci saremmo ritrovati.

- Rimani ancora due minuti. Ti chiedo.

- Non ho problemi. Mi rispondi. Non c'è nessuno che mi aspetta a casa.

E' la seconda volta che ricevo l'identica risposta. La donna con la quale avevo vissuto una storia clandestina, una single di trent'anni, una single sbagliata, diceva di esserlo per scelta, ma che mi avrebbe voluto per sempre, mi aveva detto la stessa identica frase.

Anche in questi giorni mi telefona per fissare un incontro nel letto di casa sua, "solo per fare sesso, dice, senza impegni."

"Cosa vuoi da me? " La domanda rimasta nell'aria senza risposta, mi risuona continuamente nella testa mentre ritorno a casa. "Cosa voglio?" Una domanda stupida...voglio averti, voglio fare l'amore con te, ovvio. Perché mi sono trattenuto? Perché ho voluto aggirare le tue difese per conoscerti? 

Concentrandomi sul tuo volto, la tua pelle, sui tuoi piccoli seni, il capezzolo, mi lascio preda del sonno.

 

insieme

 

Di nuovo insieme, di nuovo abbracciati. Il tuo cellulare squilla. Tu rispondi allontanandoti. Ritorni poco dopo. Non ti chiedo nulla, non ti chiedo chi è. Osservo soltanto: " sei diventata triste".

- Non sempre le cose vanno come si vuole.

- Non voglio farti del male...com'è che è finita con tuo marito?

- Ogni anno si recava a in vacanza con i suoi amici, ogni anno mi tradiva.

- Perché lo hai sposato?

- Incidenti di percorso. Ero incinta.

- Non ci si sposa per quello.

Non rispondi nulla. Ci abbracciamo. Ancora una volta le nostre carezze si fanno audaci. Le mie mani ti sfiorano dolcemente facendoti rabbrividire. Rabbrividisco, a mia volta, al tocco delle tue mani. Bacio i tuoi seni, li succhio dolcemente mentre con le tue mani me li porgi. Penetro con le mani sotto i pantaloni ad accarezzarti i glutei, ma non oso, non ancora, andare oltre... ancora non ti percepisco pronta o forse non voglio farti un affronto, forse non voglio deluderti infrangendo il tacito accordo di fiducia nato tra noi.

"Sei fragile", ti dico, leggo nei tuoi occhi nostalgia. 

- Gli altri non mi vedono così.

- Gli altri, ma tu sei così.

- Perché tu mi sai leggere?

- Perché io guardo i tuoi occhi.

- Perché stiamo bene noi due? Cosa ci attrae? Non sono una che si concede così al primo che incontro.

- Forse perché entrambi non abbiamo secondi fini che farci stare bene a vicenda senza nulla imporre.

Ed anche questo secondo incontro termina dopo una notte di carezze e di frase sussurrate.

- Mi lasci il tuo numero di cellulare? Ti chiedo.

- Non lo possiede nessun altro. Dici scrivendomelo su un foglietto.

Rincasi. Saluto i miei figli pronti per recarsi chi alla scuola materna, chi a scuola. Mi spoglio e mi sdraio sul letto. Socchiudo gli occhi, cerco di ricordarmi la notte appena vissuta. Ancora una volta non ci siamo dati un appuntamento, penso prima di cadere vittima del sonno.

Mi sembra di conoscere tutto di te: quarantenne, vivi con un figlio maggiorenne, mantieni buoni rapporti con  il tuo ex marito, sei libera ed indipendente... hai la nostalgia...il rimpianto...il desiderio di una vita diversa, un passato diverso, regalare, il valore della donna che sei, a qualcuno che ti ami. La tenerezza, la carezze pur tra l'indipendenza, gratuita, libera...è questa la causa, questo il segreto di quanto sta accadendo tra di noi.

- Di te conosco poco, mi dici. Tu non parli molto...com'è tua moglie?

Mi hai posto la fatidica domanda molto presto. La mia risposta è evasiva, ma sufficiente a svelare la mancata tenerezza, il mancato interesse, l'ostacolo alla mia vita intellettuale da parte di mia moglie.

Tutto questo ricordo ora, sveglio. La luce del sole entra nella mia camera da letto. Mia moglie è al lavoro, i miei figli sono a scuola. I pensieri, i ricordi fluttuano liberamente nella mia mente, disordinati, senza senso, a ricerca della logica dei fatti passati, nell'attesa di poter costruire un futuro. Un futuro? Già, un futuro, ma quale futuro? A quale prezzo? Come a confermare le teorie di certi scienziati psico-somatici, una fitta mi comprime la bocca dello stomaco. Non serve neppure l'aver ingerito un anti-acido... l'es esige una risposta ed una scelta. Una scelta che da anni ho rinviato, una scelta che ora m'appare ancora più difficile.

Come si fa a dire alla madre dei tuoi figli, non sei più la donna adatta a me? Come si possono azzerare gli anni vissuti insieme? Io non voglio arrecare male a nessuno, ma il male è, probabilmente, intimamente connesso ad ogni azione, ad ogni scelta. Mia moglie è solo madre, anche il corpo, ormai irrigidito dal grasso, difeso perennemente da pesanti vestiti, non mi offre più la sensazione di tenerezza, la complicità necessaria. Lei si è sempre rifiutata alle carezze, agli abbracci... forse per educazione ricevuta, forse per chissà cosa d'altro, io da tempo, bastonato, ci ho rinunciato. La realtà è che viviamo insieme, ma come fratelli, forse meno che come fratelli, come colleghi di lavoro nell'allevamento dei figli. Come altro si potrebbe ormai chiamare la nostra vita insieme?

Marinella...come proseguirà la nostra storia appena iniziata. ancora non lo so. 

Marinella, tu sei fragile, Marinella sei delicata, Marinella porti con te la nostalgia di un amore, la nostalgia di una famiglia che hai persa. Ma l'ho forse avuta io? 

Marinella tu mi porti voglia di vivere, vitalità, tenerezza, fragilità, carezze, disponibilità...un corpo magro, non teso, due piccoli seni morbidi... Cosa mi trattiene dal distruggere tutto, dall'azzerare il passato  per vivere insieme a te?  

Non certamente, da parte mia, la paura di un rifiuto da parte tua.

Tu sei già stata alla prova, tu hai già detto addio ad una famiglia. Cos'è allora che m'impedisce di pensare alla drastica scelta? Una morale? Un'etica? Quale morale? Quale etica nell'anno 2002? 

Internet è pieno di coppie che ricercano lo scambio di partner o di cacciatori di sesso di qualsiasi genere. Il mondo ricco è in guerra contro gli oppositori tacciati per terroristi o per anti-evoluzione. Il liberismo economico vuole stravolgere la vita d'ogni giorno assoggettandola alla legge della giungla e del più fortunato, coprendosi con una pseudo-etica di pari opportunità, libertà e meritocrazia...inesistenti. I pensieri che assorbivano ed immobilizzavano la mia mente scompaiono improvvisi: pensiero fisso, ora, sei tu.

Conosco le forze che hanno scatenato e reso possibile il nostro incontro, ma le forze che lo impediscono quali sono? Soltanto vigliaccheria? Certo, per evitare complicazioni gravi, mi dovrei accontentare di una relazione del tipo amicizia erotica...ma non ho nessuno spazio, nessun tempo a mia disposizione. Mia moglie controlla ogni mia mossa, ogni minuto del mio tempo. Che fare? Ritornare nella vita, fattasi ormai grigia del quotidiano, illuminata soltanto dalla presenza dei figli o iniziare una nuova vita con te? Ma quale vita? Cosa conosco di te? Tutto e nulla. So soltanto chi sei ora, non cosa facevi, quali interessi avevi, quale vita di relazione vivevi. Non so i tuoi programmi, le aspettative che ti sei fatta su me. Dicono che l'amore debba per forza avere un progetto comune, se no muore. Quale progetto comune abbiamo noi? Cosa penso di te? Perché iniziare una storia che non posso dominare? Una storia, che dopo il piacere, lascerà certamente il dolore. Una storia che potrebbe cambiarmi la vita?

- Cosa vuoi da me?

La domanda mi ritornava ad ogni istante che penso a te. Cosa vuoi, tu, da me?

So che dalle risposte dipende il seguito del nostro incontro. Nel turbinio dei pensieri che occupano la mia mente, rammento, di averti detto dell'unico spazio tutto nostro, spazio segreto solo per noi, frammento di tempo rubato alla continuità del tempo. Ma è questo quello che tu vuoi? 

 

l’incontro

 

- Ascolta, amico. Come a straniero posso confidarti questi fatti. Non spaventarti delle mie follie, non giudicarmi.

- Sono attento.

- Dormivo, una sera, ad occhi aperti. Venne la notte. Ebbi un brivido e la vidi. La vidi che mi guardava. Mi parlò. Le parlai. Abbiamo parlato, parlato ed ancora parliamo. Ascolta! Mi sta innanzi, una donna. Non sorride. Mi parla. Mi guarda. Io sto attento. La guardo. Le parlo. I suoi occhi, il suo corpo, la sua anima hanno visto e subito fatti terribili. Li vedono ancora. In questi occhi c’è l’urlo soffocato, la violenza, la pietrificazione; in questi occhi c’è un forte desiderio di rinascita. Tutto questo io l’avevo dimenticato. Sposandomi credevo che il desiderio, l’inquietudine, l’angoscia della ricerca finissero.

- E non è vero?

- Forse è così. I pensieri non attanagliavano la mia mente a chiedermi perché. Ero immobile, intangibile, immortale, come un Dio. Non soffrivo. Non vivevo. Il tempo scorreva senza sfiorarmi. Ero tranquillo e fuggivo ogni occasione. Non avevo bisogno di niente e di nessuno.

- Perché allora l’hai guardata? Perché l’hai vista? Perché le hai risposto?

- Non so, amico straniero. Non la cercavo. Poi quella sera la vidi, le parlai, l’ascoltai, la desiderai...

- Tu dunque hai accettato?!

- Si! Ho voluto che lei mi si rivelasse.

- E lei?

- Non è fuggita...

- Racconta, che disse?

- Ed io? Udii come un soffio di bufera scuotere la mia anima immobile, inondandola d’emozioni. Ed io? Continuò. Io voglio nascere, io voglio venire nudo, non so ancora se maschio o femmina, in questo tuo universo.

- “Chi sei tu?” Risposi mentalmente, mentre un’indefinibile angoscia avvolgeva, come una nebbia autunnale, il mio io vigile e creatore. Sai tu, mormorai, quale universo io nascondo? Tu non lo sai, ma io non ho bisogno di niente e di nessuno per essere. Io sono un serpente, un Clown, uno che ha sospeso la sua vita, uno che sopravvive divertendo.

- Sono un’anima. Mi comunicò sorpresa. Sono fragile, nuda, ma vera.

- Un’anima? Credo d’avere un po’ paura ad accoglierti e perdermi nel tuo universo. Da tempo ho cessato di chiedermi chi sono, da dove vengo e dove vado.

