indice del sito

 

noi insieme

 

Che te ne fai di tante poetiche preghiere,

di tanto amore esclusivo per te,

 che stupido non muore, e vano ti giunge ogni giorno?

Forse che ancora non ha raggiunto il fondo

dove avremo un giorno divisi letti di pietra,

e quando socchiuderemo la porta a guardare per riunirci,

anche le fiamme saranno spente?

 

La conoscessi la carezza, la sillaba

che ti seduce al si dell'eterna comunione!

Tu che sei bella ed attraente, benché stanca e delusa,

sei facile preda per il sì di una notte,

e fortunato sarà colui che riceverà il tuo amore,

ma felice sarà solo se potrà salutare con te l'ultimo tramonto

uniti nel umano accordo mistico.

 

Oh Clella, io lo vorrei! Io ti vorrei qui distesa nella vita ad amarmi,

sradicati paure e vecchi amori, sola, nuda e senza veli, ad amarti

nel veder riapparire con te l'ultimo giorno, io!

 

E vado chiedendomi perché rinunciare a metà della vita,

perché non restare insieme noi

ed insieme camminare, mangiare, dormire nel letto...

ma quante volte dovrò ancora scuotere le lapidi

prima di vedere di nuovo il sole?

 

Una sera sillabando amore ti convinsi,

una sera insieme e fu musica dolcissima e struggente

che suonava la mia mano, tu abbandonata a dettarmi il suo ritmo,

scivolando sulla tua pelle.

 Bella ti sei mostrata, bellissima nell'abbandono

e senza pudore

ti contemplavo sfrontato e senza disgusto nel tuo corpo schiuso

da profano

ti modellavo con le mie mani

ingordo

riempivo di baci i tuoi seni,

il cervello in fiamme, il cuore gonfio

scivolai mentre lo scoprivo e lo cullavo,

dal mormorio dell'estesa tua pelle

in te

infinito nel finito

ritrovato

che si bagnava del il mio esistere,

di te, della tua bellezza dalla vita ferita

tu

aperta

in un delirio parallelo

noi

senza fatica, con avidità, senza bisogno, uniti

e fu a me fatale sentire in me ed in te

scorrere a fiotti con ritmici singhiozzi

il segreto splendore del essere vivi insieme

che l'estingueva l'infinito

nell'estasi.

tant'è che ho sognato, da te, di ricevere la gioia proibita dell'eterno.

 

Conoscevo, sapevo il rischio ed avrei... avrei potuto,

forse avrei dovuto, voltare la mia testa e non barcollare,

negarti la carezza, negarmi il corpo... ma già io ti amavo.

 

E che importa del passato!

Non sono un pentito, né mi pento, anzi, domani, se vuoi, lo rifacciamo,

anche sempre!

 

Non verrai con me, mai potrai se hai paura,

se sempre con timore apri le tue porte.

Qualsiasi il tuo desiderio, la prospettiva futura che sogni,

la parola che vuoi dire... mai potrai dirmi 

"si voglio stare con te, voglio esser tua in amore,

mai..."

Solo tu puoi.

 

02/03/2005@a

 

Non è la morte fisica la vera morte,

ma la mancata comunione/fusione

nel corpo della risurrezione.

 

Tutti i diritti sono riservati.