MOSCHEA
- Ecco la moschea.
- Perché siamo venute qua?
- Tu sei musulmana. Ti accoglieranno.
- Quando quel vecchio barbuto la smetterà di chiacchierare di Allah e Maometto?
- Zitta. Non dobbiamo destare sospetti.
- Non parla di Dio. Tutti conoscono Dio tranne dove si insegna ad uccidere.
- Entrambe abbiamo conosciuta la violenza che sacrifica i nostri figli. E la mano dell’angelo non ha fermato la mano di chi sgozzava.
- Dicono che finirà.
- Non finirà mai. Quale sarà il Dio vero.
- Un Dio di amore.
- Ne conosci uno?
- Di quale peccato devi chiedere perdono? D’averlo ucciso? Respirava morte e la spargeva. Non meritava di vivere. Per una volta il carnefice è stato vittima.
- Le vittime son sempre le donne.
- Noi siamo il tempio dove l’uomo entra per pregare.
- Io servivo Allah. Ora non m’attendo più nulla. Nessun Dio vale tanto. Anche se ancora mi chiedo cosa Allah voglia da me.
- Credi in Allah?
- Ci credevo. Ma che fanno i suoi? Lui se ne sta seduto sul suo trono.
- Non capisco.
- Non voglio restare qui in questo covo. Portami via con te.
- Aspetta. Si sta avvicinando il vecchio. Sentiamo cosa ha da dirci.
- Allah Akbar
- Allah Akbar. Sono l’imam di questa moschea. Di che avete bisogno?
- Tu conosci Allah?
- Si. Tu?
- Ne ho sentito parlare.
- Ti farà felice.
- E come.
- Abbiamo bisogno di martiri per la nostra causa. Voi mi sembrate perfette.
- Abbiamo sbagliato a venire in questo luogo amica mia. Andiamocene.
- Si. Andiamo via.