IL MITO DI ORFEO

Chiave di lettura:

 

La donna che vorrebbe trattenere con sé l’uomo disceso nel regno dei morti per amore, è l’altra faccia della donna amata e perduta. 

Si è innamorata dell’anima e del corpo del suo uomo... ma ha messo dei paletti che hanno comportato in lei uno sdoppiamento nel modo d’essere, impedendole di gettarsi anima e corpo nella pazzia d’amare e di essere amata.

Lui ha cercato di conoscerla, di capire, non voleva né l'una, né l'altra, ma la persona intera... così sono precipitati nel silenzio del regno dei morti.

Lei sa che non è, ne è stata, né sarà mai, amata così.

Se preferite, invece, pensare che sia un’abitante occasionale del regno dei morti o la morte stessa, liberi di farlo.

  

Bg. 16/09/2004 @ a+a

il mito classico

La storia:

Orfeo ( significa: colui che è solo) era un poeta e un musico.

Le Muse gli avevano insegnato a suonare la lira, ricevuta in dono da Apollo.

La sua musica e i suoi versi erano così dolci e affascinanti che l'acqua dei torrenti rallentava la sua corsa, i boschi ballavano, gli uccelli, commossi, non avevano la forza di volare e cadevano, le ninfe uscivano dalle querce e le belve dalle loro tane per ascoltarlo.

Euridice era una ninfa e sua sposa.

Un giorno, mentre correva per sfuggire alle insidie di Aristeo, venne morsa da un serpente e morì. 
Orfeo, profondamente innamorato, decise di scendere nell'Ade, l'oscuro regno dei morti, a riprendersela.

Con la sua poesia e la sua musica riuscì a commuovere tutti:

Caronte lo traghettò sull'altra riva dello Stige, il fiume infernale;

Cerbero, l'orribile cane con tre teste, non abbaiò;

Le Erinni, terribili dee infernali, piansero;

I dannati cessarono i loro tormenti... e persino il dio Ade e sua moglie Persefone s'inchinarono al canto d'amore e concessero ad Orfeo di riportare Euridice con sé, ma a un patto:

Euridice avrebbe dovuto seguire Orfeo lungo la strada buia degli inferi, senza che lui si voltasse a guardarla, non prima di essere giunti nel mondo dei vivi.
Iniziarono la salita.

Avanti era Orfeo, lo seguiva Euridice  e infine Hermes, che doveva controllare.

Erano ormai giunti alla meta, quando Orfeo, temendo di averla persa e preso dal forte desiderio di vederla, si voltò.

Così Euridice fu risucchiata nell'Ade ed inutile fu, per Orfeo, cercare d'afferrargli le mani nel tentativo di trattenerla.

Così, Euridice, morì per la seconda volta.

Orfeo rifiutò in seguito l'amore di tutte le femmine. Poiché la sua musica distoglieva i mariti dai doveri coniugali, dovette subire la vendetta delle donne che fu attuata per mano delle Menadi, sacerdotesse di Dionisio. Lo uccisero, lo fecero a pezzi e lo gettarono nel fiume Ebro.

Orfeo non morì del tutto e la sua testa, pur separata dal corpo, continuerà a cantare per sempre.

L'analisi:

L’amore vuole vita, per questo Orfeo scende nell’Ade a riprendersi Euridice.

Ottiene questa possibilità alla condizione di non voltarsi a guardarla prima che abbiano raggiunto

Il regno dei vivi.

Questo patto, questa richiesta apparentemente così semplice, è in realtà, impossibile da rispettare.

Orfeo ama e può amare solo a condizione di conoscere.

E’ costretto a voltarsi a guardare Euridice dall’amare stesso.

Nessuno, infatti,  può scindere l'amore dalla conoscenza.

E' una contraddizione conoscere senza amare, così come è pazzia amare senza vivere.

Amare non è un dato acquisito una volta per tutte. Amare necessita di conferme, ad ogni istante... di qui il bisogno ineludibile, per Orfeo, di voltarsi… per capire se era amato.

Secondo il mito, non avrebbe potuto mai riavere Euridice, un Orfeo innamorato...

ma è anche impossibile amare una persona se questa non vive.

Euridice avrebbe potuto salvare entrambi, parlando, ( non era proibito) per fargli sapere la sua viva presenza.

Nel silenzio, Orfeo avrebbe dovuto avere fede... è divino.

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INCONTRO CON EURIDICE NELL'ADE

-Non c’è nulla qui di molto diverso dal tempo antico che hai lasciato per il tuo viaggio di ritorno.

- Già, nulla di diverso qui con te.

-Tu sei ritornato, tu ti sei voluto fermare qui. Cosa cercavi?

- Ti dirò … venendo qui mi piacque e fui lieto di ritrovarti. Mi piaceva la tua vita in vita. Mi piaceva il sesso con te.

- Qui puoi viverci sempre, con me. Immortale.

- Se domani io partissi tu saresti infelice?

- Seguirti? Lo vorrei, ma sai,  non posso.

- Ti ho chiesto solo se tu saresti felice.

- Non è questo. In questo vuoto non c’è nulla da rimpiangere. Lo vedi anche tu … certi giorni di silenzio, la tensione tra noi … ci guardano. So, tu cerchi un passato, cose remote. Morte. Qui le hai ritrovate, ma non ti bastano. Lo sai anche tu. Quello che è stato è stato e non sarà mai più.

- Senti …  ti ho seguita nell'Ade perché ti amavo. Non sapevo di inseguire la morte. In vita, quando tu mi hai fermato, ti ho amata. Non chiedevo altro.

- Tu sei voluto raggiungermi nell’Ade. Qui il tempo non passa. Non c’è. Qui non si hanno ricordi. Questo è un luogo senza passato, immortale. Un paese di morti. Tutto questo è vecchio e già lo sai. Che altro vuoi?

- Vivere.

- Vivere non sarà una nuova festa. Se questo cerchi. Non avrai nuovi amori. Sarà lo stesso gesto, la stessa vita. Bisogna essere moderni. Guarda, se non vuoi me, guarda i magnifici corpi, gioielli di carne nuda.

- Qui tutto è stato distrutto.

- La chiesa che vedi è in vendita. Là sul campanile un uccello canta, un usignolo, forse un canarino, un angelo di Dio. O forse è solo un santo in preghiera. L’aria è immobile. Guarda la tua tomba imbiancata. Guarda il giornale. La fogna.

- Pensavo che tu donna potessi fare qualcosa di meglio per trattenermi.

- Tu dunque vuoi ritornare in vita, tra i cittadini educati. E’ dunque quella la vita che vuoi?

- Si.

- Ti seguirò.

amore proibito

- Perché così elegante?

- Questa sera è l’ultimo giorno dell’anno e la voglio festeggiare…

indosso qualcosa di rosso come portafortuna.

- Tu stai bene con un qualsiasi abito… il reggicalze di rosso?

- Non il reggicalze, il reggiseno.

- Dai, solleva la maglietta.

- Non certo al primo che incontro.

- Non ti farò nulla.

- Cosa vuoi da me?

- Lasciati accarezzare.

- Mi sento osservata..

- Sei bella, mi piacerebbe vederti nuda.

- Mi piacciono le tue carezze… c’è dolcezza, sono violenza.

- Sei così bella… con te farei anche solo sesso.

- Grazie.

- Stupida… hai due splendidi seni… nuda sei irresistibile... ti desidero.

- Il desiderio d'amore ed il sesso deve essere reciproco.

- Sei libera d'amarmi e di lasciarti amare.

- Sei legalmente sposato. Non sei più innamorato?

- Innamorato? Sono adulto... le voglio bene, nulla più.

- Siamo immorali.

- L'immoralità è soltanto l'uso del denaro per comprare la merce umana e la vita.

- E' assurdo.

- Cos'è assurdo?

- Che questa esperienza sia destinata al fallimento.

- Non è un rapporto senza speranza. Non combatti forse per cambiare le cose?

Hai in te una straordinaria voglia di vivere.

- I sentimenti possono svanire, le parole non contano niente,

ma i flash dentro la memoria rimarranno sempre…

- Sei pericoloso.

- Rimani ancora due minuti.

- Non ho problemi. Non c'è nessuno che mi aspetta a casa.

- Ricevuto cattive notizie al cellulare? Sei diventata triste.

- Non sempre le cose vanno come si vuole.

- Non voglio farti del male... com'è che è finita con tuo marito?

- Ogni anno si recava a in vacanza con i suoi amici, ogni anno mi tradiva.

- Perché lo hai sposato?

- Incidenti di percorso. Ero incinta.

- Non ci si sposa per quello.

- Sei fragile… leggo nei tuoi occhi nostalgia.

- Gli altri non mi vedono così.

- Gli altri, ma tu sei così.

- Perché tu mi sai leggere?

- Perché io guardo i tuoi occhi.

- Perché stiamo bene noi due? Cosa ci attrae?

Non sono una che si concede così al primo che incontro.

- So quello che vuoi dirmi... il sesso è sempre uguale...

l'emozione della carezza, l'imprevisto, la non pianificazione... suscitano pensieri emotivi inclassificabili.

Brividi che ti percorrono, anima e corpo, slegati da ogni aspettativa, da ogni codifica.

O forse perché entrambi non abbiamo secondi fini che farci stare bene a vicenda senza nulla imporre.

- Io non ti telefonerò mai. Non voglio far soffrire altre persone.

Sarei... sono capace di troncare tutto anche soffrendo.

So che hai i piedi per terra... hai delle responsabilità. Ma è' tutto così nuovo, così strano.

- Non voglio pensare a questo genere di principi etico e morali.

Non voglio pensare alle conseguenze di questo nostro casuale incontro.

Abbiamo fermato il tempo... viviamo un istante esclusivo per noi.

Un istante libero, senza avvenire, senza costrizioni, ma è un istante assoluto, il tutto.

A cosa pensavi quando ti sei rattristata?

- Sono confusa. Sono separata da anni, mi sono creata degli spazi che fatico a concedere ad altri...

è vero che l'amore supera ostacoli ben più difficili... lui abita lontano, ma non sono sicura...

l'invadenza, il dover cambiare i luoghi ai propri spazi, alle proprie abitudini...

Non ho mai spulciato tra le cose del mio ex-marito. Non controllo mia figlia...

Di te conosco poco. Tu non parli molto... com'è tua moglie?

- Vorrei tu fossi felice. Davvero….

- Dobbiamo lasciarci. Si è fatto tardi.

- Mi lasci il tuo numero di cellulare?

- Non lo possiede nessun altro… fermiamoci prima che sia irreversibile.

- Ci siamo già cascati dentro l'irreversibile, entrambi. Già ci vogliamo bene.

Già soffriamo la lontananza.

@ a+a 01/02/2002

 

l’amico

 

 - Ascolta, amico. Come a straniero posso confidarti questi fatti.

Non spaventarti delle mie follie, non giudicarmi.

- Sono attento.

- Dormivo, una sera, ad occhi aperti. Venne la notte. Ebbi un brivido e la vidi.

La vidi che mi guardava. Mi parlò. Le parlai. Abbiamo parlato, parlato ed ancora parliamo.

Ascolta! Mi sta innanzi, una donna. Non sorride. Mi parla. Mi guarda. Io sto attento.

La guardo. Le parlo.

I suoi occhi, il suo corpo, la sua anima hanno visto e subito fatti terribili.

Li vedono ancora. In questi occhi c’è l’urlo soffocato, la violenza, la pietrificazione;

in questi occhi c’è un forte desiderio di rinascita. Tutto questo io l’avevo dimenticato.

Sposandomi credevo che il desiderio, l’inquietudine, l’angoscia della ricerca finissero.

- E non è vero?

- Forse è così. I pensieri non attanagliavano la mia mente a chiedermi perché.

Ero immobile, intangibile, immortale, come un Dio. Non soffrivo. Non vivevo.

Il tempo scorreva senza sfiorarmi. Ero tranquillo e fuggivo ogni occasione.

Non avevo bisogno di niente e di nessuno.

- Perché allora l’hai guardata? Perché l’hai vista? Perché le hai risposto?