- Io non chiedo nulla.

Un lampo di tristezza le solcò il viso...fu allora che l'amai, fu allora che desiderai follemente fosse felice.

- So quello che vuoi, la conosco questa strada e mi fa paura...o é arrivata l’ora di ricominciare? Ma sappi, io non sono capace di divertire un’anima, se è questo che cerchi.

- Che sei capace di fare allora?

- Non ho molto da offrirti se non una strada per l’inferno ed il mio io più profondo con il quale confrontarti senza alcun timore.

- Possiamo provare.

- Io... io ti apro, con angoscia profonda, ma coscientemente e volontariamente i cancelli che chiudono l’accesso al mio cuore. Vieni anima amica. Ogni tua manifestazione dentro di me deve essere verità. Non nascondermi chi sei, non nascondermi le paure, le violenze, la tua storia ed i sogni; io sarò dentro di te e non nasconderò nulla di me. Io sono io, tu sei tu. Insieme saremo liberi, insieme scopriremo una strada; insieme inventeremo una storia; insieme sapremo se abbiamo un valore.

- Mi fai paura... ad un tratto ho paura... forse anche tu non sei diverso da ogni altro.

- Anch’io ho paura, ma voglio vincerla questa paura. Se morire devo, per vivere, che sia! Ma non sono solo e tu lo sai, non posso né voglio decidere dell’esistenza di altri. E non sai quali, quali lacerazioni lascerai, quali ferite, quali sofferenze scatenerai. Io scorgerò, io terrò tra le mani il tuo unico, irripetibile, meraviglioso io; ma so anche che non saremo un’anima ed un corpo solo. Tu rimarrai tu; io, io, anche se diversi. E dentro di me, dentro l’eternità del mio essere stato vita, ci sarai anche tu. Ora mi accosto a te, ai tuoi piedi depongo il mio io. Ti offro la possibilità di violarlo con speranza d’eternità. Ed è questa una delle ragioni per le quali rifiuto Dio. Il Dio in cui credo. Il Dio che annulla nel suo paradiso ogni persona. Non ho bisogno di essere giudicato. Io sono io. Non ho nessun padrone, ma non posso disporre dei miei figli, anche se so che se ne andranno.

- Non ti ho chiesto questo, mi interruppe. Ti ho soltanto chiesto di vivere con me qualche tempo a svelarmi le tue certezze.

- Ed io lo chiedo a te. Mi pongo indifeso davanti a te, sarò in tua balia come una fragile vela dentro l’occhio del ciclone. Da tempo so di non potere essere un narciso solipsista, da tempo so che per vivere occorre l’altro, da tempo non vivo...ora l’altro sei tu. Non sarò più alla presenza di questo mio io, ma parlerò con la tua anima. Siamo entrambi maggiorenni. Accada quello che vogliamo.

- E che accadde serpente, poeta? O come altro ti devo nominare?

- Accettai di conoscerla e di farmi conoscere.

- Sei pazzo, amico. Soffrirai.

- So che soffrirò.

- Non sai neppure quanto... sarà un dolore terribile. Lei non sarà mai tua...ma tu l’hai vista... tu vuoi essere suo prigioniero.

-Sei in errore. Io sono forte. Sono un eroe. Ho ucciso i mostri. Ho vinto il canto delle sirene. Sono fuggito all’abbraccio di Calipso. Sono estremamente cosciente e padrone del mio destino. Non ho bisogno né di mio padre né di mia madre. Non ho bisogno di lei per il sesso. Credo di avere una volontà ed una logica ...

- Parole dici, soltanto parole. Sei sangue e carne.

- Che m’importa?

- Tu non sei giovane...

- Già ho molto vissuto. I piaceri e le miserie hanno occupato a lungo la mente, quasi alla follia. Ora sono scivolano via da me senza recarmi danno alcuno… ma se lei è riuscita a toccarmi questo avrà pure un senso.

- E’ soltanto una presenza di donna.

- Nell’anima c’è la morte e la vita; nell’anima c’è la rinascita. Inoltre non provo disgusto per il sesso. Che ne dici?

- Sei ancora bambino.

- Ti sbagli. Io sono marito e padre.

- E’ vero, mi sembri un uomo forte, fatto… ma sarà poi vero che sei quel che si vede o dici di essere?

- Lo sono, vecchio, lo sono... un uomo.

- Lo spero per te. Ho visto morire uomini per fatti di ben minore importanza.

- Non morirò per questo.  

- Non può valere la pena di soffrire per una storia così senza speranza. La donna ama soltanto se puoi darle un futuro. Tu che le puoi dare? Niente. E’ un amore destinato a morire…tu già lo sai.

-Ne vale la pena, credimi! E' vero, ci sarà il dolore, ma è un soffrire atroce e dolce insieme. Non lo baratterei con nulla al mondo. Ed è anche una gioia terribile...è come volare e cadere allo stesso tempo... come vivere e morire. E lei mi è sempre davanti agli occhi. E' dentro di me. Cammina con me. E quando mi è realmente vicina tutto il mondo scompare.

- Ma alla fine che cosa ti rimarrà? Cosa ci hai guadagnato?

- Lei.

- E lei?

- Me, se lo vorrà.

- Tu lo dici! Dove accadde questo che mi racconti?

- Ha forse importanza il luogo? Poteva essere il mare od il bosco, una casa o altro luogo, sul lavoro. Accadde e basta!

 

turbamenti etico e morali

 

Siamo abbracciati da più di tre ore. I nostri corpi seminudi sono allacciati. Le nostre mani hanno carezzato ogni centimetro di pelle possibile, le nostre bocche si stanno ancora sfiorando, niente riesce a saziare il nostro desiderio. L'alba sta per spuntare. E' arrivata, è di nuovo l'ora di una nuova separazione.

- Non voglio che diventi una storia banale... Interrompi il silenzio.

- So quello che vuoi dirmi... il sesso è sempre uguale... l'emozione della carezza, l'imprevisto, la non pianificazione... suscitano pensieri emotivi inclassificabili. Brividi che ti percorrono, anima e corpo, slegati da ogni aspettativa, da ogni codifica.

- Io non ti telefonerò mai. Non voglio far soffrire altre persone. Sarei... sono capace di troncare tutto anche soffrendo. So che hai i piedi per terra... hai delle responsabilità. Ma è' tutto così  nuovo, così strano.

- Non voglio pensare a questo genere di principi etico e morali. Non voglio pensare alle conseguenze di questo nostro casuale incontro. Abbiamo fermato il tempo... viviamo un istante esclusivo per noi. Un istante libero, senza avvenire, senza costrizioni, ma è un istante assoluto, il tutto. A cosa pensavi quando ti sei rattristata? 

- Sono confusa. Sono separata da anni, mi sono creata degli spazi che fatico a concedere ad altri... è vero che l'amore supera ostacoli ben più difficili... lui abita ad oltre 1000 km di distanza, ma non sono sicura...l'invadenza, il dover cambiare i luoghi ai propri spazi, alle proprie abitudini...Non ho mai spulciato tra le cose del mio ex-marito. Non controllo mio figlio...E' ora di lasciarci...farai tardi...

- Ciao. Vorrei tu fossi felice. Davvero…

Di nuovo senza fissarci un luogo, un tempo d'incontro. Ma entrambi sappiamo che ci sarà, entrambi sappiamo che lo vogliamo. Ci siamo detti:"fermiamoci prima che sia irreversibile"... ma forse ci siamo già cascati dentro l'irreversibile, entrambi. Già ci vogliamo bene. Già soffriamo la lontananza. Io almeno già la soffro, non dovrò dirtelo. Ma facile che, in un istante di emozione, ti svelerò questi pensieri segreti della mia mente. Ma non è un arte per conquistarti. Non è questa la mia intenzione. Sono soltanto me stesso. Voglio continuare a vederti, sino a quando tu lo vorrai. Pericoloso? Eppure non cerco una nuova amante. Perché allora interessarmi a te? Perché il desiderio inarrestabile di saperti felice? Perché? E' presunzione il poterti dare qualche attimo di gioia? Presunzione il riceverlo? Perché volere camminare sull'orlo di un precipizio? Guardo i miei figli giocare... mia moglie che scruta silenziosa il mondo al di fuori della finestra, pensierosa. "Riconquistarla?  Non ho più voglia di combattere, sono stanco, stanco di esami. Dovrebbe essere tutto più naturale, spontaneo. E' per questo che ho bisogno di tenerezza? Anche tu hai bisogno di tenerezza...come i bambini giocano con le frange delle coperte, così anche tu oggi giocavi con le frange della sciarpa, mentre facevamo colazione al bar. E' questo che vogliono dire gli esperti di psicologia comportamentale quando affermano che le donne giocando con le ciocche dei capelli lanciano segnali erotici? Da quanto tempo non bacio mia moglie? Da quanto tempo non ha un qualsiasi contatto fisico con mia moglie? Cos'è il disagio che "provo ogni qualvolta che parla? Perché non ama più il mio odore...lo chiama puzza!" Prendere atto del fallimento? Distruggere per costruire una nuova vita? E’ davvero necessario? Perché?

il pianto  

 

- Buon giorno, amico poeta, uomo pazzo.

- Buon giorno a te.

- Ti vedo sereno, seppur pensieroso.

- Ho pianto... ho pianto davanti a lei.

- Tu hai pianto?!

-Già... io l’uomo forte ha pianto.

- Deve essere una donna straordinaria se é riuscita a farti piangere.

- Io non avrei voluto. E’ stato un attimo. Esserle così vicino. Vedere la luce dei suoi occhi, lo stupore e doverla lasciare é stata azione terribile.

- Temo, amico mio, che lei ti é pelle ed anima più di quanto avresti voluto e creduto e potuto.

- Sono stupido e stupito di me stesso.

- Non sei stupido, poeta, è la vita vera. E lei? Lei che fece?

- Mi asciugò le lacrime con un tenero bacio. Anche lei era commossa nell’anima.

- E tu?

- Io non le risposi subito. Mi vergognavo della mia debolezza... le chiesi un istante per riavere il mio auto-controllo.

-Tu mi nascondi qualcosa, così come l’hai nascosta a lei.

- Sei perspicace.

- Dai, racconta la verità.

- La verità...

- Si, la verità dell’attimo fuggente.

- Ecco... il pensiero che illuminò di brividi e tristezza il mio essere: io ti voglio bene, io sto bene con te, ma so anche che un giorno te ne andrai e sarò pietrificato dal dolore. Ma ti vivrò se lo vuoi.

- E’stupendo e terribile peccato ciò che racconti, poeta, questo é vivere da uomo. E che altro accadde?

- Qualcosa di inaspettato. L’amai in modo diverso, sessualmente. Sai amico... adoro il suo profumo, il brivido che percorre la sua pelle. Adoro la libertà senza censura del suo corpo, l’odore del sangue di donna, il suo desiderio d’uomo. Peccato invecchiare.

