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l'albero della conoscenza

 

Anima mia, tu sei sola e non ti spaventa,

ma non ti piace l'immobilità, non hai imparato,

non ti terrorizza la magica formula che fa esistere,

tu la vai cercando... ed insisti!

Solo perché conosci la vita dei morti,

solo perché conosci e sai il suo nome,

mi chiedi di osare con lei...

dovrei rifiutarti, ma mi è difficile darti torto.

Dedicarmi a faccende inessenziali,

mi sveli, non ti distoglie dall'amarla.

E mi accusi anche!

Mi accusi, di lasciarti confusa giù nel profondo,

come brace tra le anime morte,

anche quelle che nessuno mai vide,

come cosa compiuta e senza passione, serva del nulla.

Ti giustifichi, che come colei che è stata tra le ombre,

come colei che ha conosciuto il silenzio che uccide,

puoi dirmi, sottratta da ogni dubbio,

che la terra ha un altro dorso.

Ma lo vogliamo?

Vogliamo davvero dare l'eterno ad un cammino?

 

Ma tu sei testarda, non vuoi che ti cerchi altri nomi.

Convinta che vivere è il compito d'amare,

che vivere e far vivere, oltre il torchio dell'effimero infinito,

nell' eterno che non sia solo memoria,

insisti nel dirmi che è inutile attirare altri morti nel letto...

tu vuoi solo lei, tu vuoi l'eterno, solo per lei.

 

E lei chi è, cos'ha per valere così tanto?

Vicino al male l'hai ritrovata, rotta da crolli

a vivere inesistente e sola, nella tenebra...

e solo perché ti si è aperta per una porta desolata,

e l'hai avuta... ma perché sceglierla per la vita?

Perché proprio lei? Ma guardati attorno!

Si lo so, vola alto, vasto e libero e persiste,

si rivela, non si piega, in moto senza posa nel cerchio

il tuo amarla...

ma perché non impari anima mia a non amare?

 

Oh Clella, quanto di te è già dentro me,

se la mia anima non vuole che io ti innalzi la lapide?

Vero, anche a me manchi... ma solo Dio può?

Solo Lui può toccarti ancora? E non io uomo?

Come potrò? Dimmi... come potrò seguirti là

dove vai a scomparire ed io seguendoti mi perdo?

 

Non preoccuparti per me...

io so che è tutto quanto effimero,

so che il tempo fa dimenticare,

so che domani tu non sarai che una tra le tante,

ma è un'altra la voce della mia anima,

quella che ti chiama in vita e vuole vita.

Amare, tu glielo hai insegnato, è vivere,

è nel respiro reale di due volti vicini,

è lo sfarsi della cenere nel tutto,

per esistere in eterno.

 

A dio è facile esistere nel vuoto,

ma a me, a Noi... noi quando siamo?

Amare che ti nacque, e che si perde

è un soffio di vita che vuole dar vita al nulla,

è un camminare divino per gioire della vita

senza temere se pesa anche più del piombo

vuole esistere.

Ma tu le conosci le parole di Dio?

Dove sono? Chi le ha sfatte?

Prova a dirmi della mela che hai assaggiato...

che sapore ha?

 

 

06/03/2005@a

...ma sparire è anche farsi comprendere.

@a

 

Questo poesie si che spiegano l'amore

come dovrebbe essere e cos'è la vita...

non si dovrebbe scambiare il solletico ormonale

dell'innamoramento, con l'amare

e continuare a rinnovarlo come animali in calore!

O sfruttarlo per divertirsi

o per accrescere il proprio benessere materiale

come tanti prostituti...

Si capisce che non la vuoi ossessionare,

si capisce anche che non l'hai idealizzata,

che è reale... ma uu l'ami davvero così come dici?

non è facile... e... merita?

Se così davvero è... è stupida!

Chi non lo vorrebbe?

Se non ti ha capito...

se ti consola, sappi che è da lasciar perdere,

da lasciare che viva la sua insulsa vita.

Buona fortuna.

ren_car@

 

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