- Non so, amico straniero. Non la cercavo. Poi quella sera la vidi, le parlai, l’ascoltai,

la desiderai...

- Tu dunque hai accettato?!

- Si! Ho voluto che lei mi si rivelasse.

- E lei?

- Non è fuggita...

- Racconta, che disse?

- Ed io?

Udii come un soffio di bufera scuotere la mia anima immobile, inondandola d’emozioni.

Ed io?

Continuò. Io voglio nascere, io voglio venire nudo, non so ancora se maschio o femmina,

in questo tuo universo.

- “Chi sei tu?” Risposi mentalmente, mentre un’indefinibile angoscia avvolgeva,

come una nebbia autunnale, il mio io vigile e creatore.

Sai tu, mormorai, quale universo io nascondo?

Tu non lo sai, ma io non ho bisogno di niente e di nessuno per essere.

Io sono un serpente, un Clown, uno che ha sospeso la sua vita, uno che sopravvive divertendo.

- Sono un’anima. Mi comunicò sorpresa. Sono fragile, nuda, ma vera.

- Un’anima? Credo d’avere un po’ paura ad accoglierti e perdermi nel tuo universo.

Da tempo ho cessato di chiedermi chi sono, da dove vengo e dove vado.

- Io non chiedo nulla. Un lampo di tristezza le solcò il viso...

fu allora che l'amai, fu allora che desiderai follemente fosse felice.

- So quello che vuoi, la conosco questa strada… é arrivata l’ora di ricominciare.

Ma sappi, io non sono capace di divertire un’anima, se è questo che cerchi.

- Che sei capace di fare allora?

- Non ho molto da offrirti se non una strada per l’inferno

ed il mio io più profondo con il quale confrontarti senza alcun timore.

- Possiamo provare.

- Io... io ti apro, con angoscia profonda, ma coscientemente e volontariamente i cancelli

che chiudono l’accesso al mio cuore.

Ogni tua manifestazione dentro di me dovrà essere verità.

Non nascondermi chi sei, non nascondermi le paure, le violenze, la tua storia ed i sogni.

Io sarò dentro di te e non nasconderò nulla di me. Io sono io, tu sei tu.

Insieme saremo liberi, insieme scopriremo una strada; insieme inventeremo una storia;

insieme sapremo se abbiamo un valore.

- Mi fai paura... ad un tratto ho paura.. .forse anche tu non sei diverso da ogni altro.

- Anch’io ho paura, ma voglio vincerla questa paura. Se morire devo, per vivere, che sia!

Ma non sono solo e tu lo sai, non posso né voglio decidere dell’esistenza di altri.

E non sai quali, quali lacerazioni lascerai, quali ferite, quali sofferenze scatenerai.

Io scorgerò, io terrò tra le mani il tuo unico, irripetibile, meraviglioso io…

ma so anche che non saremo un’anima ed un corpo solo.

Tu rimarrai tu, io, io, anche se diversi.

E dentro di me, dentro l’eternità del mio essere stato vita, ci sarai anche tu.

Ora mi accosto a te, ai tuoi piedi depongo il mio io.

Ti offro la possibilità di violarlo con speranza d’eternità.

Ed è questa una delle ragioni per le quali rifiuto Dio. Il Dio in cui credo.

Il Dio che annulla nel suo paradiso ogni persona. Non ho bisogno di essere giudicato.

Io sono io.

Non ho nessun padrone, ma non posso disporre dei miei figli, anche se so che se ne andranno.

- Non ti ho chiesto questo. Mi disse.

Ti ho soltanto chiesto di vivere con me qualche tempo a svelarmi le tue certezze.

- Ed io lo chiedo a te.

Mi pongo indifeso davanti a te, sarò in tua balia

come una fragile vela dentro l’occhio del ciclone.

Da tempo so di non potere essere un narciso solipsista,

da tempo so che per vivere occorre l’altro,

da tempo non vivo... ora l’altro sei tu.

Non sarò più alla presenza di questo mio io, ma parlerò con la tua anima.

Siamo entrambi maggiorenni. Accada quello che vogliamo.

- E che accadde serpente, poeta? O come altro ti devo nominare?

- Accettai di conoscerla e di farmi conoscere.

- Sei pazzo, amico. Soffrirai.

- So che soffrirò.

- Non sai neppure quanto... sarà un dolore terribile.

Lei non sarà mai tua... ma tu l’hai vista... tu vuoi essere suo prigioniero.

- Sei in errore. Io sono forte. Sono un eroe. Ho ucciso i mostri.

Ho vinto il canto delle sirene.

Sono fuggito all’abbraccio di Calipso.

Sono estremamente cosciente e padrone del mio destino.

Non ho bisogno né di mio padre né di mia madre. Non ho bisogno di lei per il sesso.

Credo di avere una volontà ed una logica ...

- Parole dici, soltanto parole. Sei sangue e carne.

- Che m’importa?

- Tu non sei giovane...

- Già ho molto vissuto.

I piaceri e le miserie hanno occupato a lungo la mente, quasi alla follia.

Ora sono scivolano via da me senza recarmi danno alcuno…

ma se lei è riuscita a toccarmi questo avrà pure un senso.

- E’ soltanto una presenza di donna.

- Nell’amore c’è la morte e la vita, c’è la rinascita. Inoltre non provo disgusto per il sesso.

Che ne dici?

- Sei ancora bambino.

- Ti sbagli. Io sono marito e padre.

- E’ vero, mi sembri un uomo forte, fatto…

ma sarà poi vero che sei quel che si vede o dici di essere?

- Lo sono, vecchio, lo sono... un uomo.

- Lo spero per te. Ho visto morire uomini per fatti di ben minore importanza.

- Non morirò per questo.  

- Non può valere la pena di soffrire per una storia così senza speranza.

La donna ama soltanto se puoi darle un futuro. Tu che le puoi dare? Niente.

E’ un amore destinato a morire… tu già lo sai.

- Ne vale la pena, credimi! E' vero, ci sarà il dolore, ma è un soffrire atroce e dolce insieme.

Non lo baratterei con nulla al mondo.

Ed è anche una gioia terribile... è come volare e cadere allo stesso tempo...

come vivere e morire.

E lei mi è sempre davanti agli occhi. E' dentro di me. Cammina con me.

E quando mi è realmente vicina tutto il mondo scompare.

- Ma alla fine che cosa ti rimarrà? Cosa ci hai guadagnato?

- Lei.

- E lei?

- Me, se lo vorrà.

- Tu lo dici! Dove accadde questo che mi racconti?

- Ha forse importanza il luogo?

Poteva essere il mare od il bosco, una casa o altro luogo, sul lavoro.

Accadde e basta!

la nascita

 

- Non mi racconti mai nulla di te.

- Che senso ha raccontarti di me? Cosa ci puoi fare tu? Cosa ne sai degli amori part-time?

Ne hai vissuto uno…è vero, ma forse era più una passione, una scappatella che è durata un po’ di più…

Un uomo…un amico si era molto attaccato a me, la moglie era gravida… avevo come un rifiuto di lei e non aveva tutti i torti, perché lei era veramente insopportabile.

Davanti al mio rifiuto, mi ha rinfacciato che se potevo avere un amante… potevo tenermi lui, al suo posto. Ma non era la stessa cosa per me.

Era un uomo dolcissimo, ma io non avevo nessuna intenzione di rovinare qualcosa di bello, come un figlio in arrivo… anche se la madre non se lo meritava.

Si sono separati dopo un paio d’anni e sembra che lui abbia trovato una donna giusta per lui.

Lei, l’ex moglie si è messa con un altro…visto che non aveva “niente da fare”.

Anche con il marito si era messa perché non aveva “niente da fare”.

Parole sue.

Io non sono cosi. Il mio matrimonio era fondato sugli ideali in cui credo ancora… ed è crollato.

L’ho vissuto anche nell’adulterio perché per me era importante la conoscenza.

Ma ne ho sofferto troppo…

Caricavo le batterie da una parte, per avere la forza e l’energia di mandare avanti l’altra parte.

Ma ciò mi distruggeva l’anima. La mia anima…che io consideravo pulita. Mi sentivo sporca per “dovere”.

Anche se cerchi di capire, sei lontano comunque da quello che ho passato. Tu vuoi da me le confidenze…quello che non si “racconta a tutti”…Perché? Cosa te ne fai? È qualcosa che aiuta me o te?

Ti piace il glossip? Vuoi l’esclusiva?Io ho gia dato. Credevo cosi tanto nell’amore e nella sincerità che ho raccontato, a chi diceva di amarmi, quello che sentivo e che avevo vissuto… ma tutto mi si è ritorto contro. 

Sono stata punita con la mia stessa vita.

E tu, cosa te ne fai della mia sincerità? A cosa ti serve?

So che mi rispetti… So che mi ami con rispetto… So che non sei né un confessore né un giudice…

Ma una volta che sai quello che vivo, quello che ho vissuto, quello che vorrei…vivere…cosa te ne fai?

Puoi cambiare qualcosa?No.

Allora dobbiamo dare dei contorni…a noi. Tu hai una famiglia…sarebbe troppo doloroso e oneroso cambiare questo dato di fatto.

Io non costruirei mai qualcosa sulla sofferenza altrui.

Io da dieci anni sono una donna libera, ma gli uomini vedono in me un bel corpo, magari facile da consolare… o dove trovare il caldo per l’inverno (dell’età).

Tu parli delle 10.000 donne che si sono offerte a te, che ti hanno dato la loro disponibilità… io non c’ero.

Io non mi  sono mai offerta a nessuno. Io amo essere conquistata ( e tu lo sai ) e decidere se lasciarmi conquistare…

Anche io trovo chi mi invita a cena … sperando nel dopo-cena…ma io mangio bene a casa mia.

Non ho voglia di buttarmi via…il mio IO non è molto forte, ma sicuramente non mi metterò mai con nessuno perché “non ho niente da fare “ o per non sentirmi sola.

Sono sola.

Mi pesa essere sola. Soffro tanto la solitudine. Non sono nata per essere sola. Mi sento sprecata…

ma non ho nessuna intenzione di buttarmi via.

La solitudine è il prezzo della libertà.

Te l’ho detto altre volte… ma non sai che caro prezzo ha. Non puoi sapere il valore di questa sofferenza.

Anche io trovo in te quello che avrei desiderato, mi sono innamorata della tua anima, ma non c’erano i tempi.

Il tuo modo di amare é unico… meraviglioso… avvolgente più dell’acqua e del sole e del gelo…

Ma… se vent’anni fa mi avessi scelto come sposa, a che punto saremmo ora?

Mi avresti tradito con il frutto del nostro amore in grembo? O quello era solo il frutto del sesso?

Ci sono differenze?È difficile vero? È il senno del poi… e non serve a nulla se non a star male e a soffrire …a sognare…e… allora continuiamo a sognare, non costa niente, non fa male a nessuno.

Io non posso essere tua. Tu non puoi essere mio . Io sono tua e tu sei mio. Quando capita, se capita, nella libertà.

La libertà… non ha tempo, non ha limiti, non ha regole.

L’importante è rispettarla, non rinchiuderla, non pretendere visite o appuntamenti. È vivere.

È viverla.

Anche l’amore è vivere e viverlo.

Io non ti ho mai chiesto incontri a casa tua… non sono mai nemmeno venuta nei paraggi, per rispetto, non per indifferenza, per proteggerti.

Ti penso spesso, ti sogno e nel sogno ti vorrei avere vicino…

Ma ognuno di noi ha il suo bagaglio nello zaino, possiamo guardarci dentro … ma non possiamo scambiarcelo.

Siamo sulla stessa strada…! ? … é domenica pomeriggio. Terminato il faticoso lavoro sono rimasta sola… sola, con la tele accesa … un film d’amore … tu forse in compagnia dei figli o a nanna o a roderti dentro o davanti al pc o solo, come me.

Cosa stai facendo? Dove sei? Lo vedi che sei lontano?

Anche se io ho passato tutto questo tempo pensando a te, avendo voglia di parlare con te … la libertà è anche questa per tutti e due.