- Sei tu dunque stanco?

- Non é questo. So che il mio corpo ha dei limiti. Intendevo dire peccato che si debba morire. E’ crudele che Dio Creatore ci abbia dato il tempo per vivere.

- Ripeto, sei un uomo.

- Io credo di essere un uomo, uno come tanti altri. L’accetto così com’è, con le sue paure, i suoi silenzi, la sua voglia di vivere e comunicare, la sua voglia di volare.

- Tanti sono gli uomini che potrebbero darle ciò che tu le dai ed anche di più.

- Per lei l’altro é una persona, non un uomo qualsiasi.

- Vuoi forse dirmi che lei non cerca un uomo tutto per se?

- Non dico questo...Lei ha lavorato e studiato, si è sposata, si è separata, è madre...si é fatta da sola. Lei ha le sue esperienze, di uomini ne ha conosciuti...un uomo lo vuole, ma non uno qualsiasi. Quell’uomo deve essere libero da legami…non deve essere un padrone, neppure un violento… quell’uomo deve accettare e rispettare il suo passato, lasciarle la sua libertà.

- Si è risposata?

- E’ sola.  

- Avrà paura del rifiuto... di una nuova violenza, di una nuova sconfitta. O avrà problemi di coscienza che invece tu non vuoi ascoltare.

- Lei vuole capire perché io abbia un rapporto di odio amore con Dio. Dio é il risultato del mio pensiero cosciente dopo una ricerca intellettuale durata anni. Gesù Cristo è Dio. Di questo ne sono certo. Dio é però una libera scelta. Il mio rifiuto é per la qualità della vita che mi offre ora e dopo.

- La tua pazzia davvero non conosce limiti, amico. Tu non sai quello che dici.

- Lo so, lo so. Ho soltanto accettato di essere un uomo con lei. E mi piace.

coscienza

 

- Tu lo sai! Tu tradisci tua moglie, i tuoi figli!

- Io, anche se reputo questa amica degna di essermi moglie e madre dei miei figli, non voglio sposarla... lo vorrei… so di non poterlo fare.

- Che vuoi da lei?

- Esserle amico...inventarmi un modo per poterla amare, per restare nella sua vita, per godere della sua vicinanza.

- Difficile crederti.

- Io ne ho la certezza.

- Come lo sai?

- Ho già vissuta questa esperienza, tanto tempo fa, anche se molto... molto diversa. Allora ero solo io a volerla. Ora siamo in due ed ho speranza di continuità.

- Qualcuno la chiama adulterio.

- Questione di punti di vista.

- Sei sicuro di non infrangere la legge dell’amore? Tu di certo lo sai che é una legge che esclude.

- Io la sto infrangendo.

- Tua moglie che direbbe?

-Mia moglie?! Mia moglie di certo non vorrebbe capire. Non accetterebbe questo. Di certo ci separeremmo. Il suo non é un amore che perdona.

- E perché tu rischi tutto questo? Sei sicuro d’amarla tua moglie?

- Non l'amo è vero, provo soltanto affetto, come per una persona conosciuta. Non ci faccio più neppure sesso insieme... lo rifiutava... ora sono io che non ne provo più il desiderio.

- Perché non te ne vai?

- Lo sai...i figli... la legge... il far male...

- Ecco i perché...

- Se vuoi scatenarmi delle crisi di coscienza non ci riesci.

- Ah no?! Né sei proprio sicuro?

- Sicurissimo. Anche se difficile spiegartelo, io non cerco né voglio amore animale, procreativo, esclusivo. L’amore su cui é basata questa società e l'altra. Voglio soltanto potere amare coma ama Dio, ma restando uomo un altro essere uguale a me.

- Tu non conosci nulla.

- In questo ti sbagli! Conosco l’amore di Dio... perché a lui é permesso ciò che ad un uomo non é permesso? Lui ama come spirito tutti. Io come uomo amo gli esseri che entrano a contatto del mio essere uomo.

- Tutti?! Ne sei proprio convinto?

- No, non tutti. Anche Dio in questo emette un giudizio. Anche Dio sceglie.

- Tu dunque vuoi essere come Dio?

- No. Cerco la verità di essere uomo, cerco la felicità del vivere.

- Pagherai per questo, ed il prezzo sarà molto alto.

- Non per niente sono un uomo.

- Lei capirà che l’amore vuole il possesso, che l’amore é esclusivo. Lei che vuole un futuro, che ha elaborato un progetto capirà che sei inutile.

- E’ quello che voglio.

- Allora ti lascerà e ti rimarrà il dolore del vuoto.

- La scelta sarà esclusivamente sua.

- E tu non lotterai per trattenerla?

- No!

- Perché?

- Ecco, ora comprendi perché io volevo e voglio la piena coscienza di questa che é la nostra storia, io non voglio una schiava, un animale, ma una donna libera.

- Ripeto! Ti lascerà!

- Lei non mi abbandonerà... seguirà soltanto la sua strada per essere felice. Tradisce soltanto chi vuol tradire...un misterioso legame ci unisce.

 

prendere atto del fallimento

 

Cos'é il quid che c'impedisce di andare oltre? Perché non fare sesso? Cos'è che ancora non ci rende una merce di libero scambio? Cos'é che ancora determina la responsabilità verso qualcosa, verso qualcuno... moglie, figli, dio...? Hai affermato di "non essere disponibile part- times". Perché le donne vogliono sempre tutto?

In amore conta la volontà, la libertà, la conoscenza, la parità delle anime... non l'innocenza, quale innocenza, non il possesso, quale possesso...una minorenne non è né libera né cosciente. Stuprare, masturbarsi con una donna che non è altro che un buco, non è piacere. E' soltanto perversione, egoismo, volontà, potere...Cosa mi trattiene dal separarmi? I figli? I figli crescono comunque...non sono in attesa che di uscire, a loro volta, da casa. L'amore...che confusione. Già, l'amore assoluto in un mondo relativo. Ho necessità di essere libero. Qualcuno direbbe che sono un sagittario, e lo sono. Ma a che servono gli oroscopi? Soltanto a delegittimarci dalle responsabilità delle azioni? So che il massimo dei gadget delle feste di fine d'anno sono i vibratori aggiornati alle nuove esigenze: a forma di pannocchia, ad uovo, a varie velocità;  so dei succhiatori sempre più perfezionati per gli uomini. So che la fantasia non ha nessun limite, legge permettendo. Non sono un uomo moderno? Mi manchi, mi manca l'incontro, ti ho appena sentita al telefono, ne ho udita l'inconfondibile tua risata di difesa...so che prima o poi sarà anche sesso, ne ho bisogno per trattenerti. Sono un disastro.

La tv mi annuncia che il New York Times approva la nuova politica europea di S. Berlusconi. Non è di certo una novità. Da tempo ho intuito le manovre USA che hanno favorito l'ascesa al potere di S.Berlusconi in Italia. Come, lo stesso, percepisco l'ostilità dei partner europei. Nuove guerre sono sul punto dì esplodere per ogni angolo del pianeta per il dominio economico, esclusivo, del benessere che il pianeta può sopportare. Ma che m'importa? Uno stipendio l'ho, ho anche una famiglia, ho dato l’addio ad un amante che ancora mi aspetta nel suo letto senza pormi alcuna condizione, sto per amare un'altra donna, la sola che desidero, la sola che mi sembra d’aver aspettato sempre... che cavolo di uomo sono?  

- Sai da quante ore ci stiamo abbracciando?... Più di tre... quasi quattro.

- Sono volate.

- E' pericoloso lo stare insieme noi due. Le carezze, ogni volta sono più ardite ed intime. Sono bagnata come una ragazzina principiante...

- Ci siamo toccati il sesso, ma non lo abbiamo fatto... non farei... non fare nulla che non vuoi.

- E' questo il problema... ricordo la prima volta, il piacere dello stare abbracciati, il piacere delle carezze... ora vorrei che non ti fermassi… sono confusa...

- Riesco a capirti. La malinconia, la goccia di lacrima che di tanto in tanto mi sorprende e vedi, hanno qui la loro origine.

- Vorrei esserti dentro la mente per capire. Tu non parli di te.

- Ti amo.

- Stai attento, non commettere sciocchezze.

- Sono attento. Non temere, non voglio fare di te un’amante, ma una dolce amica, una donna cui voler bene, una donna che mi vuole bene, in libertà, senza costrizione alcuna, neppure mentale. Tu hai la capacità per poterlo fare se vuoi.

- Mi ricordo di una frase che hai detto...

- Cioè?

- Che molte che pensano di far solo del sesso, poi ci cascano.

- Già, sono incapaci di non volere tutto.

- Ci sono donne che ci riescono.

- Tu lo sei?

...

Ha ancora senso vivere la responsabilità di una promessa, nella società in cui vivo?

 

ti amo

 

- Finalmente ci siamo detti “ti amo”. E’ ancora lo stesso di “ci vogliamo bene”, ma é più maturo, più cosciente, voluto, libero.

- Sei innamorato di lei, poeta.

- Io non sono innamorato di lei: l'amo e basta! L' amo per quello che è, perché è lei ed é per sempre. Ed ora che abbiamo superato questo muro siamo più coscienti e più liberi. Ora, oltre il desiderio, oltre il sentimento, sono le possibilità e la libera volontà, l’amicizia.

- Lo sappiamo tutti e due...non é solo amicizia, é anche amore e desiderio di sesso, amicizia erotica, amore totale.

- Soffrirai e soffrirai molto.

