DUE PILOTI OCCIDENTALI

fatima

- Non ti sei mai chiesto perché ci mandano ad ucciderli.

- No. Io ubbidisco.

- Le tue bombe sono andate a segno.

- Queste armi sono formidabili. Perfette. Nessuno può sfuggire.

- Sono degli ingenui. Li ho visti puntare i fucili contro gli aerei e sparare. Che cosa volevano?

- Dare un senso al loro suicidarsi. Raggiungere martiri il paradiso di Allah.

- Almeno questo diluvio di bombe servisse ad insegnargli a vivere la loro miseria. Invece vogliono esser ricchi come noi.

- Strana gente. Vivono la modernità come fosse medioevo. Osano ribellarsi.

- Come dici?

- Occorre insegnare loro come vivere.

- E’ inutile, non rinunceranno mai ad Allah, come noi abbiamo rinunciato al Cristo. Insegnali invece come morire.

- Sta a sentire. Verrà il giorno che ci penseranno da soli, e per loro morire avrà un senso.

- Che vuoi fare?

- Nulla. Vedranno, o forse hanno già visto, qualcosa oltre il loro sangue.  Sai Allah e le cento vergini promesse.

- Sono ridicoli. Maometto, che di donne se ne intendeva, non riusciva a contentarle tutte. Noi ci siamo dati il viagra e ci prendiamo le loro figlie.

- Non scherzare. Questi non sono come noi. Questi sono pazzi e non temono la morte. Sanno che verseranno il loro stesso sangue per la vita eterna.

- Mi domando cosa si dicono di queste bombe.

- Che ne sappiamo? Le prendono. Qualcuno ci spera magari di sopravvivere.

- A quest'ora i fiumi sono pieni di cadaveri e sangue. Cadono ancora bombe dappertutto. La montagna brucia. Anche i topi saranno morti.

- Loro no. Se ne stanno tappati nelle grotte, nei cunicoli come serpi. E si illudono.

- Fin che dura si illudono, ma quando vedranno il giorno e nel giorno le ossa sparse, rimpiangeranno di non essere morti anche loro.

- Bisogna che si parli a quelli rimasti.

- Per che dire? Quando sapranno di essere tutti condannati, vedrai che chineranno la testa.

- Noi che c'entriamo?

- Noi c'entriamo si. Noi portiamo loro, noi parliamo loro di vita in un mondo migliore. Un mondo democratico nel quale sopravvivere.

- Che vita possiamo dar loro? Per loro noi siamo le bestie da macellare. Non sanno che i potenti li vogliono tutti morti, quello sarà il loro unico destino. O obbedienti alle nuove leggi o morti.

- E' comodo. A loro l'obbedienza, a noi la bella vita.

- Non tanto. Ce la siamo sudata.

- Ed a loro gli tocca morire. Tu non hai paura di morire?

- No. Noi siamo al sicuro tra le nuvole. Non possono toccarci. E quando saremo di nuovo a casa ci daranno una medaglia o ci intesteranno una piazza, una strada.

- Io mi chiedo quando ci chiederanno di sganciare un'atomica.

- Se si va avanti cosi, accadrà prima di quanto pensiamo.

- Vorrei essere io a farlo.

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adriano53s@hotmail.com