Come vedi anche io ti dico qualcosa … che non avrei voluto… ma che ho pensato.

Un po’ come te, quando lasci liberi i pensieri di vagare… in cerca… di qualcosa… cosa?

Una risposta? Una certezza?

Se vuoi certezze, io sono proprio la persona sbagliata.

Le uniche che ho sono nel mio piccolo quotidiano, nel quale cerco di mantenere ordine... per non perdermi, per non perdere il senso di una vita e per non lasciarmi andare.

Ho tante risposte da darti … se vuoi fare domande dirette…ma non sono in grado di formulare pensieri o desideri.

Tu ti offri per aiutarmi, ma sai meglio di me che non é possibile: i miei problemi sono molto distanti dai tuoi... so che anche tu ne hai, ma riesci ad estraniarti  e... sognare, desiderare, scrivere, amare...

io invece mi sento troppo legata a quello che " devo " fare, non posso nemmeno desiderare perché... non mi sento libera di farlo...

Tu riesci ad aprire l'anima senza censure né paure… ti invidio. Come fai ?

Io invece, in questi ultimi tempi ne ho tante... di tutte e due...

Non sei lontano dai miei pensieri... anzi... sei fin troppo presente, ma non ho la tua capacità di sognare, la tua capacità di estraniare la vita reale per vivere un sogno… l'ho fatto...

 é vero, vorrei poterlo vivere ancora… ci sono stati momenti in cui tutto mi sembrava possibile, anche con i limiti che la realtà ci imponeva.

Non sono questi limiti che rovinano... non c'entra niente la tua famiglia, ma quello che é la storia in se.

Io ti ho detto che conosco cosa vuol dire vivere un part-time, non contesto quello, ma... non voglio assolutamente ritrovarmi a vivere appuntamenti frettolosi che servono solo... per una sveltina!? No grazie.

Il tuo desiderio di me... mi impedisce di desiderare... é dominante, é soffocante, é come una morsa… " più stringi, più mi dissolvo"... te lo avevo detto, fatto capire.

Nelle tue parole domina solo questo "... ti desidero ... ti voglio ... il mio corpo vuole te ..."

e"... ti amo ..." detto, ridetto, ripetuto, come un'ossessione… detto cosi tante volte che mi chiedo quale significato gli dai.

Lo so che per te é l'unico modo di definire l'insieme dei sentimenti e emozioni che ti scoppiano dentro, ma queste poche frasi o parole non mi aiutano ad aprirmi...

é come se tu componessi il numero di una combinazione per aprire una cassaforte... ma su dieci numeri ne dimentichi sette ... non si apre.

Ci sono tante cose che non sai di me, che non mi dai modo di raccontarti ... e che io non ti racconto perché per te vado bene cosi... e perché anche io a volte non vedo motivo di farlo... o non é il momento... o non lo ritengo opportuno... o…

Tu ti interessi  " giustamente " ad altro... a quello che senti tu, al tuo sentimento, al tuo amore, alla tua sofferenza… già... la sofferenza...  anche questa domina in te...

Per me l'amore deve essere gioia...! pur nei problemi della quotidianità... ma gioia...!!!!!!

Capisco che come lo stai vivendo tu, in questo periodo, con me cosi ... lontana… come dici tu,

non é divertente.

Capisco che non mi devo preoccupare, che tu non stai male, ma... io mi preoccupo, io sto male e la mia sensibilità mi fa stare peggio.

Mi sento in colpa per aver scatenato in te queste emozioni e nello stesso momento orgogliosa di averti dato la possibilità di scoprirle... anche io le vorrei rivivere, ma... non come un'amante…

io non voglio essere un'amante…non voglio un amante

e non voglio neanche te come un Adamo.

Ricordi Lilith... me l'hai fatta conoscere tu… anche lei non voleva... e non é stata voluta... 

Anche questo é uno sfogo… anche queste sono parole che sono uscite dal mio cuore in un momento di dolore. Anche questo é un modo di parlare e conoscere e farmi conoscere…

e posso sempre ritrattare…

Visto quante cose si possono dire senza dire ti amo?

Non avercela con dio. Sii riconoscente di quegli attimi di intensa felicità  che ci ha donato.

Le cose belle si pagano... non nel senso consumistico della parola, ma... io con la mia solitudine, tu con la tua sofferenza ed incomprensione.

Però noi abbiamo avuta la gioia di esserci conosciuti... ai più non è consentito. Non si può avere tutto in una vita.

Ho accettato di essere la tua musa… consapevolmente… la tua Lilith. Ma proprio come Lilith, non potrò mai essere tua. Mi offri la tua vita, ma io non la prendo.

Io appartengo solo ai tuoi pensieri. Tu appartieni ad altre Eve. Hai avuto Eva per generare una famiglia… ora loro hanno bisogno di te.

Hai avuto Lilith per viaggiare in altri mondi. Ho accettato di farti compagnia nei mondi del pensiero, della poesia nella sacralità dei sentimenti fino all’Essere Supremo, fino a farti sentire

l’Essere Supremo.

Non puoi farmi vivere come un’altra Eva… non appartengo a te in questo spazio-tempo.

Non chiudermi dentro… più mi chiudi, più mi dissolvo.

- Non si ottiene nulla nella via senza rischiare di proprio.

- Vedo il futuro, ma devo prenderne il possesso. Io sono diversa da come vorrei essere.

Sono annegata in un mare di paure, grido aiuto e nessuno mi ascolta. E’ vero, mi piace essere ammirata, essere accompagnata, essere forse meno sola.

Con te sono uscita, ma non ti basta più quello che ti offro, vuoi di più… conoscevi le mie condizioni… non voglio un legame duraturo.

- Che ti succede?

- Non sono pronta ad amare, a condividere le mattine con un uomo. A prendergli la mano senza troppe domande, senza esitazioni così come vorrei fare. Essere me stessa senza fingere né ingannare né me stessa né lui.

- Sei vissuta sola per troppo tempo, diventando quasi anoressica d’amore.

- Mi son dovuta costruire una mia dimensione per salvarmi dalla follia. Mi ero annientata.

Avevo dimenticati il rumore del mare, il profumo dell’erba.

Poi tu ad offrirmi tutto. Di nuovo, in me, gli slanci che conoscevo bene, l’entusiasmo, la capacità di godere nel vedere il tuo viso, nel sentire le tue mani sulla mia pelle.

Mi piace il tuo modo di coccolarmi, di baciarmi, di essere dolce. Mi piace il timore e la grinta del tuo volermi in intimità… sto bene con te. E’ come ritrovare le cose cui avevo rinunciato, e riassaporarle tutte,

- Perché allora vuoi fuggire?

- Non mi sento più libera di decidere, di cercare, valutare.

- Stiamo bene insieme. Chi ci guarda ci invidia.

- Si, stiamo bene io e te. ma ho paura. All’inizio, con te, è stato un mondo senza domande e senza perché. E’ stato il sapore della primavera, addormentarsi la sera, svegliarsi il mattino finalmente felice.

Assaporavo lo spontaneo evolversi dei sentimenti in un insieme d’ingenuità, sogno e ragione.

Il mio corpo volteggiava, i miei sensi risvegliati. Si, stavo imparando ad amarti amando il mio corpo che si scopriva avido di carezze, d’attenzioni e cure.

Tu hai conosciuto la bambina che è in me, la bambina che usciva alla vita.

Tu che cercavi nei miei occhi il sorriso, tu che cercavi la mia pelle, le mie gambe, le mie labbra, le mie mani, il mio seno, il mio sesso… tu che non sapevi niente di me, se non solo quello che vedevi… e le tue parole erano vere, logiche, naturali, autentiche, avevi trovato me autentica.

Così, quando m’accorsi che questo legame cresceva, che oltrepassava la consonanza intellettiva, gli interessi comuni, la complicità… ho avuto terrore.

- Volevo soltanto il tempo di stare insieme.

- Perché allora volere carpimi i miei segreti, perché scoprimi, volere quel di più che io non potevo darti?Perché volerti insinuare nel mio cuore?

- Perché siamo fatti l’una per l’altro.

- Si, lo so, sei l’uomo giusto per me, per ristabilire un contatto con la vita… ma non sono pronta.

I tuoi modi troppo razionali, la tua esuberanza mi stanno spegnendo, mi stanno violentando… mi sento inquieta.

- Lo sai bene. L’amore non è solo razionale, ma è anche fatto di ripensamenti, di notti insonni,

di telefonate inaspettate, di riso e di pianto, di baci donati e rubati, di liti e riappacificazioni…

è fatto di tante piccole cose che si esaltano e dalla voglia irresistibile di vedersi e sentirsi e toccarsi.

 

01/02/2002

il pianto  

- Buon giorno, amico poeta, uomo pazzo.

- Buon giorno a te.

- Ti vedo sereno, seppur pensieroso.

- Ho pianto...ho pianto davanti a lei.

- Tu hai pianto?!

- Già...io l’uomo forte ha pianto.

- Deve essere una donna straordinaria se é riuscita a farti piangere.

- Io non avrei voluto. E’ stato un attimo. Esserle così vicino.

Vedere la luce dei suoi occhi, lo stupore e doverla lasciare é stata azione terribile.

- Temo, amico mio, che lei ti é pelle ed anima più di quanto avresti voluto e creduto e potuto.

- Sono stupido e stupito di me stesso.

- Non sei stupido, poeta, è la vita vera. E lei? Lei che fece?

- Mi asciugò le lacrime con un tenero bacio. Anche lei era commossa nell’anima.

- E tu?

- Io non le risposi subito. Mi vergognavo della mia debolezza...

le chiesi un istante per riavere il mio auto-controllo.

- Tu mi nascondi qualcosa, così come l’hai nascosta a lei.

- Sei perspicace.

- Dai, racconta la verità.

- La verità...

- Si, la verità dell’attimo fuggente.

- Ecco... il pensiero che illuminò di brividi e tristezza il mio essere: io ti voglio bene,

io sto bene con te, ma so anche che un giorno te ne andrai e sarò pietrificato dal dolore.

Ma ti vivrò se lo vuoi.

- E’stupendo e terribile peccato ciò che racconti, poeta, questo é vivere da uomo.

E che altro accadde?

- Qualcosa di inaspettato. L’amai in modo diverso, sessualmente.

Sai amico... adoro il suo profumo, il brivido che percorre la sua pelle.

Adoro la libertà senza censura del suo corpo, l’odore del sangue di donna, il suo desiderio d’uomo.

Peccato invecchiare.

- Sei tu dunque stanco?

- Non é questo. So che il mio corpo ha dei limiti. Intendevo dire peccato che si debba morire.

E’ crudele che Dio Creatore ci abbia dato il tempo per vivere.

- Ripeto, sei un uomo.

- Io credo di essere un uomo, uno come tanti altri.

L’accetto così com’è, con le sue paure, i suoi silenzi, la sua voglia di vivere e comunicare,

la sua voglia di volare.

- Tanti sono gli uomini che potrebbero darle ciò che tu le dai ed anche di più.

- Per lei l’altro é una persona, non un uomo qualsiasi.

- Vuoi forse dirmi che lei non cerca un uomo tutto per se?

- Non dico questo... Lei ha lavorato e studiato, si è sposata, si è separata, è madre... si é fatta da sola.

Lei ha le sue esperienze, di uomini ne ha conosciuti... un uomo lo vuole, ma non uno qualsiasi.

Quel uomo deve essere libero da legami… non deve essere un padrone, neppure violento…

quel uomo deve accettare e rispettare il suo passato, lasciarle la sua libertà.

- Si è risposata?

- E’ sola.  

- Avrà paura del rifiuto... di una nuova violenza, di una nuova sconfitta.

O avrà problemi di coscienza che invece tu non vuoi ascoltare.

- Lei vuole provare a vivere ed io ho accettato.

- La tua pazzia davvero non conosce limiti, amico. Tu non sai quello che dici.

- Lo so, lo so. Ho soltanto accettato di essere un uomo con lei. E mi piace.

- Tu lo sai! Tu tradisci tua moglie, i tuoi figli!