- E questa stupida legge dell’amore, che vuole il possesso continuo dell’oggetto amato, a far soffrire. E' questo, aver confinato il sesso ad una sola persona procreatrice, la causa di tante divisioni e di tanti conflitti. Molte sere, lo so, sentirà, per la prima volta in vita sua, la solitudine, il pazzo desiderio di avermi, io che non posso essere suo. Avevo paura che arrivasse questo momento. Ed é arrivato. Ora conoscerà quello di cui è stata privata. Io non posso fare molto oltre che continuare ad amarla... posso soltanto darle la garanzia di esserci. Comprendi ora le mie parole: "Io, se lei vuole, ci sarò sempre! Se vorrà andarsene, soffrirò, ma non posso e non lotterò per trattenerla. Per fare questo dovrei ingannarla e non voglio. Lei, splendida donna, è libera. Lo so, lo sapevo dall’inizio. Io con lei non ho giocato. Ho messo sulla bilancia questo: il dolore e la vita, la voglia di vivere, il silenzio e la pazzia. E non ne sono per nulla pentito. Io, grazie a lei, ho ricominciato a vivere. Ed anche lei, perché vivere non é solo amare, ma chiedere alla vita. Per questo, pur sapendo di non poterla trattenere, (e per questo sono molto debole) ho messo in gioco me stesso. E di questo brivido che percorre la carne, mentre ti svelo la mia verità, non ho timore, ma annuncia che queste parole sono vere. So che questo vivere con lei non avrà mai termine in me, anche in questo mi conosco. Sei presente nei miei bambini quando sto con loro. Oggi al torrente tenevo la mia bambina con la dolcezza e la tenerezza di noi. Con lei abbracciavo te. Guardavo gli alberi ed il cielo di un mondo capovolto e profondo, riflesso nell’acqua.  A... piccola fragile donna... io ti amo. E dobbiamo aspettare  lunghi giorni prima di poterci riabbracciare e parlare. Ma nei miei pensieri si accresce il volerti bene. Sei presente anche quando leggo e scrivo. Quando, al sole osservo i colori di quest'estate dai mille colori. Quando parlo con mia moglie che possiede il mio corpo sociale... Io non ti voglio perdere... non voglio... e non trovo più parole... devo tacere, si riempiono gli occhi di lacrime ed il corpo é percorso da brividi. Mi pervade la malinconia, ma che altro posso fare?

narciso

 

La notte sta calando e sfuma i contorni, nasconde i particolari. Sono a letto, per dormire... una atmosfera inquietante si sparge minacciosa. Io, debole superuomo, sono solo, ora. Tu sei morta... morta... Chi sono io? Ecco sto scrutandomi allo specchio. Fisso la luce che vi é dentro a ritrovare il tuo volto. No... no… é il mio volto quello che vedo...soltanto il mio volto. Ecco l’amara realtà... non amare nessun altro che me stesso. Ecco il mio nome: Narciso. Io sono Narciso. Ecco... devo innamorarmi di me stesso, di questo uomo che percepisco dentro lo specchio. Ha il volto con le rughe della vita, i capelli canuti, gli occhi che brillano di lacrime represse. E’ un’ombra. Non mi abbandona mai. Mi segue ovunque, senza pormi domanda alcuna.Tra un poco sarà ancora più buio. Io... io sto dissolvendomi in quell’ombra. Chiudo gli occhi. Solo un attimo. Non devo pensare non posso restare solo. Tu non ci sei. Com’é attraente quest’ombra. Non mi distinguo più. Non mi riconosco. Chi sono io?

Chi é quest’ombra che mi segue ovunque? Perché non parla? Sono confuso. La mia mente non sa. La mia mente non riesce a ricordare. Il mio io... io... chi sono io? Tu...tu dove sei? La mia ombra, la tua ombra... eccola di nuovo, mi scruta. Gli occhi sbarrati, luccicanti nel buio. Che vuoi? Chi sei? Vattene... No... no non lasciarmi solo. Io posso... io devo innamorarmi di te per essere. Tu sei il mio solo appiglio per essere vivo. Aiutami!

L’ombra riflessa nello specchio mi é ostile: mi segue ovunque e mi esamina con occhi spiritati. Rassegnato mi accovaccio immobile a fissarla. Respiro profondamente a rilassarmi. La paura non é dentro di me. Il male é fuori di me, nella stanza, nascosto nell’oscurità, dentro lo specchio. Non c’è via di fuga. Non c’é scampo. Piano piano, senza fare rumore alcuno, mi appiattisco a rendermi più piccolo, sino a voler scomparire.

Finalmente il nuovo giorno, finalmente insieme. Ma di nuovo pensieri... pensieri… so che mia moglie mi preferirebbe morto, piuttosto che divorziare. Tu, invece, anche se non lo ammetti a te stessa, sei innamorata di me come io di te. Tutto lo dice...la ricerca dell'intreccio delle mani, il modo di abbracciare...le carezze che non sono più soltanto tenerezza, ma il voler dare, il voler ricevere piacere, scoprendo le zone più erogene, lottando tra il si ed il no. No, non sono innamorato di te… ti amo.

- Perché sei diventato d'un tratto triste? Mi chiedi.

- Ho un solo pensiero, ti rispondo, non sensi di colpa, soltanto... la paura di farti soffrire. Non lo meriti, sei una donna dolcissima, capace di immenso amore... invidierò l'uomo che ti avrà accanto.

- Quello che ho accanto non mi vede neppure... mio figlio.

- Non parlo di lui o dell'uomo che puoi o non puoi avere... ora o domani.

- Sono divisa... tra il desiderio ed il sapere che dall'altra ci sono i tuoi figli... vivo e conosco la situazione. Sono madre e sono stata sposa.

- Ti comprendo.

- Sai che avrei voluto un altro figlio? 

- Chissà cosa riserva il futuro.

- No, mi sembrerebbe di essere nonna, più che madre. Quando ho accompagnato mio figlio al giuramento dei militari, dicevano che ero sua sorella e guardandomi attorno vedevo certe nonne...

- Abbracciami.

Ci scambiamo così il primo bacio. Forse non un bacio di amanti, ma un bacio.

Che c'è dunque tra noi? Secondo morale abbiamo e siamo già in peccato, ma entrambi non siamo affatto pentiti. Entrambi, pur non avendo il coraggio di dircelo, ci amiamo. La solita tragedia voluta e dovuta alle leggi.

Continuiamo a carezzarci e baciarci. Nudi a metà, io a baciarti i seni, a toccarti il sesso, tu il mio. Non abbiamo ancora fatto l'amore. Ma è già stato tutto l'amore. Anche tu lo sapevi che questo nostro incontro sarebbe terminato così, anche tu lo volevi. Per questo, questa sera, indossavi una sottoveste di raso bianco, non il solito body che rende più difficoltoso il districarsi del desiderio tra il si ed il no. Ma anch'io lo volevo, io ti desidero totalmente. Io, già, ho la paura di perderti.

- Sei bellissima. Ti sussurro masturbandoti.

- No non così.

- Hai ragione. Se dovrà accadere che sia tutto più dolce.

Non te lo dico, ma ho bisogno di fermarti dentro di me facendo l'amore senza l'impedimento dei vestiti, del tempo, dello spazio. Io ti amo.

 

uomo senza volto

- Non mi racconti nulla quest’oggi? Dimmi, lei com’è?

- E’ bella!

- Descrivila.

- Lei è… non so, non riesco a memorizzare il suo volto… lei non è morta… lei è viva… ma anche tu… io non ti ho mai visto… mostrati… a me piace vedere in faccia la persona con cui parlo. Ed oggi, dopo tanto tempo, mi sono accorto che tu non hai un volto. Non so chi sei. E poi non amo parlare di me stesso. Non ho mai fatto un riassunto della mia esistenza storica. Sono vecchio e di tanti particolari ne ho perso il ricordo.

- Ti ascolto con curiosità.

- Se insisti... io sono un uomo.

- Dimmi il tuo nome, poeta.

- Il mio nome? E’ poi così importante un nome? Chiamami Clown, poeta maledetto, super-uomo, omino di latta, ribelle, serpente. Puoi chiamarmi con il nome che vuoi ed io sarò quel nome.

- Avrei desiderato sapere il tuo nome di battesimo. Tu sai che é stato dato compito all’uomo di dare un nome ad ogni cosa ed ad ogni essere vivente. Ed ogni nome é già stato scritto.

- Scrivine uno per me e quello sarà il mio nome.

- Sei sempre più blasfemo. Questa tua ribellione alle leggi del creato ti costerà cara quando sarà il giorno dell’apocalisse. Già oggi hai avuto un incidente. Già oggi hai vista la morte in faccia.

- Già... é vero; ma ero sereno, per nulla spaventato all’idea di morire. Certo avevo dei rimpianti. Provavo dolore per chi, ancora in vita, mi amava. E poi lo sapevo... non potevo morire... non ora.

- Lasciala quella donna! Lasciala al suo destino! Pensa alla tua anima!

- No! Mai! Non sarò certo io l’uomo che la lascerà. Lei é parte della mia storia, della mia vita. No, no io non la lascerò. La scelta, te l’ho già detto, é sua. Soltanto sua.

- Tu sei un adultero, lei è un’adultera.

- Io non lo comprendo questo Dio che parla di amore. Ci ha creati uomini e ci impedisce di amare come uomini. Per lui gli altri sono solo degli esseri spirituali, non delle persone umane.

- L’uomo non è nato per essere uomo.

- Il sesso! Ecco quello che nascondi. L’unione dei corpi é comunicazione e non solo un mezzo divino per dare vita ad altri esseri spirituali. Il sesso é un mezzo per conoscerci più a fondo. Essere abbracciati nudi, inermi...il massimo della fiducia. Io non rifiuto il mio essere uomo anche come corpo nudo. Lo usi, ci giochi, ne faccia quel che vuole.

- Tu invecchi, amico, ed il sesso poi non sarà più nulla.

- Questo lo so. Ma ci sarà la carezza, l’abbraccio, la tenerezza, la conoscenza, l’amicizia, il ricordo. La nostra storia nel suo essere accaduta sarà eterna.

- Tu, uomo senza nome, e lei, vivete nel peccato. Voi due infrangete la legge. Sarete puniti per questo.

- Che importa? C’é giustizia in tutto questo?

- Tu vuoi innalzarti al di sopra di Dio ed essere giudice.

- Non voglio tanto! Voglio soltanto vivere da uomo senza per questo essere giudicato o condannato.

- La pazzia ottenebra la tua mente, ridicolo serpente. Folle dovrebbe essere il tuo nome.

- Neppure la giustizia umana condanna i folli.

- Ascolta la tua coscienza.

- Non sono folle. Io, nelle notti di solitudine, sono ritornato nella mia coscienza; l’ho interrogata. Ne ho assunte ogni responsabilità e sono sereno. Inoltre so molto bene quello che tu mi vuoi dire.

- Cioè?

- Che la felicità ora e dopo é in Dio.Che Dio ha creato l’uomo libero così che debba cercare spontaneamente il suo creatore e liberamente raggiungere, con l’adesione-fusione in lui, alla piena e beata perfezione. Ma questa non é libertà. Questa é una pseudo-libertà.

-Rammenta Serpente che il Signore Dio chiese a Adamo ed Eva: “Cosa avete fatto?”Così a Caino, così a re David, colpevole di adulterio. Che avresti risposto?

-Qualsiasi amore ha la sua sorgente nell’amore. E l’amore non forse la legge universale?

- Tu l’ami.

- E’ vero! Io sono colpevole d’amarla, in mille modi le ho detto " ti amo”.

- Vedi che sei andato ben oltre il tuo volere?

- Sbagli! Lo sapevo. Sin dall’inizio. Soltanto non mi sono opposto. So di essere, ora, così fragile da potere essere spezzato da un soffio di vento. Certo, ho paura, tanta paura. E’ naturale avere paura quando si ama. Eppure sono certo che lei mai userà il potere, che le ho permesso su di me, per distruggermi.

- Ne sei certo? Tu che affermi che non bisogna mai fidarsi di nessuno, ne sei davvero certo?

- Ne sono certo. E’ vero lei ora tiene tra le sue mani la mia vita e potrebbe anche distruggerla. Io le ho dato questo potere coscientemente.

- E tu saresti l’uomo razionale? Tu, che non ti fidi neppure i Dio, hai voluto affidare la tua vita a questa donna?!

