FATIMA URI DI ALLAH

FATIMA VERGINE DI ALLAH mohavela uri di allah

- Chi siete?

- Io Adamo, lui Abramo.

- Dove sono? Che volete?

-  Ecco, piangi. Cosi almeno ti è più facile. Piangi, non pregare. Non serve. Cosi se ne va la superbia e conosci il vero dolore.

- Lo conosco, il dolore. Ma a che serve?

- Piangi soltanto. Non parlare. Tu non sai nulla. Altro ti attende.

- Non ho più lacrime. Che altro può accadermi?

- Che cosa ti aspetti da Dio? Che Dio conosci?

- Non attendo più nulla.

- Ed allora ascolta.

- Cosa dovrei ascoltare?

- Ti è nato un Dio. Ti ha veduto e gli piaci. Lo chiamano Allah.

- Non lo conosco.

- E' un Dio di gioia. Tanti lo seguono ed acclamano.

- E' potente?

- Uccide ridendo. E tu gli piaci.

- Ma come mi ha vista?

- Chi può dirlo. Non c'è luogo dove non ti possa vedere.

- Quando verrà?

- Cara, io te lo annuncio. Già è venuto. Sei sola e ti aspetta.

- E lui com'è? Molto crudele?

- Tutti i Dio sono crudeli.

- Questo Allah, questo Dio che tu dici, hai detto che uccide ridendo.

- Non tutti uccide. Solo chi gli si oppone. E non è più spietato di altri.

- E' lui che mi ha uccisa?

- No. Altri poteri ti hanno uccisa.

- Se non mi ha protetta mentre lo pregavo non è diverso dagli uomini che mi hanno violentata ed uccisa.

- Lui ti vuole.

- Nessuno vale tanto. Dio dura finché un uomo lo vuole e lo prega. 

- Ecco che arriva.

- Chi arriva?

- Io.

- O tu chi sei? Di dove vieni?

- Da ogni luogo.

- Ma tu non piangi. Non hai nessuno da piangere? Non mi hai ancora detto il tuo nome.

- Io sono Allah.

- Allah. Che vuoi da me?

- Se mi hai pregato già lo sai.

- No che non lo so.

- Vengo a dirti che Muhammad, se ne è andato per sempre. Le braccia aperte è l'ultimo ricordo che gli hai lasciato. Piangi pure.

- Anche te ti hanno ucciso?

- Non si tratta di me. Mi sembri sciocca.

- Senti, Allah. Che tu debba parlarmi non so. Quello che dici è poco ed oscuro. Ti ho pregato, vero. Ma non è servito a nulla.

- Credi a me sciocca donna. Il tuo dolore non è nulla.

- E perché sei qui a dirmelo?

- Perché credi di essere alla mia presenza?

- Non so.

- Togliti il niqab, che io possa vederti nelle tue grazie.

- Non porto mutandine sotto il niqab. Tu lo sai e questo ti solletica.

- Già.

- Non vuoi farlo per me?

- No.

- Tu non sei contenta, ma mi piaci. Sei divertente. Hai splendidi occhi neri. Sarai una delle vergini uri, la più bella del mio paradiso, premio ambito dei miei martiri per la guerra santa.

- No. Mai sarò una tua vergine, la tua uri.  Mai aprirò le mie gambe al loro piacere. Mai li nutrirò al mio seno.

- Ti piacerà.

- Ma tu li conosci gli uomini? Tu sai cosa sono gli uomini? Per loro donne o bestie sono la stessa cosa. 

- Ti piacerà.

- E’ tutto immobile qui. Senza tempo.

- Preferivi quando eri una mortale. lo so. Essere diventata una uri di Allah non ti basta. Eppure sei voluta morire. Perché?

- Non sapevo fosse cosi. Lo credevo diverso il paradiso di Allah. Pensavo fosse un privilegio diventare una delle sue uri.

- Ora lo sai e lo sei. Ma perché hai cercato la morte?

- Non l’ho cercata. Vivevo felice. Ma sono dovuta fuggire.

- Ma perché fuggire? Erano tuoi fratelli.

- Volevo salvarmi. Mi inseguivano, volto coperto ed armi in mano. Uccidevano ridendo.

- E’ possibile questo? Sapevi che a niente si sfugge.

- La nostra vita è nulla. Noi giochiamo a vivere. Ma è un inferno.

 

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adriano53s@hotmail.com