- Io, anche se reputo questa amica degna di essermi moglie e madre dei miei figli,

non voglio sposarla... lo vorrei…so di non poterlo fare.

- Che vuoi da lei?

- Esserle amico...

inventarmi un modo per poterla amare, per restare nella sua vita, per godere della sua vicinanza.

- Difficile crederti.

- Io ne ho la certezza.

- Come lo sai?

- Ho già vissuta questa esperienza, tanto tempo fa, anche se molto... molto diversa.

Allora ero solo io a volerla. Ora siamo in due ed ho speranza di continuità.

- Qualcuno la chiama adulterio.

- Questione di punti di vista.

- Sei sicuro di non infrangere la legge dell’amore? Tu di certo lo sai che é una legge che esclude.

- Io la sto infrangendo.

- Tua moglie che direbbe?

- Mia moglie?! Mia moglie di certo non vorrebbe capire. Non accetterebbe questo.

Di certo ci separeremmo. Il suo non é un amore che perdona.

- E perché tu rischi tutto questo? Sei sicuro d’amarla tua moglie?

- Non l'amo è vero, provo soltanto affetto, come per una persona conosciuta.

Non ci faccio più neppure sesso insieme... lo rifiutava... ora sono io che non ne provo più il desiderio.

- Perché non te ne vai?

- Lo sai... i figli... la legge... il far male...

- Ecco i perché...

- Se vuoi scatenarmi delle crisi di coscienza non ci riesci.

- Ah no?! Né sei proprio sicuro?

- Sicurissimo. Anche se difficile spiegartelo, io non cerco né voglio amore animale,

procreativo, esclusivo… l’amore su cui é basata questa società e l'altra.

Voglio soltanto potere amare coma ama Dio, ma restando uomo, un altro essere uguale a me.

- Tu non conosci nulla.

- In questo ti sbagli!

Conosco l’amore di Dio... perché a lui é permesso ciò che ad un uomo non é permesso?

Lui ama come spirito tutti. Io come uomo amo gli esseri che entrano a contatto del mio essere uomo.

- Tutti?! Ne sei proprio convinto?

- No, non tutti. Anche Dio in questo emette un giudizio. Anche Dio sceglie.

- Tu dunque vuoi essere come Dio?

- No. Cerco la verità di essere uomo, cerco la felicità del vivere.

- Pagherai per questo, ed il prezzo sarà molto alto.

- Non per niente sono un uomo.

- Lei capirà che l’amore vuole il possesso, che l’amore é esclusivo.

Lei che vuole un futuro, che ha elaborato un progetto capirà che sei inutile.

- E’ quello che voglio.

- Allora ti lascerà e ti rimarrà il dolore del vuoto.

- La scelta sarà esclusivamente sua.

- E tu non lotterai per trattenerla?

- No!

- Perché?

- Ecco, ora comprendi perché io volevo e voglio la piena coscienza di questa che é la nostra storia,

io non voglio una schiava, un animale, ma una donna libera.

- Ripeto! Ti lascerà!

- Lei non mi abbandonerà... seguirà soltanto la sua strada per essere felice.

Tradisce soltanto chi vuol tradire... un misterioso legame ci unisce.

- Sei innamorato di lei, poeta.

- Io non sono innamorato di lei: l'amo e basta! L' amo per quello che è, perché è lei ed é per sempre.

Ed ora che abbiamo superato questo muro siamo più coscienti e più liberi.

Ora, oltre il desiderio, oltre il sentimento, sono le possibilità e la libera volontà, l’amicizia.

Lo sappiamo tutti e due... non é solo amicizia, é anche amore e desiderio di sesso, amicizia erotica,

amore totale.

- Soffrirai e soffrirai molto.

- E questa stupida legge dell’amore, che vuole il possesso continuo dell’oggetto amato, a far soffrire.

E' questo, aver confinato il sesso ad una sola persona procreatrice, la causa di tante divisioni

e di tanti conflitti.

- Molte sere sentirà, per la prima volta in vita sua, la solitudine, il pazzo desiderio di averti,

e tu non puoi essere suo.

- Avevo paura che arrivasse questo momento. Ed é arrivato.

Ora conoscerà quello di cui è stata privata.

Io non posso fare molto oltre che continuare ad amarla... posso soltanto darle la garanzia di esserci.

- Non puoi amarla così.

- Io, lei, l’amerei anche se fosse un uomo.

- Sei fuori di te.

- No. So quello che dico… comprendi ora le mie parole: "Io, se lei vuole, ci sarò sempre!

- Quando capirà che non può averti, se ne andrà.

- Se vorrà andarsene, soffrirò, ma non posso e non lotterò per trattenerla.

Per fare questo dovrei ingannarla e non voglio. Lei, splendida donna, è libera.

Lo so, lo sapevo dall’inizio. Io con lei non ho giocato.

Ho messo sulla bilancia questo: il dolore e la vita, la voglia di vivere, il silenzio e la pazzia.

E non ne sono per nulla pentito. Io, grazie a lei, ho ricominciato a vivere.

Ed anche lei, perché vivere non é solo amare, ma chiedere alla vita.

Per questo, pur sapendo di non poterla trattenere, (e per questo sono molto debole)

ho messo in gioco me stesso.

E di questo brivido che percorre la carne, mentre ti svelo la mia verità, non ho timore,

ma annuncia che queste parole sono vere.

So che questo vivere con lei non avrà mai termine in me, anche in questo mi conosco.

E' presente nei miei bambini quando sto con loro.

Oggi al torrente tenevo la mia bambina con la dolcezza e la tenerezza di noi.

Con lei abbracciavo lei. Guardavo gli alberi ed il cielo di un mondo capovolto e profondo,

riflesso nell’acqua. 

A... è solo una piccola fragile donna... ma io l'amo.

E dobbiamo aspettare  lunghi giorni prima di poterci riabbracciare e parlare.

Ma nei miei pensieri si accresce il volerle bene.

E' presente anche quando leggo e scrivo, quando, al sole osservo i colori di quest'estate dai mille colori,

quando parlo con mia moglie che possiede il mio corpo sociale...

Io non la voglio perdere... non voglio... e non trovo più parole...

devo tacere, si riempiono gli occhi di lacrime ed il corpo é percorso da brividi.

Mi pervade la malinconia, ma che altro posso fare?

fallimento

 

- Perché non fare sesso? Perché vietarcelo?

- Non sono disponibile al part- times.

- Sei bella.

- Grazie.

- Con te farei anche solo sesso.

- A cosa stai pensando?

- A cosa mi trattiene dal separarmi.

- Cosa vuoi dirmi?

- Che mi manchi. Mi manca l'incontrarci… Sono un disastro.

- Sai da quante ore sono che ci stiamo abbracciando?

- Più di tre... quasi quattro.

- Sono volate…è pericoloso lo stare insieme noi due. Le carezze, ogni volta sono più ardite ed intime.

Sono bagnata come una ragazzina principiante.

- Ci siamo toccati il sesso, ma non lo abbiamo fatto... non farei... non farei nulla che non vuoi.

- E' questo il problema... ricordo la prima volta, il piacere dello stare abbracciati, il piacere delle carezze...

ora vorrei che non ti fermassi… sono confusa.

- Vorrei entrare in te.

- Vorrei esserti dentro la mente per capire. Tu non parli di te.

- Ti amo.

- Stai attento, non commettere sciocchezze.

- Sono attento. Non temere, non voglio fare di te un’amante,

ma una dolce amica, una donna cui voler bene, una donna che mi vuole bene,

in libertà, senza costrizione alcuna, neppure mentale. Tu hai la capacità per poterlo fare se vuoi.

- Mi ricordo di una frase che hai detto... mi ha intrigato, ci ho riflettuto molto.

- Cioè?

- Che molte che pensano di far solo del sesso, poi ci cascano.

- Già, sono incapaci di non innamorarsi… poi vogliono tutto.

- Ci sono donne che ci riescono.

- Tu lo sei?

- Se incontro un uomo che mi provoca queste sensazioni me lo sposo.

- Perché non con me?

 

01/05/2003

uomo senza volto

- Non mi racconti nulla quest’oggi? Dimmi, lei com’è?

- E’ bella!

- Descrivila.

- Lei è… non so, non riesco a memorizzare il suo volto… lei non è morta… lei è viva…

ma anche tu… io non ti ho mai visto… mostrati…

a me piace vedere in faccia la persona con cui parlo.

Ed oggi, dopo tanto tempo, mi sono accorto che tu non hai un volto. Non so chi sei.

E poi non amo parlare di me stesso.

Non ho mai fatto un riassunto della mia esistenza storica a nessuno.

Inoltre sono vecchio e di tanti particolari ne ho perso il ricordo.

- Ti ascolto con curiosità.

- Se insisti... io sono un uomo.

- Dimmi il tuo nome, poeta.

- Il mio nome? E’ poi così importante un nome?

Puoi chiamarmi con il nome che vuoi ed io sarò quel nome.

- Avrei desiderato sapere il tuo nome personale.

Tu sai che é stato dato compito all’uomo di dare un nome ad ogni cosa ed ad ogni essere vivente.

Ed ogni nome é già stato scritto.

- Scrivine uno per me e quello sarà il mio nome.

- Sei sempre più blasfemo. Questa tua ribellione alle leggi del creato ti costerà cara,

quando sarà il giorno dell’apocalisse. Già oggi hai avuto un incidente.

Già oggi hai vista la morte in faccia.

- E’ vero, ma ero sereno, per nulla spaventato all’idea di morire. Certo avevo dei rimpianti.

Provavo dolore per chi, ancora in vita, mi amava. E poi lo sapevo... non potevo morire... non ora.

- Lasciala quella donna! Lasciala al suo destino! Pensa alla tua anima!

- No! Mai! Non sarò certo io l’uomo che la lascerà. Lei é parte della mia storia, della mia vita.

No, no io non la lascerò. La scelta, te l’ho già detto, é sua. Soltanto sua.

- Tu sei un adultero, lei è un’adultera.

- Io non lo comprendo questo Dio che parla di amore.

Ci ha creati uomini e ci impedisce di amare come uomini.

Per lui gli altri sono solo degli esseri spirituali, non delle persone umane.

- L’uomo non è nato per essere uomo.

- Il sesso! Ecco quello che nascondi.

L’unione dei corpi é comunicazione e non solo un mezzo divino per dare vita ad altri esseri spirituali.

Il sesso é un mezzo per conoscerci più a fondo.

Essere abbracciati nudi, inermi...

il massimo della fiducia. Io non rifiuto il mio essere uomo anche come corpo nudo.

Lo usi, ci giochi, ne faccia quel che vuole.

- Tu invecchi, amico, ed il sesso poi non sarà più nulla.

- Questo lo so. Ma resterà la carezza, l’abbraccio, la tenerezza, la conoscenza, l’amicizia, il ricordo.

La nostra storia nel suo essere accaduta sarà eterna.

- Tu, uomo senza nome, e lei, vivete nel peccato. Voi due infrangete la legge. Sarete puniti per questo.

- Che importa? C’é giustizia in tutto questo?

- Tu vuoi innalzarti al di sopra di Dio ed essere giudice.

- Non voglio tanto! Voglio soltanto vivere da uomo senza per questo essere giudicato o condannato.

- La pazzia ottenebra la tua mente, ridicolo serpente. Folle dovrebbe essere il tuo nome.

- Neppure la giustizia umana condanna i folli.

- Ascolta la tua coscienza.

- Non sono folle. Io, nelle notti di solitudine, sono ritornato nella mia coscienza, l’ho interrogata.

Ne ho assunte ogni responsabilità e sono sereno. Inoltre so molto bene quello che tu mi vuoi dire.

- Cioè?

- Che la felicità, ora e dopo, é in Dio.

Che Dio ha creato l’uomo libero così che debba cercare spontaneamente il suo creatore

e liberamente raggiungere, con l’adesione-fusione in lui, alla piena e beata perfezione.

Ma questa non é libertà, questa é una pseudo-libertà.

- Rammenta Serpente che il Signore Dio chiese a Adamo ed Eva: “Cosa avete fatto?”