- Della mia vita, sconosciuto senza volto, posso deciderne ciò che voglio.

- Lei non ti può offrire l’eternità. Ed in amore, tu lo sai, la continuità è importante.

- Questo lo so bene. Io gli e la offro. Sta a lei poi decidere. Inoltre, e questo tu lo dovresti sapere, ogni attimo di noi insieme ora, é più soddisfacente dell’eternità imposta.

- Perché non vivi tutto questo per Dio? Lui che può offrirti molto di più?

- Tu lo sai.

- La rivedrai dunque?

- Se lei lo vorrà… e so che vorrà.

- Amerai la sua persona, la sua anima, il suo corpo con tutto te stesso?

- Si, ogni volta che lei lo vorrà.

- Tu... tu sei davvero un pazzo incosciente! Che ci trovi in questa fragile donna da osare a ribellarti alle leggi?

- Lei! Ci trovo Lei, la donna che ha avuto il coraggio di fidarsi di me contro ogni regola.

- Tu sei blasfemo e sacrilego. L’hai eletta a tuo Dio.

- Già... Dio é donna.

- Oh incosciente poeta! Di certo il tuo nome non sarà scritto nel libro dei giusti.

- So di dover morire.

- Tu non la puoi sposare. Che vuoi da lei?

- Lo so. Voglio da lei solo lei.

- Non ti capisco.

- Lo so bene. E’ contro ogni legge. E tu, da quanto mi sveli, tu comprendi solo le leggi. E, se ho ben capito, ci vuoi giudicare.

 

l'amico

- Come stai amico!

- Avrò anche le idee confuse, ma di certo questa é la realtà che vivo. La vuoi conoscere lei?

- Già la conosco.

- Dove l’hai conosciuta?

- Attraverso le tue parole.

- Non puoi conoscere una persona soltanto mediante le parole.

- Per questo nulla esiste per una perfetta conoscenza.

- E l’amore?

- Non quello umano. Non c’é fusione reale, ma solo desiderio di fusione.

-T i sbagli! D’accordo non c’é fusione, io rimango io, lei rimane lei, ma c’é la verità di noi. Abbiamo deciso di non mentirci in nulla, ne nei desideri, ne nei bisogni, ne nelle emozioni, ne con l’uso delle parole. E qualora accada di non comprenderci cerchiamo di chiarirci la verità reale. Noi cerchiamo di crescere ed il reciproco bene. Non vogliamo essere un anima ed un corpo solo. Noi vogliamo comunque la nostra identità.

- Prova a pensare meglio, serpente!

- Rispetto agli animali noi abbiamo una identità. Non é forse vero questo?

- Dove vuoi arrivare?

- In nessun luogo. Dico soltanto che, come identità personale, desidererei non essere annullato in una contemplazione o in un oblio.

- Il tempo scorre.

- Già... il tempo scorre ed annulla tutto. Il tempo é oblio anche se rimane l’identità ed il ricordo. Un ricordo che non é più realtà, anche se parte dell’identità.

- Che vorresti?

- L’eternità presente e reale di ogni attimo di tempo, ma credo non sarà possibile né su questa terra né in nessun paradiso ipotizzato o promesso.

- Gesù Cristo ha offerto all’uomo la resurrezione in anima e corpo. Sua Madre, Maria, non é stata assunta in paradiso senza incorrere nella morte?

- Anche per lei il tempo é trascorso. Lei non rivivrà mai più l’emozione di essere stata madre; la gioia di aver visto crescere suo figlio; il dolore della sua morte in croce.

- Non ne sente più la necessità.

- Sono convinto del fatto che non ne senta alcun bisogno. Ma se io desidero avere questo bisogno?

- E’ stato detto: Io sono il Signore Dio tuo.

- E’ autorità.

- E’ stato detto di non accumulare tesori in questo mondo.

- Già. Destino amaro quello dell’uomo.

- Tu che fai?

- Come artista vivo immagini di una terra straniera. Come poeta scopro emozioni che non si possono parlare. Come uomo un impulso umano e ribelle mi spinge a raccogliere con tutti i sensi, la piena volontà e coscienza l’intima ricchezza della vita dell’essere.

- E’ storia vecchia. Di angeli ribelli e di uomini ribelli ne é piena la storia. Dio non obbliga nessuno ad amarlo secondo le sue regole.

- Così si dice. Ma la pena é la morte.

- Da voi scegliete il vostro destino.

- Così sembra, ma non è assolutamente vero. Solo Dio è libero. E noi, come tu affermi, non siamo Dio, ma soltanto dei potenziali Dio.

- Ti ripeto, Serpente! Prova a riflettere meglio.  

La morte

 

Tu mi vuoi evitare. Non mi offri, mai mi hai offerta, la minima occasione per poterti incontrare in un luogo dove io ti possa anche spogliare o soltanto baciare. Mai hai voluto, con la scusa di tuo figlio, invitarmi a casa tua. Un amore platonico, un amore mistico come quello divino…non fanno per me, non mi bastano per capire se sono amato o se amo a senso unico. Non posso neppure chiamarti, non posso comunicare con te. Come posso continuare a conoscerti senza un contatto di pelle, senza nemmeno una carezza? Perché devo desiderarti? Perché devo continuare a vederti bella? Perché combattere con te? Io non sto combattendo per vincere ed ottenerti come preda, il sesso non è il premio per un seduttore vittorioso, non per me.

Di là di quel che affermano psicotici psicanalisti e prezzolati psicologi alla moda, di là di quel che affermano sociologi ed opinionisti l’amore non è una lotta tra i sessi il nostro stare insieme, non per me. Io amo in te la persona che sei, la persona che mi trasmette la sua dolcezza, la sua voglia di vivere, il suo valore oltre che con la presenza, la parola e l’abbraccio, attraverso la pelle ed il contatto dei corpi, liberamente, senza condizioni o prove. Questo è ormai da te proibito a me …questo ci porterà alla morte. Soffocherò piano il mio desiderio di te, soffocherò la tua bellezza dentro di me. Annienterò quel legame che mi lega a te e che mi nutre di te. Purtroppo non sarà facile, purtroppo non sarà possibile, al tuo primo richiamo di nuovo io correrò da te…ma di certo una cosa riuscirò ad avere: non vivere pensando continuamente a te. Accetterò la proposta insistente di qualche giovane donna che vuole da me un amore esclusivo, o, forse, accetterò la proposta d'una che mi corteggia e che vuole da me soltanto sesso, non so...non ho mai tradita la persona che amo. Non so più neppure se si tratti di tradimento o il perseguire una strada per riempire di nulla l’insoddisfazione, il vuoto che rimarrà. Lei non pone condizioni, non cerca in me l’uomo della sua vita. Vuole soltanto sesso o soltanto amore. Ci proverò? Mi lascerò attrarre nella loro seduzione? Farò modo che la loro immagine si sovrapponga alla tua? Ci riuscirò? Non ho mai amato così profondamente una persona pur sapendo che mai sarebbe stata un mio possesso, non so se mi sarà possibile dimenticarti. Ma io non voglio possesso. Non voglio una sposa. Volevo te in libertà perché in te ho visto l’essere come me, umano ed unico ed ho imparato ad amarlo. Ora non posso cessare d’amarlo, non posso, non mi è possibile. Questo tu non vuoi o non puoi donarmi. Che altro ci resta?

Addio! Precipiterò dal cielo dove mi ha sollevato la tua sinfonia, sperando che una musica dai toni bassi mi salvi dalla morte. Non posso dirti “non ti amo”. Non sarebbe la verità. La verità è che “ti amo”. La verità è che quest’amore non soddisfa nessun possesso. La verità è che quest’amore era conoscenza, era star bene insieme, era piacere, era libertà, era l’amore assoluto tra gli umani. Perdonami…se sarai comunque sempre con me, anche se mai più lo saprai. Questa è l’ultima manifestazione dei miei sentimenti per te.

 

la scelta

 

Oggi, a cinquant'anni, devo scegliere che cosa fare da grande. Chissà quanto dovrò pagare, per avere tenuta nascosta questa nostra storia d'amore che amore non è, ma vita umana di due esseri che si conoscono senza violenza, senza possesso, che cercano solo di darsi la gioia della bellezza di esistere, di aiutarsi e di conoscersi.

Ma per la legge, io, padre di famiglia, longilineo, curioso della vita, sconosciuto poeta, menefreghista di qualsiasi lode o popolarità; non laureato in nessuna famosa scuola, refrattario a qualsiasi raccomandazione, dipendente a basso stipendio, dovrei ora decidere di lasciare il tutto che posseggo, anche se mai me lo hai chiesto, per convincerti ad  inventarti una nuova inutile vita con me. Potrei anche vivere con due piedi nelle staffe, senza cambiare nulla, così come conviene ad ogni buon cavaliere per evitare il pericolo della caduta, ma …

Mi sono buttato, corpo ed anima, nell'avventura della vita. Non so se ci sono riuscito bene, ma forte dell'esperienza derivatami dall'aver vissuto, l'ho innalzata a filosofia di vita. Sono di casa con la vita, ma qualcosa non funziona.

La mia prima crisi era nata proprio dalla difficoltà di tenere insieme il ruolo di marito e di padre con quello di poeta scopritore della verità della vita. All'improvviso nel luglio 1984 la prima crisi. Accettai di innamorarmi di una single. Non mi ero dimesso dal mio ruolo di marito e padre, nonostante fossi stato scoperto. Anzi, mi veniva rinnovato.

E' vero, erano sono contrasti, dissapori. Passarono gli anni, pochi. Ora mi dovrei dimettere perché non resisto più. Mi dovrei dimettere perché sono ostacolato, controllato, imprigionato. Mi dovrei dimettere perché sono solo. Non vivo. Mi sono rinchiuso nel mondo dei pensieri, non faccio mancare nulla a lei, ai miei figli.

E' accaduto che ho incontrato lei; è accaduto che trovo conforto all'esistenza nell'amicizia con lei, divorziata, madre, amante della vita. E' accaduto che ho ricominciato ad essere curioso della vita. Incontrandoci, parlando, è nato l'amore...entrambi lo abbiamo voluto. Lei è bella, bella nella sua vitalità, nel suo combattere, nella sua ricerca d’essere felice.

Io sono timido, riservato, nei panni dell'uomo che vive, non ci sono mai entrato veramente. Ora quest'incontro mi obbliga a riconsiderare la mia scelta affettiva, la scelta di vita fatta anni fa. Dovrei decidere se voglio cambiare vita. Ma per legge divina sarei soltanto un adultero.

In città molti l'hanno saputo, anche se fingono di non sapere nulla. Se la notizia non fosse finita sulle bocche dei giornalisti di paese, forse nessuno avrebbe commentato che me ne ero andato a vivere da solo. E' strano, infatti, che io, padre di famiglia, onesto lavoratore, marito fedele che non frequentava cinema, bar, discoteche od altro me ne sia andato a vivere da solo. A chi mi domandava, dicevo che era soltanto per questione di spazio: sai, siamo aumentati in famiglia, sono andato a vivere nell'appartamento accanto. Non è cambiato nulla. Mia moglie mi ha chiesto di pazientare un pò, di aspettare...che sarebbe cambiata, che sarebbe venuta incontro ai miei desideri, ma io non voglio cambiare le persone.

