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esiti

 

Se ti potessi toccare nuda ogni sera sarebbe più umano,

molto più bello il vivere.

Invece, di te, vuoi lasciarmi soltanto il nome.

Mi hai scacciato troppo presto, cosa consumata

e neppure l'hai vissuta.

Ti amo, ed è indegno sperare la carne viva di prima,

indegno di ritornare a te!?

Perché terrore in te quando saresti accolta con gioia nella vita!?

Perché ti ascolto? Perché ti inseguo, ti cerco,

pur da te ferito a morte?

Te ne vai... ti odo fluire in me, sangue che a fiotti esce

amor mio velenoso, a perderti canuta

bellezza punita.

Ti guardo chiudere gli occhi alla vita,

sei sorda, sei muta, sei lontana, sei come la donna che passa,

e lasci, per una insana paura, arrossare di sangue, la terra.

Guarda!

La luce si fa sempre più nera,

s'avvicina l'ora strana che non esiste il sole,

neppure si vedono le ombre,

 né senti bisbigli.

 

Innocente dell'addio che mi dai,

scivolando nell'acqua nera,

vedrò nella notte la tua bellezza imbiancare sola,

per la tua cecità,

nel rugarsi del cedevole corpo farsi polvere in volo

verso il nulla.

Di te impallidita la salma stringo,

calda ancora,

e tutto mi vacilla...

ma è tutto così bianco qui...

forse che sono già nell'oscuro nulla!?

 

E tu? Tu che vedi?

Domani aprirai gli occhi, e ti vedrò diventarmi ricordo.

Ma, forse poeta, da uomo che ti ama, non posso cantarti la morte.

Scordati pure di noi nel rossore di carni nuove,

nel conturbamento di una sera!

...mi abbatterò meno pensandoti serena o di più.

 

07/03/2005@a

 

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