Così a Caino, così a re David, colpevole di adulterio. Che avresti risposto?

- Qualsiasi amore ha la sua sorgente nell’amore. E l’amore non forse la legge universale?

- Tu l’ami.

- E’ vero! Io sono colpevole d’amarla… in mille modi le ho detto " ti amo”.

- Vedi che sei andato ben oltre il tuo volere?

- Sbagli! Lo sapevo. Sin dall’inizio. Soltanto non mi sono opposto.

So di essere, ora, così fragile da potere essere spezzato da un soffio di vento.

- E’ naturale avere paura quando si ama.

- Eppure sono certo che lei mai userà il potere, che le ho permesso su di me, per distruggermi.

- Ne sei certo? Tu che affermi che non bisogna mai fidarsi di nessuno, ne sei davvero certo?

- Ne sono certo. E’ vero lei ora tiene tra le sue mani la mia vita e potrebbe anche distruggerla.

Io le ho dato questo potere coscientemente.

- E tu saresti l’uomo razionale?

Tu, che non ti fidi neppure i Dio, hai voluto affidare la tua vita a questa donna?!

- Della mia vita, sconosciuto senza volto, posso deciderne ciò che voglio.

- Lei non ti può offrire l’eternità. Ed in amore, tu lo sai, la continuità è importante.

- Questo lo so bene. Io gli e la offro.

Sta a lei poi decidere.

Inoltre, e questo tu lo dovresti sapere, ogni attimo di noi insieme ora,

é più soddisfacente dell’eternità imposta.

- Perché non vivi tutto questo per Dio? Lui che può offrirti molto di più?

- Tu lo sai.

- La rivedrai dunque?

- Se lei lo vorrà… e so che vorrà.

- Amerai la sua persona, la sua anima, il suo corpo con tutto te stesso?

- Si, ogni volta che lei lo vorrà.

- Tu... tu sei davvero un pazzo incosciente!

Che ci trovi in questa fragile donna da osare a ribellarti alle leggi?

- Lei! Ci trovo Lei, la donna che ha avuto il coraggio di fidarsi di me contro ogni regola.

- Tu sei blasfemo e sacrilego. L’hai eletta a tuo Dio.

- Già... Dio é donna.

- Oh incosciente poeta! Di certo il tuo nome non sarà scritto nel libro dei giusti.

- So di dover morire.

- Tu non la puoi sposare. Che vuoi da lei?

- Lo so. Voglio da lei solo lei.

- Non ti capisco.

- Lo so bene. E’ contro ogni legge. E tu, da quanto mi sveli, tu comprendi solo le leggi.

E, se ho ben capito, ci vuoi giudicare.

11/09/2004 @ clown

con  l'amico

 

- Come stai amico!

- Avrò anche le idee confuse, ma di certo questa é la realtà che vivo. La vuoi conoscere lei?

- Già la conosco.

- Dove l’hai conosciuta?

- Attraverso le tue parole.

- Non puoi conoscere una persona soltanto mediante le parole.

- Per questo nulla esiste per una perfetta conoscenza.

- E l’amore, non è forse il linguaggio della creazione?

- Non quello umano. Non c’é fusione reale, ma solo desiderio di fusione.

- Ti sbagli! D’accordo non c’é fusione, io rimango io, lei rimane lei, ma c’é la verità di noi.

Abbiamo deciso di non mentirci in nulla,

ne nei desideri, ne nei bisogni, ne nelle emozioni, ne con l’uso delle parole.

E qualora accada di non comprenderci cerchiamo di chiarirci la verità reale.

Noi cerchiamo di crescere ed il reciproco bene. Non vogliamo essere un anima ed un corpo solo.

Noi vogliamo comunque la nostra identità.

- Prova a pensare meglio, serpente!

- Rispetto agli animali noi abbiamo una identità. Non é forse vero questo?

- Dove vuoi arrivare?

- In nessun luogo.

Dico soltanto che, come identità personale, desidererei non essere annullato in una contemplazione

o in un oblio.

- Il tempo scorre.

- Già... il tempo scorre ed annulla tutto. Il tempo é oblio anche se rimane l’identità ed il ricordo.

Un ricordo che non é più realtà, anche se parte dell’identità.

- Che vorresti?

- L’eternità presente e reale di ogni attimo di tempo, ma credo non sarà possibile né su questa terra

né in nessun paradiso ipotizzato o promesso.

- Gesù Cristo ha offerto all’uomo la resurrezione in anima e corpo.

Sua Madre, Maria, non é stata assunta in paradiso senza incorrere nella morte?

- Anche per lei il tempo é trascorso. Lei non rivivrà mai più l’emozione di essere stata madre;

la gioia di aver visto crescere suo figlio; il dolore della sua morte in croce.

- Non ne sente più la necessità.

- Sono convinto del fatto che non ne senta alcun bisogno. Ma se io desidero avere questo bisogno?

- E’ stato detto: Io sono il Signore Dio tuo.

- E’ autorità.

- E’ stato detto di non accumulare tesori in questo mondo.

- Già. Destino amaro quello dell’uomo.

- Tu che fai?

- Come artista vivo immagini di una terra straniera.

Come poeta scopro emozioni che non si possono parlare.

Come uomo un impulso umano e ribelle mi spinge a raccogliere

con tutti i sensi, la piena volontà e coscienza l’intima ricchezza della vita dell’essere.

- E’ storia vecchia. Di angeli ribelli e di uomini ribelli ne é piena la storia.

Dio non obbliga nessuno ad amarlo secondo le sue regole.

- Così si dice. Ma la pena é la morte.

- Da voi scegliete il vostro destino.

- Così sembra, ma non è assolutamente vero. Solo Dio è libero.

E noi, come tu affermi, non siamo Dio, ma soltanto dei potenziali Dio.

- Ti ripeto, Serpente! Prova a riflettere meglio.

 

01/02/2002

 

uomo senza volto

 

- Non mi racconti nulla quest’oggi? Dimmi, lei com’è?

- E’ bella!

- Descrivila.

- Lei è… non so, non riesco a memorizzare il suo volto… lei non è morta… lei è viva…

ma anche tu… io non ti ho mai visto… mostrati…

a me piace vedere in faccia la persona con cui parlo.

Ed oggi, dopo tanto tempo, mi sono accorto che tu non hai un volto. Non so chi sei.

E poi non amo parlare di me stesso.

Non ho mai fatto un riassunto della mia esistenza storica a nessuno.

Inoltre sono vecchio e di tanti particolari ne ho perso il ricordo.

- Ti ascolto con curiosità.

- Se insisti... io sono un uomo.

- Dimmi il tuo nome, poeta.

- Il mio nome? E’ poi così importante un nome?

Puoi chiamarmi con il nome che vuoi ed io sarò quel nome.

- Avrei desiderato sapere il tuo nome personale.

Tu sai che é stato dato compito all’uomo di dare un nome ad ogni cosa ed ad ogni essere vivente.

Ed ogni nome é già stato scritto.

- Scrivine uno per me e quello sarà il mio nome.

- Sei sempre più blasfemo. Questa tua ribellione alle leggi del creato ti costerà cara,

quando sarà il giorno dell’apocalisse. Già oggi hai avuto un incidente.

Già oggi hai vista la morte in faccia.

- E’ vero, ma ero sereno, per nulla spaventato all’idea di morire. Certo avevo dei rimpianti.

Provavo dolore per chi, ancora in vita, mi amava. E poi lo sapevo... non potevo morire... non ora.

- Lasciala quella donna! Lasciala al suo destino! Pensa alla tua anima!

- No! Mai! Non sarò certo io l’uomo che la lascerà. Lei é parte della mia storia, della mia vita.

No, no io non la lascerò. La scelta, te l’ho già detto, é sua. Soltanto sua.

- Tu sei un adultero, lei è un’adultera.

- Io non lo comprendo questo Dio che parla di amore.

Ci ha creati uomini e ci impedisce di amare come uomini.

Per lui gli altri sono solo degli esseri spirituali, non delle persone umane.

- L’uomo non è nato per essere uomo.

- Il sesso! Ecco quello che nascondi.

L’unione dei corpi é comunicazione e non solo un mezzo divino per dare vita ad altri esseri spirituali.

Il sesso é un mezzo per conoscerci più a fondo.

Essere abbracciati nudi, inermi...

il massimo della fiducia. Io non rifiuto il mio essere uomo anche come corpo nudo.

Lo usi, ci giochi, ne faccia quel che vuole.

- Tu invecchi, amico, ed il sesso poi non sarà più nulla.

- Questo lo so. Ma resterà la carezza, l’abbraccio, la tenerezza, la conoscenza, l’amicizia, il ricordo.

La nostra storia nel suo essere accaduta sarà eterna.

- Tu, uomo senza nome, e lei, vivete nel peccato. Voi due infrangete la legge. Sarete puniti per questo.

- Che importa? C’é giustizia in tutto questo?

- Tu vuoi innalzarti al di sopra di Dio ed essere giudice.

- Non voglio tanto! Voglio soltanto vivere da uomo senza per questo essere giudicato o condannato.

- La pazzia ottenebra la tua mente, ridicolo serpente. Folle dovrebbe essere il tuo nome.

- Neppure la giustizia umana condanna i folli.

- Ascolta la tua coscienza.

- Non sono folle. Io, nelle notti di solitudine, sono ritornato nella mia coscienza, l’ho interrogata.

Ne ho assunte ogni responsabilità e sono sereno. Inoltre so molto bene quello che tu mi vuoi dire.

- Cioè?

- Che la felicità, ora e dopo, é in Dio.

Che Dio ha creato l’uomo libero così che debba cercare spontaneamente il suo creatore

e liberamente raggiungere, con l’adesione-fusione in lui, alla piena e beata perfezione.

Ma questa non é libertà, questa é una pseudo-libertà.

- Rammenta Serpente che il Signore Dio chiese a Adamo ed Eva: “Cosa avete fatto?”

Così a Caino, così a re David, colpevole di adulterio. Che avresti risposto?

- Qualsiasi amore ha la sua sorgente nell’amore. E l’amore non forse la legge universale?

- Tu l’ami.

- E’ vero! Io sono colpevole d’amarla… in mille modi le ho detto " ti amo”.

- Vedi che sei andato ben oltre il tuo volere?

- Sbagli! Lo sapevo. Sin dall’inizio. Soltanto non mi sono opposto.

So di essere, ora, così fragile da potere essere spezzato da un soffio di vento.

- E’ naturale avere paura quando si ama.

- Eppure sono certo che lei mai userà il potere, che le ho permesso su di me, per distruggermi.

- Ne sei certo? Tu che affermi che non bisogna mai fidarsi di nessuno, ne sei davvero certo?

- Ne sono certo. E’ vero lei ora tiene tra le sue mani la mia vita e potrebbe anche distruggerla.

Io le ho dato questo potere coscientemente.

- E tu saresti l’uomo razionale?

Tu, che non ti fidi neppure i Dio, hai voluto affidare la tua vita a questa donna?!

- Della mia vita, sconosciuto senza volto, posso deciderne ciò che voglio.

- Lei non ti può offrire l’eternità. Ed in amore, tu lo sai, la continuità è importante.

- Questo lo so bene. Io gli e la offro.

Sta a lei poi decidere.

Inoltre, e questo tu lo dovresti sapere, ogni attimo di noi insieme ora,

é più soddisfacente dell’eternità imposta.

- Perché non vivi tutto questo per Dio? Lui che può offrirti molto di più?

- Tu lo sai.

- La rivedrai dunque?

- Se lei lo vorrà… e so che vorrà.

- Amerai la sua persona, la sua anima, il suo corpo con tutto te stesso?

- Si, ogni volta che lei lo vorrà.

- Tu... tu sei davvero un pazzo incosciente!

Che ci trovi in questa fragile donna da osare a ribellarti alle leggi?

- Lei! Ci trovo Lei, la donna che ha avuto il coraggio di fidarsi di me contro ogni regola.

- Tu sei blasfemo e sacrilego. L’hai eletta a tuo Dio.