Ormai ho deciso. E' vero, non è facile abbandonare il proprio abito sociale. Ho sofferto, il travaglio è stato lungo. devo ringraziare chi mi ha aiutato. Ho trovato conforto in pochissimi amici, ho trovato una guida spirituale nel pensiero unico del liberismo, che mi ha aiutato a compiere il grande passo, a scegliere tra la mia obbedienza alla famiglia ed al nuovo legame affettivo costruito in questi mesi.

Ne ho parlato, nei mesi scorsi, con il delegato vaticano del problema...mi ha pregato di tornare sui miei passi. Dio mi dice che il patto è indissolubile. Ci siamo presi due mesi di pausa, per riflettere, ma ormai ho già deciso. Il rapporto affettivo è diventato sempre più grande, sempre meno invece con mia moglie comandato dalla legge. Ho depositato davanti al giudice la lettera con la quale chiedo la riduzione allo stato sociale di singolo. Sono sospeso dall'esercizio di paternità e di marito. Ma per ottenere lo stato definitivo devo ancora attendere la sua risposta. Devo attendere per poter essere libero di amare. Non ho nulla da nascondere, conosco la vita. So di essere stato considerato un modello di padre e marito da portare ad esempio di vita, ma questo non giustifica la diffusione di notizie calunniose nei miei confronti. Non volevo far del male a nessuno. Dopo mesi di sofferenze e ricatti ho congelato la mia coscienza.

Lei ha compreso  la mia crisi, non mi abbandona, è disposta ad aspettare il tempo necessario per vivere con me. Gliene sono debitore. Ora correi soltanto essere dimenticato e continuare a vivere. Che m'importa se così facendo distruggo religioni e civiltà?

 

@clown 17/10/2002 

la città dell'uomo

 

la situazione 

Appunti per un romanzo.

la città vecchia

 

Se la politica, com'è stato affermato, è la prosecuzione della guerra sotto altre forme, noi quella guerra l'abbiamo perduta, così come anche la più potente URSS, ha perduto. Non si può entrare in libera competizione con i più ricchi, con i più potenti senza pagare pegno di sottomissione. 

La posta in palio è stata enorme: il tutto al vincitore, il nulla al perdente. Anche la giustizia... è diritto del vincitore dettarne le regole per evitare di pagarne le conseguenze.

E guerra è stata. L'abbiamo persa. Arde la vita con i risparmi sui falò delle manovre finanziarie studiate per salvare gli investitori. Abbiamo perso tutto e tutti. Quasi tutti. La classe dirigente, quelli che hanno il  potere, in ogni campo, no. Quella è gente senza morale. Vive nel lusso senza vergogna, forse ha  soltanto un po' di paura. Ma non pagano, non pagheranno mai.

La classe media , invece, sta precipitando rapidamente verso il fondo della scala sociale, verso la miseria. 

Casa mia è bella, situata in uno dei quartieri più eleganti. Nessuno può pensare che in tasca non ho più denari. Che sono diventato povero.

Andarmene via. Dove?  Vendere la casa, il risparmio della mia vita di lavoro, a metà prezzo... forse lo dovrò fare... non c'è lavoro. Nessuno lavora. Il governo invita a spendere, a comperare. Ma non si compera, con quali soldi? Per sopravvivere, tutti si comperano, tutti si vendono. Tutto ha un prezzo. 

Nessuno più esce di casa. Si ha paura ad uscire per strada. La città è diventata un territorio ostile. Delinquenza continua per sopravvivere, che le forze dell'ordine non riesce a fermare. Rapimenti... la vita umana ha un valore minimo: o paghi o muori. L'omicidio è ormai uno sport. La vita non costa niente, l'essere umano non ha alcun valore. Dilaga il terrore. Dilagano la miseria, la malattia e la fame. I medici non fanno crediti, la fame e la malattia si. I bambini che hanno fame mangiano la terra, scavano tra i rifiuti. La prossima generazione sarà una generazione di sottosviluppati.

Questo in una situazione dove i servizi sociali pubblici, privatizzati, sono inesistenti. La maggioranza della popolazione non ha lavoro, senza risparmi, senza azioni. 

Mi vergogno di essere nato in questa città. Mi vergogno di abitare nella City.

Ogni anno andavo sulla costa, in ferie, con la mia famiglia, ma questa volta siamo dovuti rimanere qui. Il prezzo è troppo sproporzionato rispetto allo stipendio. Siamo in una miseria spaventosa. E pensare che sono ancora tra i più fortunati. Io lavoro, mia moglie è da un anno che non riceve uno stipendio. Fa quello che può. Niente. I miei figli sono tutti disoccupati. Non possono più neppure studiare. I libri sono introvabili. Le scuole pubbliche sono chiuse. Non ho possibilità di mandarli alle scuole private.

Siamo discendenti di un popolo abituato ad adattarsi a tutto, senza pretese, ma non a questo inferno. Riusciamo a sopravvivere grazie ai risparmi degli anni buoni. Non ci siamo mai lasciati condizionare dai buoni consigli della società dei consumi e della finanza. I nostri risparmi non li abbiamo depositati in banca, ma sotto le mattonelle. Ci abbiamo perso con la svalutazione, ma così almeno, non abbiamo perso tutto. Non abbiamo speso tutti i nostri soldi come ci invitavano gli economisti oppure indebitandoci per rincorrere le novità tecniche od altro.

E c'è stata la guerra...come nazione abbiamo perso sul mercato della concorrenza, siamo dovuti uscire dalla storia. Potevamo e dovevamo saperlo di non combattere sapendo d’avere già perso. Le regole del commercio sono state fatte per i più forti. Era naturale che vincessero. Non capisco perché sia stato necessario fare questa guerra. Come nazione eravamo autonomi. Si stava bene tutti. Non dovevamo firmare accordi commerciali. Non dovevamo entrare a far parte dell'OCSE. Non dovevamo seguire le riforme dettate dal FMI e dalla banca mondiale d'investimento. I soldi sono necessari per far lavorare, ma non lavorano, non producono niente. Vogliono solo raddoppiare.

Ero immerso in queste riflessioni quando venni interrotto:

- Mamma! Mamma, Marco è caduto. Si è fatto male...

- Come si è fatto male!... Oh Dio... ti sei rotta la gamba? Fammi vedere... non sembra rotta.

- Mi fa male!

- Dovremmo portarlo in ospedale.

- Quale ospedale? Non ce ne sono quasi più...

- L'ospedale di Gesù.

- Ma l'hai ancora visto? Non ci sono medicine, le devi pagare. Non ti danno da mangiare, te lo devi procurare. Sotto i letti ci giocano i topi. Tra le lenzuola, quando ci sono, pidocchi. Meglio morire per strada, piuttosto. Gli daremo la tachipirina per qualche giorno. Devo averne ancora qualche compressa da qualche parte...sono scadute, ma funzioneranno lo stesso.

- Si potrebbe chiedere un prestito in banca.

- Ma in che mondo vivi? Un prestito... sai che non restituiscono neppure i soldi che avevi depositati?

- Ma che dici?

- Conosci Cattolich Adam?

- Il giornalista?

- Si. Il famoso giornalista. E' morto.

- Morto?!

- Morto in attesa di trapianto.

- Ma era ricco, poteva permetterselo il trapianto.

- Eppure le banche hanno rifiutato di restituirgli i suoi risparmi.

- A chi li danno allora? Non dicono che devono riprendere i consumi per far riprendere l'economia?

- Tutte menzogne. O sei miliardario e paghi per averli o muori in povertà. Solo gli americani devono consumare. Noi dobbiamo solo morire. La gente lo sa, ma non può farci niente. Il potere l'hanno loro. Piange, si ribella, spacca, protesta per le strade, ma non serve a nulla. La polizia li carica. Ci sono già stati dei morti. Vogliono addirittura schierare l'esercito. Non li ascolti i telegiornali?

- Vuoi dire che siamo diventati del terzo mondo?

- Quarto mondo.

Il povero-fede in dio

- Hanno suonato. Vai a vedere.

- Cosa vuoi?

- Hai un dollaro? Ho fame.

- Potrei chiederti di bestemmiare Dio, prima di darti il pane. Come chiese Don Giovanni al povero. Lo faresti?

- Credo di no.

- Per ora non credo di chiedertelo, neppure lo farò per amore dell'umanità. Ti dò il pane solo perché sei bella. Una delle più belle donne che io abbia visto. Perché non ti vendi? Non saresti costretta...il telefono! Rispondi tu? Ti posso dare solo un pezzo di pane...stantio...non ho altro. 

- Grazie. Pregherò per la tua famiglia.

- Non credo più. Dio dov'é? Tu lo sai? Penso che abbandonerò la chiesa... abbandonerò questa città. Me ne andrò lontano. Comincerò una nuova vita. Dio è morto. E' ora di mettere un poco di ordine in questa vita.

- Dio non è morto. Io non ho perso la speranza e la fiducia in Dio. L'unico che ci aiuta è lui.

- Oggi ti ho aiutata io.

- La gente va in chiesa più del solito.

- Non venirmi a dire che questa miseria è il regalo di Dio alla nostra nazione per farci ritornare alla fede... Chi è al telefono?

- Nostro figlio dagli USA.

- Desidero rivederti ancora.

- Cosa vuoi Marco?

- State bene... ho visto scene terribili in televisione.

- Stiamo bene.

- Perché non venite da me Siete forse innamorati della vostra città?

- E' stupido essere innamorati delle cose. Non è questo.

- Aspettatevi l'inferno.

- Non ho ancora idea della resa finale. 

lavoro/potere/ribellione

- Se vuoi questo lavoro devi venire a letto con me.

- Non sei il mio tipo... a dire il vero non sono disposta a vendermi, neppure per un lavoro.

- Se vuoi sopravvivere lo dovrai fare. Sei una perdente.

- Questo è tutto da vedere. Non possedete il potere divino.

- Ce lo siamo presi. Senza il nostro beneplacito siete niente. Siete dei morti.

- Questa non è democrazia, neppure giustizia. Non viviamo più alle origini della storia. Oggi abbiamo coscienza della nostra situazione, abbiamo coscienza delle ingiustizie. Sappiamo cosa significa vivere e come dobbiamo vivere. Prima o poi pagherete. 

- Chi ce la farà pagare? Dio? Ma veniamo alle cose pratiche. Vuoi questo lavoro? Sei bella, sfrutta la tua bellezza. In questo mondo, la bellezza, ha un considerevole valore.

- Non sono in vendita.

- Ti ripeto... sei molto bella, possiedi anche una notevole intelligenza, un poco in là con gli anni, ma sempre bella. Ma non sei disposta a venire a letto con me. Dovresti essere rieducata. Ti rimanderò a scuola. Sai devi essere continuamente aggiornata se vuoi competere.

