MANI PULITE DEL PROFETA

scrittura del corano

- Noi combattenti abbiamo un patto. Ci aiutiamo a vicenda. Ciascuno ha in mano la vita dell'altro. Non si può tradire un compagno.

- Sei sciocca. Non si può tradire che un compagno. Per questo una donna è condannata alla lapidazione, quando finita la passione, il piacere lo cerca in altri uomini.

- Che ne sai tu della violenza, delle atrocità vissute in famiglia? Bisogna averle subite per capire.

- Ma che donna sei, se sapendo questo, vai cercando altrove un dio che penetri il tuo tempio?

- Che vuoi dire?

- Tutti attende, tutti, un proprio destino. Tutti attende la morte per la passione verso qualcuno. Guardati attorno. Che hai visto?

- Ero ancora una bambina. Ancora innocente. Guardavo con grandi occhi innocenti l'amore. Non lo conoscevo. E tu Maometto... tu sai quel che voglio dire.

- Che vuoi dirmi?

- Ricordi quello che mi hai fatto? Ricordi quella sera, io non la dimentico, ero nuda tra le tue braccia mentre scrivevi il corano e mi toccavi i piccoli seni. E cosa ti disse Allah?

- Non l'ho scordato ... oh Allah, il suo sangue ha macchiato il mio letto di nozze.

- Nessuna donna riesce a pensare alla propria figlia piccola tra le mani di un bruto. Uccidono anche per meno.

- Averti era nel mio destino. Ho pregato. Chiesto ad Allah. Poi venne l'arcangelo a dettarmi quel che dovevo fare.

- E Allah sarebbe Dio? Credimi Maometto è stata una fortuna per te che ancora non sapevo nulla della vita e che dalla violenza non ti sia nato un figlio.

- Tu sei soltanto un ombra di nulla. Ancora non conosci nulla della vita. Allah è grande.

- Non sono più una bambina, sono vissuta, ma non sono una donna come le altre.

- Che dici?

- Lascia che ti leghi. Tu la tua parte l'hai già fatta. Ora tocca a me darti piacere.

- Non legarmi troppo stretto. Che mi vuoi fare?

- Tutto non si può dire. Se no che piacere sarebbe?

- Non so.

- Tu hai detto che la vedova non provò piacere a giacere con te. E una uri venne a portarti la bevanda virile. Io dico che la vedova non era capace di dare piacere. Io invece sono il tempio e nel mio tempio l'uomo entra per essere dio. Vieni con me. 

- Dove mi stai conducendo? Slegami le mani.

- Sai che la mia amica è morta. Uccisa per la vostra causa.

- Com'è  stato possibile?

-E' andata cosi. I nemici erano ancora lontani, ma si intravvedevano tra le dune. Sentivo il fruscio dei suoi passi alle spalle. Pensavo a quello che dovevo fare. Pensavo al sangue che avrei versato. Invece, improvvisi, gli spari. Era una missione suicida. Una trappola. La mia amica venne colpita. Mi precipitai su di lei. Qualcuno ci aveva traditi. Forse tu, profeta. Eri il solo a sapere.

- Strane parole escono dalla tua bocca. Quasi non posso crederci. Come posso avervi tradite? Io non vi ho vendute al nemico.

- Solo tu eri al corrente della nostra missione.

- Dicono che cercavi altro.

- Non dovevo nascere. Sono stanca.

- Stai soffrendo molto, vero?

- No. Anche se a volte si pensa di voler morire.

- Ascolta. Stai per morire. Dovrò ucciderti.

- Non mi stupisco. Tutti attende la morte. Ma non ora, non la cerco.

- Cosa credi l'uomo possa conoscere?

-  Cerco il mio passato. Un passato che non conosco. Non conobbi che belve umane. E mia madre non l'ho neppure conosciuta.

- Tutti hanno una madre.

-  L'ho vista irrigidirsi. Morire.

- Il dolore ti stravolge.

- Tu non sai cos'è il morire. Tu non sai il nulla che ci attende.

- Sei diventata un apostata. Meriti di morire.

- Capiscimi, profeta.

- Siamo arrivati. Ecco il campo dove l'abbiamo sepolta. Pur essendo cattolica non vi è neppure una croce. Allah cosa dice?

- Sarà felice. Avrà il suo uomo in paradiso.

- Mi fai ridere, profeta. Sono stanca di parole e di profezie.

- I tuoi occhi son diventati sangue. Vuoi forse uccidermi?

- Si. Voglio combattere con te fino alla morte. Ecco, ora le tue mani sono libere. Combatti.

- Tu sei una donna. Non combatto le donne.

- Però le usi e le uccidi. Fatti sotto.

- Aspetta. Lascia che io preghi per te.

- Fai pure. Aspetto.

- O Allah, accogli questa offerta di latte e miele dolce. Non è più cattiva di noi ed è bella.

- Tu, profeta, hai paura di morire, perché sai che Allah non ti attende .

- Tu sei pazza. Non ci posso credere.

- Capiscimi profeta.

- Come puoi rassegnarti tu che sei la storia, tu che sei la luce del mattino che tutti seguivano?

- Sciocchezze.

- Tu li hai dunque ingannati?

- O profeta, non vuoi dunque capire.

- Un tempo non eri cosi. Non parlavi di vita e di morte. Tu hai veduta la festa. Tu hai goduto degli uomini.

- Cosa abbia goduto è difficile dirlo.

- Senza Allah non saresti nulla.

- L'ho cercato. Invano.

- Un tempo lo pregavi.

- Il tempo passa e si perde la luce. Invocare Allah non serve.

- Dici cose cattive. Parole di morte. Non pensi alla festa che ti attende.

- E tu?

- Dopo averti uccisa tornerò a casa con le mani pulite.

- Fatti sotto. Lascia che Allah ti accolga.

 

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