- Già... Dio é donna.

- Oh incosciente poeta! Di certo il tuo nome non sarà scritto nel libro dei giusti.

- So di dover morire.

- Tu non la puoi sposare. Che vuoi da lei?

- Lo so. Voglio da lei solo lei.

- Non ti capisco.

- Lo so bene. E’ contro ogni legge. E tu, da quanto mi sveli, tu comprendi solo le leggi.

E, se ho ben capito, ci vuoi giudicare.

11/09/2004 @ clown

la nascita

 

- Non mi racconti mai nulla di te.

- Che senso ha raccontarti di me? Cosa ci puoi fare tu? Cosa ne sai degli amori part-time?

Ne hai vissuto uno…è vero, ma forse era più una passione, una scappatella che è durata un po’ di più…

Un uomo…un amico si era molto attaccato a me, la moglie era gravida… avevo come un rifiuto di lei e non aveva tutti i torti, perché lei era veramente insopportabile.

Davanti al mio rifiuto, mi ha rinfacciato che se potevo avere un amante… potevo tenermi lui, al suo posto. Ma non era la stessa cosa per me.

Era un uomo dolcissimo, ma io non avevo nessuna intenzione di rovinare qualcosa di bello, come un figlio in arrivo… anche se la madre non se lo meritava.

Si sono separati dopo un paio d’anni e sembra che lui abbia trovato una donna giusta per lui.

Lei, l’ex moglie si è messa con un altro…visto che non aveva “niente da fare”.

Anche con il marito si era messa perché non aveva “niente da fare”.

Parole sue.

Io non sono cosi. Il mio matrimonio era fondato sugli ideali in cui credo ancora… ed è crollato.

L’ho vissuto anche nell’adulterio perché per me era importante la conoscenza.

Ma ne ho sofferto troppo…

Caricavo le batterie da una parte, per avere la forza e l’energia di mandare avanti l’altra parte.

Ma ciò mi distruggeva l’anima. La mia anima…che io consideravo pulita. Mi sentivo sporca per “dovere”.

Anche se cerchi di capire, sei lontano comunque da quello che ho passato. Tu vuoi da me le confidenze…quello che non si “racconta a tutti”…Perché? Cosa te ne fai? È qualcosa che aiuta me o te?

Ti piace il glossip? Vuoi l’esclusiva?Io ho gia dato. Credevo cosi tanto nell’amore e nella sincerità che ho raccontato, a chi diceva di amarmi, quello che sentivo e che avevo vissuto… ma tutto mi si è ritorto contro. 

Sono stata punita con la mia stessa vita.

E tu, cosa te ne fai della mia sincerità? A cosa ti serve?

So che mi rispetti… So che mi ami con rispetto… So che non sei né un confessore né un giudice…

Ma una volta che sai quello che vivo, quello che ho vissuto, quello che vorrei…vivere…cosa te ne fai?

Puoi cambiare qualcosa?No.

Allora dobbiamo dare dei contorni…a noi. Tu hai una famiglia…sarebbe troppo doloroso e oneroso cambiare questo dato di fatto.

Io non costruirei mai qualcosa sulla sofferenza altrui.

Io da dieci anni sono una donna libera, ma gli uomini vedono in me un bel corpo, magari facile da consolare… o dove trovare il caldo per l’inverno (dell’età).

Tu parli delle 10.000 donne che si sono offerte a te, che ti hanno dato la loro disponibilità… io non c’ero.

Io non mi  sono mai offerta a nessuno. Io amo essere conquistata ( e tu lo sai ) e decidere se lasciarmi conquistare…

Anche io trovo chi mi invita a cena … sperando nel dopo-cena…ma io mangio bene a casa mia.

Non ho voglia di buttarmi via…il mio IO non è molto forte, ma sicuramente non mi metterò mai con nessuno perché “non ho niente da fare “ o per non sentirmi sola.

Sono sola.

Mi pesa essere sola. Soffro tanto la solitudine. Non sono nata per essere sola. Mi sento sprecata…

ma non ho nessuna intenzione di buttarmi via.

La solitudine è il prezzo della libertà.

Te l’ho detto altre volte… ma non sai che caro prezzo ha. Non puoi sapere il valore di questa sofferenza.

Anche io trovo in te quello che avrei desiderato, mi sono innamorata della tua anima, ma non c’erano i tempi.

Il tuo modo di amare é unico… meraviglioso… avvolgente più dell’acqua e del sole e del gelo…

Ma… se vent’anni fa mi avessi scelto come sposa, a che punto saremmo ora?

Mi avresti tradito con il frutto del nostro amore in grembo? O quello era solo il frutto del sesso?

Ci sono differenze?È difficile vero? È il senno del poi… e non serve a nulla se non a star male e a soffrire …a sognare…e… allora continuiamo a sognare, non costa niente, non fa male a nessuno.

Io non posso essere tua. Tu non puoi essere mio . Io sono tua e tu sei mio. Quando capita, se capita, nella libertà.

La libertà… non ha tempo, non ha limiti, non ha regole.

L’importante è rispettarla, non rinchiuderla, non pretendere visite o appuntamenti. È vivere.

È viverla.

Anche l’amore è vivere e viverlo.

Io non ti ho mai chiesto incontri a casa tua… non sono mai nemmeno venuta nei paraggi, per rispetto, non per indifferenza, per proteggerti.

Ti penso spesso, ti sogno e nel sogno ti vorrei avere vicino…

Ma ognuno di noi ha il suo bagaglio nello zaino, possiamo guardarci dentro … ma non possiamo scambiarcelo.

Siamo sulla stessa strada…! ? … é domenica pomeriggio. Terminato il faticoso lavoro sono rimasta sola… sola, con la tele accesa … un film d’amore … tu forse in compagnia dei figli o a nanna o a roderti dentro o davanti al pc o solo, come me.

Cosa stai facendo? Dove sei? Lo vedi che sei lontano?

Anche se io ho passato tutto questo tempo pensando a te, avendo voglia di parlare con te … la libertà è anche questa per tutti e due.

Come vedi anche io ti dico qualcosa … che non avrei voluto… ma che ho pensato.

Un po’ come te, quando lasci liberi i pensieri di vagare… in cerca… di qualcosa… cosa?

Una risposta? Una certezza?

Se vuoi certezze, io sono proprio la persona sbagliata.

Le uniche che ho sono nel mio piccolo quotidiano, nel quale cerco di mantenere ordine... per non perdermi, per non perdere il senso di una vita e per non lasciarmi andare.

Ho tante risposte da darti … se vuoi fare domande dirette…ma non sono in grado di formulare pensieri o desideri.

Tu ti offri per aiutarmi, ma sai meglio di me che non é possibile: i miei problemi sono molto distanti dai tuoi... so che anche tu ne hai, ma riesci ad estraniarti  e... sognare, desiderare, scrivere, amare...

io invece mi sento troppo legata a quello che " devo " fare, non posso nemmeno desiderare perché... non mi sento libera di farlo...

Tu riesci ad aprire l'anima senza censure né paure… ti invidio. Come fai ?

Io invece, in questi ultimi tempi ne ho tante... di tutte e due...

Non sei lontano dai miei pensieri... anzi... sei fin troppo presente, ma non ho la tua capacità di sognare, la tua capacità di estraniare la vita reale per vivere un sogno… l'ho fatto...

 é vero, vorrei poterlo vivere ancora… ci sono stati momenti in cui tutto mi sembrava possibile, anche con i limiti che la realtà ci imponeva.

Non sono questi limiti che rovinano... non c'entra niente la tua famiglia, ma quello che é la storia in se.

Io ti ho detto che conosco cosa vuol dire vivere un part-time, non contesto quello, ma... non voglio assolutamente ritrovarmi a vivere appuntamenti frettolosi che servono solo... per una sveltina!? No grazie.

Il tuo desiderio di me... mi impedisce di desiderare... é dominante, é soffocante, é come una morsa… " più stringi, più mi dissolvo"... te lo avevo detto, fatto capire.

Nelle tue parole domina solo questo "... ti desidero ... ti voglio ... il mio corpo vuole te ..."

e"... ti amo ..." detto, ridetto, ripetuto, come un'ossessione… detto cosi tante volte che mi chiedo quale significato gli dai.

Lo so che per te é l'unico modo di definire l'insieme dei sentimenti e emozioni che ti scoppiano dentro, ma queste poche frasi o parole non mi aiutano ad aprirmi...

é come se tu componessi il numero di una combinazione per aprire una cassaforte... ma su dieci numeri ne dimentichi sette ... non si apre.

Ci sono tante cose che non sai di me, che non mi dai modo di raccontarti ... e che io non ti racconto perché per te vado bene cosi... e perché anche io a volte non vedo motivo di farlo... o non é il momento... o non lo ritengo opportuno... o…

Tu ti interessi  " giustamente " ad altro... a quello che senti tu, al tuo sentimento, al tuo amore, alla tua sofferenza… già... la sofferenza...  anche questa domina in te...

Per me l'amore deve essere gioia...! pur nei problemi della quotidianità... ma gioia...!!!!!!

Capisco che come lo stai vivendo tu, in questo periodo, con me cosi ... lontana… come dici tu,

non é divertente.

Capisco che non mi devo preoccupare, che tu non stai male, ma... io mi preoccupo, io sto male e la mia sensibilità mi fa stare peggio.

Mi sento in colpa per aver scatenato in te queste emozioni e nello stesso momento orgogliosa di averti dato la possibilità di scoprirle... anche io le vorrei rivivere, ma... non come un'amante…

io non voglio essere un'amante…non voglio un amante

e non voglio neanche te come un Adamo.

Ricordi Lilith... me l'hai fatta conoscere tu… anche lei non voleva... e non é stata voluta... 

Anche questo é uno sfogo… anche queste sono parole che sono uscite dal mio cuore in un momento di dolore. Anche questo é un modo di parlare e conoscere e farmi conoscere…

e posso sempre ritrattare…

Visto quante cose si possono dire senza dire ti amo?

Non avercela con dio. Sii riconoscente di quegli attimi di intensa felicità  che ci ha donato.

Le cose belle si pagano... non nel senso consumistico della parola, ma... io con la mia solitudine, tu con la tua sofferenza ed incomprensione.

Però noi abbiamo avuta la gioia di esserci conosciuti... ai più non è consentito. Non si può avere tutto in una vita.

Ho accettato di essere la tua musa… consapevolmente… la tua Lilith. Ma proprio come Lilith, non potrò mai essere tua. Mi offri la tua vita, ma io non la prendo.

Io appartengo solo ai tuoi pensieri. Tu appartieni ad altre Eve. Hai avuto Eva per generare una famiglia… ora loro hanno bisogno di te.

Hai avuto Lilith per viaggiare in altri mondi. Ho accettato di farti compagnia nei mondi del pensiero, della poesia nella sacralità dei sentimenti fino all’Essere Supremo, fino a farti sentire

l’Essere Supremo.

Non puoi farmi vivere come un’altra Eva… non appartengo a te in questo spazio-tempo.

Non chiudermi dentro… più mi chiudi, più mi dissolvo.

- Non si ottiene nulla nella via senza rischiare di proprio.

- Vedo il futuro, ma devo prenderne il possesso. Io sono diversa da come vorrei essere.

Sono annegata in un mare di paure, grido aiuto e nessuno mi ascolta. E’ vero, mi piace essere ammirata, essere accompagnata, essere forse meno sola.

Con te sono uscita, ma non ti basta più quello che ti offro, vuoi di più… conoscevi le mie condizioni… non voglio un legame duraturo.

- Che ti succede?

- Non sono pronta ad amare, a condividere le mattine con un uomo. A prendergli la mano senza troppe domande, senza esitazioni così come vorrei fare. Essere me stessa senza fingere né ingannare né me stessa né lui.

- Sei vissuta sola per troppo tempo, diventando quasi anoressica d’amore.

- Mi son dovuta costruire una mia dimensione per salvarmi dalla follia. Mi ero annientata.

Avevo dimenticati il rumore del mare, il profumo dell’erba.