- Credi in dio? Tu credi in Dio?

- Non esiste un Dio da impietosire, da prendere in giro cercando una giustificazione o somministrandogli menzogne... così non si fa altro che accrescere la ricchezza degli psicanalisti. Ti immagini? Un super-io che si accresce, continuamente, come un mostro che vuole privarti della libertà, che vuole controllarti ed uno psicanalista che cerca di stanarlo per ucciderlo o incatenarlo.

- La povertà è un mostro maggiore.

- Neppure tu sei una credente.

- Forse, ma continuerò la mia ricerca di libertà. Continuerò a scavare, prima di una scelta, prima di morire, per ritrovare le radici della verità.

- La sola verità è il denaro. Il solo dio è il denaro. Se ci credi, se lo possiedi... tieni la tua vita tra le mani. Saresti padrona. Saresti libera di ottenere e fare quello che vuoi.

- Quanti posseggono il dio denaro? E' per tutti?

- Non tutti sono i prescelti.

- Cosa dovrei fare?

- Venire a letto con me.

- Tu sei pazzo!

- Non sai quello che stai perdendo. Le occasioni capitano una sola volta nella vita.

- E tu saresti la mia occasione?

- Ti sto offrendo più di quello che vali. 

- Che ne sai tu?

- Quello che nessuno può ignorare...gli anni passano per tutti, diverrai vecchia, la tua bellezza diverrà bruttezza. Non ci sarà chirurgo estetico capace di restituirtela. Avere ricchezza, invece, non invecchia.

- Anche tu morirai. 

Emigrare

 

Andarcene? Dove? Le nazioni ricche hanno innalzate alte mura. Gli eserciti vigilano alle frontiere. Usano sofisticati sistemi di controllo. Nessuno può entrarci, salvo i miliardari. Il denaro apre tutte le porte. Se ti va male ti rimpatriano. Se ti va peggio ti rinchiudono nei campi di concentramento con l'accusa di essere terrorista, se ti va meglio ti fanno fuori.

- Papà, mamma...noi emigriamo. Non c'è più nessun lavoro, neppure quelli temporanei. Non c'è nessun avvenire. Abbiamo preso contatto con una organizzazione.

- Non voglio.

- Non c'è nessun avvenire in questo paese. Non si vede una fine. Quello che aumenta è soltanto la miseria, la violenza, le morti. 

 

la moglie

 

Mi sento, e siamo, sempre più estranei. Stiamo ancora insieme soltanto perché non è ancora ora di starcene lontani. Fra noi non c'è più dialogo. Solo lunghi, pesanti interminabili silenzi che a volte terminano in violente liti. Della vita insieme non mi restano che piccoli ricordi sempre più avvelenati da mal sopiti rancori. Non ci unisce più neppure l'affetto per i figli.

La passione è svanita. Dubito possa rinascere. Dobbiamo rassegnarci ormai. Prendere atto che il nostro matrimonio è stato un fallimento, non importa per colpa di chi. Qualcosa ha spezzato l'incantesimo. Perché continuare a restare insieme? Non è meglio, non è meno stressante, per entrambi, separarci?

Separarci anche da questa città.

la nuova città/dio? 

 

Un monastero. Uno cattolico. Questa la mia nuova città, il mio rifugio. Dalla mia camera posso abbracciare con uno sguardo l'intera città dell'uomo. La conosco bene.Conosco quello che ho lasciato. Sono sola, è vero. Non ho niente. Neppure un marito, un amante. Ho imparato a combattere il desiderio dell'abbraccio pregando. Ed il desiderio si è affievolito sempre di più. E' scomparso. So che avevano ragione gli asceti. Dopo un poco di tempo non si ha più bisogno degli uomini. Si vive per l'idea di Dio. Si vive per un Dio che si materializza nella trasformazione del pane e del vino in carne e sangue.  Mi godo delle estasi orgasmiche con Dio. Al solo pensarci rabbrividisco... al solo pensarci arrivo alle soglie dell'orgasmo fisico. Tutto l'universo è in me, grazie a Dio, con Dio.

 

attentati/rivolta 

 

- Gli emigranti stanno sommergendo la nostra nazione, sono disposti a lavorare per un tozzo di pane. Stanno scatenando una guerra tra i poveri. Ci rendono disoccupati. Molte famiglie non hanno più futuro. Gli unici felici sono i direttori delle aziende.

- Siete dei castrati, dei falliti. Maschi nella merda, sconfitti dalla vita, gelosi della fortuna e della ricchezza degli altri.

- Per essere un sociologo guazzi nella fogna...quanto ti rende scrivere queste puttanate? Quanto ti pagano?

- E di me che sono una donna cosa dici? Che sono una donna mancata perché avrei voluto essere uomo come mio padre? Le solite palle psicologiche! Io sono donna e sono ben felice di esserlo. Chiedilo ai tuoi compari militari....ha fatto appena in tempo a fuggire dal loro desiderio bavoso. Mi avrebbero stuprata.

- Cosa volete fare di me?

- Di chiedere un riscatto non se ne parla neppure... d'altra parte sei così invischiato, anima e corpo nel sistema, che sei incapace di ragionare da uomo, al di la dei meccanismi automatici che dirigono la storia... lasciarti libero per trovare giustificazioni sociologiche ai tiranni al potere, per liberarli dai sensi di colpa... ma credi davvero che abbiano ancora una coscienza umana? La sera, dopo essersi pagato l'amore, non fanno altro che contare i loro sporchi denari. Decidere dove investirli, come moltiplicarli senza rischiare nulla. A voler essere realisti non ci rimane altro che ucciderti.

- La loro ricchezza serve anche a voi.

- Neppure più le briciole lasciano cadere. Ucciderli tutti bisognerebbe... tutti.

- E voi sareste dei cristiani?

- E' questo il dubbio che ci attanaglia...un dubbio atroce...è ancora possibile essere cristiani in questa società di merda senza essere dichiarati degli esclusi? La sai tu la risposta?

- Dovreste amare i nemici.

- Quando i nemici sono delle persone, ma tu sei ancora una persona? Non sei neppure più una bestia. Sei soltanto un meccanismo ben oliato.

- Siete senza speranza.

- Dio non interviene nella storia dell'uomo. Dio si inchina al no dell'uomo. E nell'uomo è difficile avere speranza. Non è più l'umanità a guidarli, ma la logica economica. Si scannano per qualche soldo in più.

- E la divina provvidenza?

- La divina provvidenza è buona soltanto per gli animali.

perdizione/senza dio, senza uomo

- Sono tornata. Avevi ragione tu.

- Sapevo che saresti ritornata.

- Tu vuoi soltanto avermi.

- Non sei venuta per questo?

- La situazione è peggiorata. Sono sola. Non sapevo dove andare. I militari hanno preso il potere. I miei amici sono scomparsi. 

- Arrestati?

- Penso siano stati uccisi... facevamo parte di un'organizzazione cattolica.

-Terroristi?

- Non abbiamo ucciso nessuno. Abbiamo fatto un rapimento, ma non volevamo ucciderlo. E' stata una disgrazia... gestivamo un giornale clandestino d'informazione.  L'informazione è in mano al potere. E' la loro ancella. Dicono soltanto menzogne. Noi vogliamo svelare la realtà. E' giusto che tutti prendano coscienza che la mancanza di diritti condanna milioni di persone alla miseria. E' ora che anche i benpensanti si scandalizzino.

- Più pericolosi dei terroristi.

- Anche tu pensi che i terroristi siano dei falliti che si credevano uomini, ed invece sono merda?

- No.

- Hai paura allora? 

- No. Non posso avere paura,non più. Non ho null'altro da perdere che la mia vita. Anch'io posso considerarmi solo. I miei figli sono emigrati chissà dove. Non so più nulla di loro. Forse sono vivi, forse sono morti...mia moglie non è più una donna.  Va di chiesa in chiesa a chiedere se li hanno visti. 

- Allora posso rimanere?

- Entra. Stiamo festeggiando l’inizio dell’anno nuovo. Coppie d’amici ballano annoiate. Non s’accorgono neppure della tua presenza. La televisione era accesa. Arrivava dallo schermo l'invito a risollevare i destini della nazione a spendere. La moda arrivava in chiave di convincimento. Eppure il vestire non è la mia principale preoccupazione. Io voglio spogliarti, lasciarmi spogliare da te. Approfittarmene.

- Posso andare in bagno? Mi chiedi. Così sono impresentabile, non faccio certo bella figura. Questa sera voglio festeggiare… indosserò qualcosa di rosso.

-Tu stai bene anche così, qualsiasi abito su te è un bell’abito.

Il bagno

 

Nella stanza da bagno elegante e luminosa, uno specchio a tutta parete, riflette il tuo corpo. Per il resto, il bagno, è riempito, con elegante noncuranza, di oggetti che fa della mia famiglia proprietaria borghese dai gusti raffinati.

Le finestre sono schermate da pesanti tendaggi che confondono giorno e notte. Accendi alcune delle piccole candele profumate sparse qua e la. Mentre l'acqua riempie la vasca ti spogli. Ti guardò allo specchio.

Sei nuda. Ti guardò a lungo. Sei come t’ immaginavo: belle labbra, due piccoli seni dalla forma particolare e dall'aureola scura d'un perfetto tondo...

- Hai due splendidi seni.

Diventi rossa, ma i tuoi occhi seguono nello specchio i giochi della seduzione. Mi sento catturato da una ragnatela impalpabile di pensieri, di sogni fantastici d'erotismo non più trattenuto. Cogliendo dallo specchio tutte le sfumature psicologiche, la tempesta dell'anima, la tempesta ormonale del corpo di lui, ormai nudo. Tra innocenza e perversione si riprese il diritto di vivere la passione. Non era venuta da lui per questo?

- Nuda sei irresistibile...sembri un angelo venuto a riportarmi nel paradiso perduto. Ho desiderio d'amore. Disse.

- Il desiderio d'amore, il sesso deve essere reciproco. Rispose.

- Non sei una schiava, una prigioniera. Non comprerò mai catene per legarti a me. Sei libera 'amarmi e di lasciarti amare.

- Sei legalmente sposato. Non sei più innamorato?

- Innamorato? Sono adulto... le voglio bene, nulla più.

- Siamo immorali.

- L'immoralità è soltanto l'uso del denaro per comprare la merce umana e la vita.

- E' assurdo.

- Cos'è assurdo?

- Che questa esperienza sia destinata al fallimento.

- Non è un rapporto senza speranza. Non combatti forse per cambiare le cose? Hai in te una straordinaria voglia di vivere.

Uscì. Ritornò poco dopo con una bottiglia di champagne e due bicchieri. Li appoggiò sul bordo della vasca, riempì. Porse il calice alla donna. Bevvero.

- I sentimenti, disse uscendo, possono svanire, le parole non contano niente, ma i flash dentro la memoria rimarranno sempre.