Poi tu ad offrirmi tutto. Di nuovo, in me, gli slanci che conoscevo bene, l’entusiasmo, la capacità di godere nel vedere il tuo viso, nel sentire le tue mani sulla mia pelle.

Mi piace il tuo modo di coccolarmi, di baciarmi, di essere dolce. Mi piace il timore e la grinta del tuo volermi in intimità… sto bene con te. E’ come ritrovare le cose cui avevo rinunciato, e riassaporarle tutte,

- Perché allora vuoi fuggire?

- Non mi sento più libera di decidere, di cercare, valutare.

- Stiamo bene insieme. Chi ci guarda ci invidia.

- Si, stiamo bene io e te. ma ho paura. All’inizio, con te, è stato un mondo senza domande e senza perché. E’ stato il sapore della primavera, addormentarsi la sera, svegliarsi il mattino finalmente felice.

Assaporavo lo spontaneo evolversi dei sentimenti in un insieme d’ingenuità, sogno e ragione.

Il mio corpo volteggiava, i miei sensi risvegliati. Si, stavo imparando ad amarti amando il mio corpo che si scopriva avido di carezze, d’attenzioni e cure.

Tu hai conosciuto la bambina che è in me, la bambina che usciva alla vita.

Tu che cercavi nei miei occhi il sorriso, tu che cercavi la mia pelle, le mie gambe, le mie labbra, le mie mani, il mio seno, il mio sesso… tu che non sapevi niente di me, se non solo quello che vedevi… e le tue parole erano vere, logiche, naturali, autentiche, avevi trovato me autentica.

Così, quando m’accorsi che questo legame cresceva, che oltrepassava la consonanza intellettiva, gli interessi comuni, la complicità… ho avuto terrore.

- Volevo soltanto il tempo di stare insieme.

- Perché allora volere carpimi i miei segreti, perché scoprimi, volere quel di più che io non potevo darti?Perché volerti insinuare nel mio cuore?

- Perché siamo fatti l’una per l’altro.

- Si, lo so, sei l’uomo giusto per me, per ristabilire un contatto con la vita… ma non sono pronta.

I tuoi modi troppo razionali, la tua esuberanza mi stanno spegnendo, mi stanno violentando… mi sento inquieta.

- Lo sai bene. L’amore non è solo razionale, ma è anche fatto di ripensamenti, di notti insonni,

di telefonate inaspettate, di riso e di pianto, di baci donati e rubati, di liti e riappacificazioni…

è fatto di tante piccole cose che si esaltano e dalla voglia irresistibile di vedersi e sentirsi e toccarsi.

narciso

 

La notte sta calando e sfuma i contorni, nasconde i particolari. Sono a letto, per dormire...

una atmosfera inquietante si sparge minacciosa.

Io, debole superuomo, sono solo, ora. Tu sei morta... morta...

Chi sono io? Ecco sto scrutandomi allo specchio.

Fisso la luce che vi é dentro a ritrovare il tuo volto.

No... no… é il mio volto quello che vedo... soltanto il mio volto.

Ecco l’amara realtà... non amare nessun altro che me stesso.

Ecco il mio nome: Narciso. Io sono Narciso.

Ecco... devo innamorarmi di me stesso, di questo uomo che percepisco dentro lo specchio.

Ha il volto con le rughe della vita, i capelli canuti, gli occhi che brillano di lacrime represse.

E’ un’ombra. Non mi abbandona mai. Mi segue ovunque, senza pormi domanda alcuna.

Tra un poco sarà ancora più buio. Io... io sto dissolvendomi in quell’ombra.

Chiudo gli occhi.

Solo un attimo. Non devo pensare non posso restare solo. Tu non ci sei.

Com’é attraente quest’ombra. Non mi distinguo più. Non mi riconosco. Chi sono io?

Chi é quest’ombra che mi segue ovunque? Perché non parla? Sono confuso.

La mia mente non sa.

La mia mente non riesce a ricordare. Il mio io... io... chi sono io? Tu... tu dove sei?

La mia ombra, la tua ombra... eccola di nuovo, mi scruta.

Gli occhi sbarrati, luccicanti nel buio.

Che vuoi? Chi sei? Vattene... No... no non lasciarmi solo. Io posso...

io devo innamorarmi di te per essere. Tu sei il mio solo appiglio per essere vivo.

Aiutami!

L’ombra riflessa nello specchio mi é ostile:

mi segue ovunque e mi esamina con occhi spiritati.

Rassegnato mi accovaccio immobile a fissarla. Respiro profondamente a rilassarmi.

La paura non é dentro di me. Il male é fuori di me, nella stanza, nascosto nell’oscurità,

dentro lo specchio.

Non c’è via di fuga. Non c’é scampo. Piano piano, senza fare rumore alcuno,

mi appiattisco a rendermi più piccolo, sino a voler scomparire.

Finalmente il nuovo giorno, finalmente insieme. Ma di nuovo pensieri... pensieri…

so che mia moglie mi preferirebbe morto, piuttosto che divorziare.

Tu, invece, anche se non lo ammetti a te stessa, anche se mai mi hai detto “ti amo”,

sei innamorata di me come io di te. 

Tutto lo dice... la ricerca dell'intreccio delle mani, il modo di abbracciare...

le carezze che non sono più soltanto tenerezza,

ma il voler dare, il voler ricevere piacere, scoprendo le zone più erogene,

lottando tra il si ed il No.

- No, non sono innamorato di te… ti amo.

- Perché sei diventato d'un tratto triste?

- Ho un solo pensiero, ti rispondo, non sensi di colpa, soltanto...

la paura di farti soffrire.

Non lo meriti, sei una donna dolcissima, capace di immenso amore...

invidierò la persona che ti avrà accanto.

- Quella che ho accanto non mi vede neppure... mia figlia.

- Non parlo di lei, ma dell'uomo che puoi o non puoi avere... ora o domani.

- Sono divisa… tra il desiderio ed il sapere che dall'altra ci sono i tuoi figli...

vivo e conosco la situazione. Sono madre e sono stata sposa.

- Ti comprendo.

- Sai che avrei voluto un altro figlio? 

- Chissà cosa riserva il futuro.

- No, mi sembrerebbe di essere nonna, più che madre. Abbracciami.

- Sei bellissima.

- No non masturbarmi così.

- Hai ragione. Se dovrà accadere che sia tutto più dolce…

ma ho bisogno di fermarti dentro di me facendo l'amore senza l'impedimento dei vestiti,

del tempo, dello spazio. Io ti amo.

- Tu vuoi soltanto avermi.

- E tu?

- Con tua moglie?

- Mi sono separato. Mi sento, e siamo, sempre più estranei.

- Hai paura? 

- No. Non posso avere paura, non più. Non ho null'altro da perdere che la mia vita.

Anch'io posso considerarmi solo

- Allora posso rimanere?

- Si. Entra nella mia vita.

01/02/2002

 

separazione

 

Ti da fastidio se parlo anch'io? Questa sera voglio eccitarti come forse mai ho fatto…

questa sera voglio farti mio… voglio che tu non possa mai dimenticare questo momento…

a modo mio vuol significare che i nostri anni di matrimonio vissuti tra gioia e dolore,

tra sorrisi e liti, tra amore e forse anche odio non sono da dimenticare.

Capisco che posso sembrarti una pazza, ma non lo sono… sono solo ancora innamorata.

Tante le volte che abbiamo litigato e poi fatto pace amandoci

e mi dicevo che ci voleva poco a farti contento e mi ripromettevo per una prossima volta…

poi il mio carattere infernale, la mia non voglia di fare sesso hanno precipitato tutto.

In certi momenti m’infastidivi… eri sempre protettivo con me…

t’accorgevi subito quando qualcosa non andava…

Anche la tua allegria m’infastidiva…

e m’infastidiva quando mi passavi accanto e mi toccavi il culo o i seni,

quando mi abbracciavi mentre lavavo i piatti baciandomi sul collo.

Si, è vero, mi arrabbiavo, ma poi, quando ero sola nel letto, ci pensavo

e mi faceva piacere quello che avevi fatto e ti desideravo e mi masturbavo…

è vero, potevo chiamarti, so che ti avrei fatto molto piacere,

ma chissà perché mi mancava il coraggio…

sai che sono sempre stata timida.

Ricordo la prima volta che mi hai toccato i seni,

quando le tue mani affusolate hanno accarezzato il mio intimo…

quanta vergogna!

Così continuavo a chiederti cosa pensavi di me, se ti sembravo una “donnaccia”…

non dovevo lasciarmi andare, non dovevo lasciarmi accarezzare.

E rivedo quella sera, in auto… mi hai abbracciata e sussurrandomi “non aver paura”,

impaurita, imbranata stavo per essere tua.

I nostri corpi tremavano, attratti… il cuore fuori posto…stavo per diventare donna.

In quell’istante sentivo che non potevo amarti più di così, non potevo amare nessuno come te…

tu eri il mio uomo.

Ci stringemmo forti come per dimostrare che non ci saremmo mai separati…

tu mi guardavi…sembravi un cerbiatto spaurito…

ricordo che te lo dissi, anche se volevi dimostrarmi di essere forte.

Poi abbiamo guardato le stelle facendo progetti.

Alcune volte, sposati, ti spiavo e ti vedevo masturbare (non lo ammettevi mai) ci rimanevo male

e mi veniva da piangere.

Pensavo di non eccitarti abbastanza, che non contavo nulla per te,

ma poi quando mi cercavi ti rifiutavo pur eccitata.

Troppe volte ti desideravo e ti rifiutavo, contenta di dormire.

Forse avrei avuto bisogno di uno psicologo.

Per te ho versato tante lacrime stupido amore mio.

Anche in questo istante piango. Non riesco a controllami, a fermarmi.

Tu dici che mi prenderò l’esaurimento… ma voglio ritornare a prima…

Di me ti ho dato tutto in tutti i sensi.

Ti ho sempre considerato la mia roccia, il perno, ma ora è troppo tardi per dirtelo.

A questo punto ti chiederai perché ti ho scritto… tu già lo sai… tu caro amore mio mi hai tradita!

Tu hai distrutto il mio cuore, il mio amore, la mia famiglia.

Sai che non sopporto la situazione, sono debole… capisci le mie lacrime?

In questi giorni, tra una lacrima e l’altra, ti cercavo, ti spiavo…

con lo sguardo controllavo ogni tua mossa, ogni tuo passo…

cercavo il tuo corpo che ormai non m’appartiene più.

Si, anche questa sera ti voglio… per rimandare il momento che uscirai dalla mia vita.

Il momento lo sto preparando io… per questa sera…

sono io che ti mando dall’altra, io a spingerti da lei.

So che non andrai a Milano, ma sarai con lei.

Forse avrei dovuto fermare tutto subito, ma volevo averti ancora mio e volevo fossi tu a scegliere…

ora è il momento.

Ho sbagliato con te, sono una nullità, questo lo so. Non sono stata capace di legarti a me.

Sono povera di idee e di spirito… non so discutere, non mi interesso di attualità…

potrei continuare a scrivere pagine su pagine…sono una frana.

Forse anche questo mio scritto non lo capirai, ma non l’ho programmato.

Non lo correggo nemmeno (chissà quanti errori)…

sto solo scrivendoti quello che a voce non riuscirei a dirti.

Ho sofferto tanto quando ho perso il nostro bambino… però c’eri tu…

il dolore lo sopportavo meglio… e mi amavi.

Ora invece sono sola, sola con questo tremendo dolore.

Vorrei confidarmi con nostra figlia,

ma non è giusto che proprio io, sua madre, rovini l’immagine che ha del suo papà…

anche se non ti sei dimostrato tale.

Qualche giorno fa, dopo aver visto un film insieme, le ho chiesto

come si sarebbe comportata in una situazione simile.

Nella sua innocenza mi ha risposto che mi arrabbio troppo e non le va,

ma che non gli vai neppure tu che non ti arrabbi mai.

Ma se sono obbligata a scegliere significa che voi non vi amate,

ma io non voglio scegliere perché voglio bene a tutti e due.

Lei non sapeva che tu avevi già scelto.

Forse non siamo stati neppure dei bravi genitori.

Quante volte scherzando con gli amici sul tradimento affermavo:

“ se capita a me lo ammazzo, lo eviro, gli sputo in faccia, lo picchio…

invece, dopo tante lacrime, mi ritrovo a cercarti, a desiderarti di più

solo perché so che sarà l’ultima volta.

Anzi, faccio l’amore dopo che sei stato con lei… hai il suo profumo… il tuo pensiero è per lei.

Ti guardo negli occhi e mi dicono che ti ho perso.

Io non conto.

Forse sono davvero pazza…non faccio scenate… mi immagini così calma?

Non grido, non sbatto le porte… ti cerco e basta.

Tu che eri così sincero ed onesto… tu hai voluto cedere ad un'altra.

So che lei conta per te.

Forse con lei sarai felice, forse ti darà quello che io non ti ho dato.

E’ bella? Fa bene l’amore? Ha le tue idee? Da quanto la frequenti?

Le dici che l’ami tutte le volte? Quando è stata la prima volta?

No, non voglio parlare di lei, non voglio sprecare le mie parole per lei…

anzi, sai che in questi giorni sono stata io a spingerti tra le sue braccia…

così puoi confrontarci e scegliere.

Ormai non mi resta più niente di te, tranne il ricordo dei momenti felici.

Si, non tutto è stato brutto… anche noi siamo stati felici…

A voce non sarei riuscita a dirti tutto, anche se ancora molto da dirti e non lo faccio.

Ti ho perso!

Ho tentato di farti mio. Volevo fare l’amore fino a mattina…

ma per motivi che tu sai non ci siamo riusciti.

Peccato, avrei voluto lasciarti un ultimo ricordo di me…

non di me stanca, dormigliona con poca voglia di sesso, ma di me nuova, insaziabile del tuo corpo.

E’ strano, vero?

Sono stanca di bugie, stanca di piangere, stanca di sentirmi umiliata

e umiliarmi, stanca d’umiliarmi.

So che per te sarà duro scegliere, ma ti prego: “fallo in fretta!”

Qualsiasi sarà la tua scelta qualcuno soffrirà.

Con lei avrai tanto in comune, ma non rimanere con me per i figli o per le mie lacrime.

Non ce la faccio a continuare.

Ora sei tu a decidere.

Non basterebbe un libro per scriverti tutto quello che avrei e sento di doverti dire,

ma come sai, non sono mai stata brava con le parole.

Queste righe non vogliono interferire con la tua decisione di separarci

che, a malincuore, ho deciso di accettare,

ma voglio che rimangano a te i bei momenti che abbiano vissuti insieme.

E ce ne sono stati tanti, così come sono stati tanti i sacrifici che insieme siamo riusciti a superare.

Ad un certo punto la nostra complicità si è spezzata e non siamo più riusciti a comunicare…

forse per orgoglio o forse per abitudine.

Mi mancherai, mi mancherà tutto di te, il marito, il padre, l’amante (in questo eri super).

Non sono stata capace d’esprimerti i miei sentimenti in un momento che tu ne avevi bisogno

e non mi perdonerò mai per questo, ma sappi che sei stato l’unico mio uomo,

l’unico che ho amato e che continuerò ad amare.

Per questo ti lascio libero di vivere la tua vita.

Anche se non sono riuscita a dimostrartelo, sappi che avevi riconquistata la mia fiducia

e il continuo chiederti era solo per rendermi partecipe della tua vita,

non per ostacolare la tua libertà.

Ora, anche se soffro e tu sai quanto, ti auguro di continuare la tua vita nel migliore dei modi

e voglio dirti che nella donna che hai amato, nella tua famiglia…

 troverai sempre l’appoggio di cui forse hai bisogno.

Ciao. Buon anno.


01/03/2004

 

la vita che continua

- Ciao, come stai?

- Come vuoi che stia!

- Non mi vuoi più bene!

- Io non ti lascio, non ti ho lasciato, non ti lascerò... sei tu che lo fai.

E sai molto bene che io non posso fare nulla per impedirtelo,

salvo che ritornare nel silenzio e lasciarti in pace

- Non ti nego il dialogo.

- E' inutile! Faresti bene a darmi solo silenzio, come hai fatto in questi ultimi mesi,

così non alimenti il mio desiderio.

- Non hai nulla da dirmi?

- No.

- E' importante per me.

- Piove.

- Con gli altri sai parlare... a me offri solo monosillabi e non senso.

- Non faccio altro che darti il quotidiano comune che offro a gente comune:

l'indifferenza, il più o il meno... ognuno si fa la propria vita. Anche tu.

- Perché fai così con me?

- Mi dispiace, per te... ancora provo la gioia di desiderarti, di sognare

ed aspettare che tu ti offri nuda alla mia carezza, all'abbraccio...

così per ora non posso darti l'amicizia che vuoi.

- Perché non provi a chiedermi un incontro?

- Funziona il tuo divieto. Io non posso infrangerlo.

- Mi eviti e va bene, ma perché non parlarmi?

- Dopo tanti mesi di voluta assenza di corpo e parola...

non puoi venirmi a dire che non mi neghi il parlare e chiedermi di parlarti.

Non dici che vuoi un dialogo per conoscerci meglio, per riavvicinarci, per amarci...

se non ci sei è inutile... non credi? Sono deluso.

- Deluso?

- Si, deluso. Mi aspettavo che mi chiamavi in questi giorni, per un abbraccio.

E’ stato invano.

In assenza di comunione, in assenza di speranza,

rinuncio anche ad ogni altra comunicazione.

- Capisco…

- Non avermene se cerco, maldestramente, di riuscire a non amarti,

ma non voglio essere con te l’uomo seduto e tenuto a distanza su un divano…

no, non con te.

- Non mi vuoi capire.

- Forse è vero, forse parliamo oggi due lingue diverse… ma hai scelto tu di non esserci.

Cosa ci unisce? Il desiderio di conoscer se stiamo bene nella nostra nuova vita?

La vera gioia era viverti.

Sai, oggi non ho più nulla da darti, né parole da dirti... così ho deciso...

ho voluto pietrificare nel nulla, l'attesa e la speranza di vivere con te.

Oggi ti lascio alla tua vita.

Sarà la morte fisica, con la fine di tutte le sue possibilità,

il solo giorno che sarà possibile il ritrovarci.

- Hai già dimenticato tutto!

- Ti amo e ti ringrazio per avermi incontrato in questa unica vita.

Non hai trovato in me quello che cercavi, non te ne faccio una colpa,

sapevo di non essere Dio.

Vivendo con me sarei stato tuo amico, tuo complice in questa vita che deve finire,

trovando insieme il modo di viverci di fronte alla realtà che cambia. Ma è finita prima.

- Solo perché ti ho detto di no, che non voglio vivere con te

e non ti ho mai proposto d’incontrarci?

- Tu vivi benissimo da sola.

- E dici di volermi bene!

- Io sono come S. Tommaso... devo toccare per vivere.

Sai, è un peccato vero non fare la comunione tutte le mattine e vivere nell'illusione.

- Non mi ami!

- No, anche se sei stata l'essere che ha detto di no,

anche se ora vivo la nostalgia della nostra realtà perduta, io ti amo e non lo rinnego.

Ti amo, vero, ed è per sempre, ma non lo saprai mai più.

In assenza di comunione, ti offrirò il tuo stesso silenzio, ti nego la parola e l'ascolto.

Voglio smettere di aspettarti nel desiderio, voglio relegarti nel mondo delle apparenze.

Hai vinto tu, hai perso. Fai tu.

- Cosa vuoi?

- Rinuncia al tuo orgoglio e raggiungimi. Io non posso farlo, tu me lo hai impedito.

Sta a te farti vita, ed hai poco tempo.

- Io sono viva.

- Non per me.

- Non commento.

- Maledetta speranza! Perché ti ostini a  vivere ancora in me? Muori!

- Cosa hai detto?

- Niente. Non ho detto niente.

- Qualcosa hai detto.

- Che il tuo tempo è scaduto… che uccido la speranza…

che oggi non hai più la possibilità di vivere con me…

oggi ho chiesto ad altre donne di venire a letto con me.

- In bocca al lupo.

- Neppure di fronte alla provocazione ti smuovi... sei gelida, blasfema.

- Hanno accettato?

- Si, ci sono stato a letto, se è questo che vuoi sapere... una bacia senza problemi...

ha i seni piccoli come i tuoi, ma più pieni,

anche se io preferisco la curva disegnata dai tuoi... ed è più libera nel darsi...

l'altra farebbe qualsiasi cosa... entrambe mi hanno chiesto di restare con loro.

- E questo sarebbe il tuo amore eterno per me?

- Anche se tu l'hai rifiutato, l’amarti resta, è per sempre…

ma non ha più possibilità alcuna di farsi vita in questa forma... tu non vuoi.

Sai, ancora vorrei prenderti per mano e portarti lontano, lontano da te ...

portarti in un cielo dove tu possa vivere tutta la tua capacità d'amare,

la tua voglia d'amare senza paure, senza difese, senza timore che sia dipendenza...

dove continuare anch'io a sentirmi importante

perché anche tu mi sei importante ed indispensabile.

Dove continuare ad essere tutto per te, dove continuare a vivere per te.

Tu sei all'altezza di ogni altro, delle tue sorelle, dei tuoi fratelli, di ogni altra donna...

perché allora non essere indipendente nelle tue scelte?

Mi piace la tua identità, ma non ti sei separata dal passato, ci vivi in simbiosi,

tra accettazione e rifiuto, impedendoti il desiderare in autonomia ed indipendenza.

Sembra quasi che controllare il tuo desiderio, che negare,

reprimere le emozioni ti possano riparare dalle paure, dalle separazioni...

ma è soltanto una illusione.

So che sei abituata a convivere nella solitudine con il dolore, la sofferenza...

so che il tuo più vero dolore è dipendere dall'amare nella paura d'essere inghiottita,

divorata, tradita e poi abbandonata.

Si, ancora non hai superato l'essere separata, l'essere stata abbandonata...

ed hai paura di desiderare, perché desiderare è dipendere...

per questo non vuoi aver nulla da desiderare, nulla da chiedere…

non hai bisogno di niente e di nessuno, basti a te stessa,

in questo hai investito ed investi tutte le tue energie.

Chiusa nel tuo autartico isolamento ti neghi, mettendomi dei paletti

che, sai bene, io non potrò mai superare senza il tuo consenso.

Diffidente non ti fidi, forse per troppo tempo sei stata ingannata.

Così mi hai vomitato in bocca al lupo, per porre un limite al tuo amare,

costringendomi ad ingannarti.

Eppure saresti riuscita a soddisfare tutto il mio desiderio d'amare e di essere amato

perché tu, sei per me, la persona da amare.

Avresti potuto vivere la tua avidità d'amare, con me perché io la desidero da te...

perché desidero amarti... non ti avrei mai tradita, né abbandonata...

nonostante il tuo discorso d'amore senza parole.

- Ho sempre sognato questo giorno...

il giorno che qualcuno mi ha veduta ed amata per come veramente sono,

ma non posso venire con te..

- So... tu vuoi che io muoia. Ti abbraccio nell'addio.

- Capisco... sii felice

- Anche tu.

 

11/10/2004 @...+...

poeta maledetto

 

Non è più, per me, il ritmare sdolcinate canzoni

che dicono di te

sei come la collina in fiore, sei il mare...

no, non sei più, per me, la terra dei poeti

non vedo attraverso te.

 

Io sono un poeta maledetto,

sacrilego, ribelle alla creazione.

 

Sono l'acqua che ti avvolge

il vestito che ti copre, l'aria che respiri

il sangue che scorre nelle vene...

e vorrei ancora di più... esserti cibo divino.

 

Capisci, ora, amore cos'è l'amore...

l'amor che supera la barriera spazio temporale

e tutto conosce.

 

Adesso, svelato il mio sacrilegio, il tradimento,

non essendo io, tu neppure, dio,

abbracciami ancora una volta...

 

chiudi la porta uscendo.

@clown 17/02/2001