Il profumo delle candele e delle essenze impregnavano l'aria, eliminavano dalla memoria le tossine dei ricordi.

Esci dalla vasca. Ti rivesti. Mi raggiungi nella camera da letto. Ci guardiamo senza affanno, poi chiudiamo gli occhi. Complice lo champagne bevuto, complice la curiosità suscitata dalla tua affermazione "qualcosa di rosso lo porto" ho desiderio di farti mia, di fare l'amore con te."

"Cosa vuoi da me? "

I brividi percorrono ogni atomo di questo corpo in rivolta; gli occhi pieni di lacrime.

Io accuso Dio d’avermi dato un inizio senza che fossi Dio sin dall’inizio.

Neppure Satana potrà aiutarmi in questo, neppure lui ha avuto ciò che cercava e voleva.

La vita è pazzia.  

la scelta

 

Oggi, a cinquant'anni, devo scegliere che cosa fare da grande.

Chissà quanto dovrò pagare, per avere tenuta nascosta questa nostra storia d'amore che amore non è, ma vita umana di due esseri che si conoscono senza violenza, senza possesso, che cercano solo di darsi la gioia della bellezza di esistere, di aiutarsi e di conoscersi.

Ma per la legge, io, padre di famiglia, longilineo, curioso della vita, sconosciuto poeta, menefreghista di qualsiasi lode o popolarità;

non laureato in nessuna famosa scuola, refrattario a qualsiasi raccomandazione, dipendente a basso stipendio, dovrei ora decidere di lasciare il tutto che posseggo, anche se mai me lo hai chiesto,

per convincerti ad  inventarti una nuova inutile vita con me.

Potrei anche vivere con due piedi nelle staffe, senza cambiare nulla, così come conviene ad ogni buon cavaliere per evitare il pericolo della caduta, ma …

Mi sono buttato, corpo ed anima, nell'avventura della vita.

Non so se ci sono riuscito bene, ma forte dell'esperienza derivatami dall'aver vissuto, l'ho innalzata a filosofia di vita.

Sono di casa con la vita, ma qualcosa non funziona.

La mia prima crisi era nata proprio dalla difficoltà di tenere insieme il ruolo di marito e di padre con quello di poeta scopritore della verità della vita. 

All'improvviso nel luglio 1984 la prima crisi.

Accettai di innamorarmi di una single. Non mi ero dimesso dal mio ruolo di marito e padre, nonostante fossi stato scoperto. Anzi, mi veniva rinnovato.

E' vero, erano, sono contrasti, dissapori.

Passarono gli anni, pochi. Ora mi dovrei dimettere perché non resisto più.

Mi dovrei dimettere perché sono ostacolato, controllato, imprigionato.

Mi dovrei dimettere perché sono solo.

Non vivo.

Mi sono rinchiuso nel mondo dei pensieri, non faccio mancare nulla a lei, ai miei figli.

E' accaduto che ho incontrato lei; è accaduto che trovo conforto all'esistenza nell'amicizia con lei, divorziata, madre, amante della vita.

E' accaduto che ho ricominciato ad essere curioso della vita.

Incontrandoci, parlando, è nato l'amore...entrambi lo abbiamo voluto.

Lei è bella, bella nella sua vitalità, nel suo combattere, nella sua ricerca d’essere felice.

Io sono timido, riservato, nei panni dell'uomo che vive, non ci sono mai entrato veramente. 

Ora, quest'incontro, mi obbliga a riconsiderare la mia scelta affettiva, la scelta di vita fatta anni fa. Dovrei decidere se voglio cambiare vita.

Ma per legge divina sarei soltanto un adultero.

In città molti l'hanno saputo, anche se fingono di non sapere nulla.

Se la notizia non fosse finita sulle bocche dei giornalisti di paese, forse nessuno avrebbe commentato che me ne ero andato a vivere da solo.

E' strano, infatti, che io, padre di famiglia, onesto lavoratore, marito fedele che non frequentava cinema, bar, discoteche od altro me ne sia andato a vivere da solo.

A chi mi domandava, dicevo che era soltanto per questione di spazio: sai, siamo aumentati in famiglia, sono andato a vivere nell'appartamento accanto.

Non è cambiato nulla.

Mia moglie mi ha chiesto di pazientare un pò, di aspettare... che sarebbe cambiata, che sarebbe venuta incontro ai miei desideri, ma io non voglio cambiare le persone.

Ormai ho deciso.

E' vero, non è facile abbandonare il proprio abito sociale.

Ho sofferto, il travaglio è stato lungo. devo ringraziare chi mi ha aiutato.

Ho trovato conforto in pochissimi amici, ho trovato una guida spirituale nel pensiero unico del liberismo, che mi ha aiutato a compiere il grande passo, a scegliere tra la mia obbedienza alla famiglia ed al nuovo legame affettivo costruito in questi mesi.

Ne ho parlato, nei mesi scorsi, con il delegato vaticano del problema... i ha pregato di tornare sui miei passi.

Dio mi dice che il patto è indissolubile.

Ci siamo presi due mesi di pausa, per riflettere, ma ormai ho già deciso.

Il rapporto affettivo è diventato sempre più grande, sempre meno invece con mia moglie comandato dalla legge.

Ho depositato davanti al giudice la lettera con la quale chiedo la riduzione allo stato sociale di singolo.

Sono sospeso dall'esercizio di paternità e di marito.

Ma per ottenere lo stato definitivo devo ancora attendere la sua risposta.

Devo attendere per poter essere libero di amare.

Non ho nulla da nascondere, conosco la vita.

So di essere stato considerato un modello di padre e marito da portare ad esempio di vita, ma questo non giustifica la diffusione di notizie calunniose nei miei confronti.

Non volevo far del male a nessuno.

Dopo mesi di sofferenze e ricatti ho congelato la mia coscienza.

Lei ha compreso  la mia crisi, non mi abbandona, è disposta ad aspettare il tempo necessario per vivere con me.

Gliene sono debitore.

Ora vorrei soltanto essere dimenticato e continuare a vivere.

Che m'importa se così facendo distruggo religioni e civiltà?

 

@a+a 17/10/2002 

 

So che ci sei… so che abbiamo gli stessi pensieri.

Mi manchi, ma non é triste… è soltanto desiderio di vicinanza, di sentirti parlare, di accarezzarti,

ma non é tristezza.

Vorrei chiamarti, dirti ti amo, mi manchi, ho bisogno delle tue carezze, del tuo corpo, delle tue parole, di te… vorrei dirti non mi lasciare, non stancarti, non annoiarti e tante altre cose.

Eppure non lo faccio. Preferisco sognarti, vederti, immaginarti mentre vivi… non t’immagini la trepidazione di aspettarti per essere risvegliato da te che rientri dal lavoro o farti la sorpresa di portarti la colazione a letto… e sentire il tuo abbraccio, godere i tuoi baci.

Al di la della fantasia, m’accorgo ogni giorno di più quanto sia importante per noi due esserci incontrati.

Sei affascinante, sei cara, sei tenera, sei la mia donna… ti amo e ti aspetto, aspetto di poterti incontrare, di nuovo, sempre.

Ho riposto la mia fiducia in te… non ne sono pentito. Valeva la pena di conoscerti ed amarti.

Sappi che io non ti lascerò mai sola …io non ti caccerò via da me.

Ma ora non voglio pensare a questo, ora siamo insieme… ogni giorno che passa ci conosciamo sempre più, ogni giorno che passa ci amiamo sempre di più.

Ed ogni giorno che passa é un giorno in più che ci appartiene.

Ogni giorno che passa io scopro una donna, bella dentro e devo ringraziarla di essere entrata nella storia della mia vita.

Con questo, che non solo penso, voglio contraddire la tua paura di stare insieme per la vita con un uomo.

Ogni difficoltà ed incomprensione la si supera se si vuole.

La tua libertà, il desiderio d’isolarsi da ciò che ti circonda e ti condiziona, non distruggono un rapporto.

Ho temuto di non riuscire più a vederti, a parlarti, a stare insieme… lo temo ancora, ma non perché penso che tu sia stanca o non sappia del tuo grandissimo amore…non perché io non sappia di amarti e di stare bene con te.

Non ho mai creduto che l’amore fosse la causa unica e la ragione sufficiente per vivere insieme…

Molto più importante il rispetto, la conoscenza, la stima, il non volere farsi male, il ricercare il bene dell’altro, la volontà, il volere costruire qualcosa insieme.

Tu sei una splendida donna, degna della massima fiducia ed avrei molti rimpianti se non riuscissi a trovare il modo per trattenerti nella mia vita…e …  ti amo.

Non sai quanta tenerezza, quanto amore ho sentito quando anche tu impaurita sei fuggita.

Ho temuto fosse la fine dei nostri incontri e ti ho sussurrato con tutto me stesso di non aver paura.

Ti ho molto amata in quell’attimo, ti ho sentito molto vicina, ho ascoltato il mio cuore piangere.

Lo sapevo, sapevo sin dall’inizio… non sono pentito di averti e di continuare a conoscerti ed amarti.

Io, lo sai, ci sarò sempre e nei modi che vorrai e che saranno possibili.

i fini 

- Cosa volete.

- La morte dello stato. Campagne d'arruolamento. 

- E' ora di smettere di rompere auto e vetrine. Non serve a nulla.

- Vero... possiamo, dovremmo colpire cose e persone di questa ragnatela multinazionale di dominio.

- Vi prenderanno.

- Siamo una organizzazione leggera. Comunichiamo via internet. Nascondiamo comunicazioni criptate dietro le immagini. Difficile prenderci.

Il rapporto tra potere e denaro, tra ricchezza e politica sono una costante di tutti i tempi e di tutti i sistemi politici. Né la rivoluzione francese, né la rivoluzione russa ha potuto farci nulla. Il solo risultato raggiunto è stato l'estromissione della religione dal potere. La religione è solo un affare personale, non deve interferire nelle ragioni economico e politiche. 

Il popolo ormai non esiste più. Ogni resistenza è stata spazzata via. Le organizzazioni internazionali sono ritornate. Reinvestono nel loro porcile. Ormai siamo tutti dei robot educati...non ci ribelliamo, ci contentiamo di poco. La morte, la morte dei nostri figli, sono ancora nostri i figli?, ci lascia indifferenti. E loro, i nuovi padroni, i vecchi padroni, sono contenti. Non hanno mai avuto operai così efficienti, operai che si contentano di poco. Intanto accumulano, investono in nuove tecnologie, in nuove armi...studiano nuove economie, nuove manovre di dominio... chissà quale sarà il prossimo popolo predestinato ad essere la vittima da sacrificare al dio denaro.

E dopo? Dopo che hanno il dominio del pianeta? Domande inutili. Nessuno degli attuali attori sarà ancora vivo, dopo.

I cimiteri sono pieni. La morte ha voluto anche loro due. Ha voluto renderli inseparabili come non aveva fatto la vita. Ma è vivere per morire così?

 

@clown 09/08/2002