DUE PILOTI OCCIDENTALI
- Le tue bombe sono andate a segno.
- Queste armi sono formidabili. Perfette. Nessuno può sfuggire.
- Sono degli ingenui. Li ho visti puntare i fucili contro gli aerei e sparare. Che cosa volevano?
- Dare un senso al loro suicidarsi.
- Come dici?
- Occorre insegnare loro come vivere.
- E’ inutile, non rinunceranno mai ad Allah, come noi abbiamo rinunciato al Cristo.
- Sta a sentire. Verrà il giorno che ci penseranno da soli, e per loro morire avrà un senso.
- Che vuoi fare?
- Nulla. Vedranno, o forse hanno già visto, qualcosa oltre il loro sangue.
- Non scherzare. Questi non sono come noi. Questi sono pazzi e non temono la morte. Sanno che verseranno il loro stesso sangue per la vita eterna.
- Mi domando cosa si dicono di queste bombe.
- Che ne sappiamo? Le prendono. Qualcuno ci spera magari di sopravvivere.
- A quest'ora i fiumi sono pieni di cadaveri e sangue. Cadono ancora bombe dappertutto. La montagna brucia. Anche i topi saranno morti.
- Loro no. Se ne stanno tappati nelle grotte, nei cunicoli come serpi. E si illudono.
- Fin che dura si illudono, ma quando vedranno il giorno e nel giorno le ossa sparse, rimpiangeranno di non essere morti anche loro.
- Bisogna che si parli a quelli rimasti.
- Per che dire? Quando sapranno di essere tutti condannati, vedrai che
- Noi che c'entriamo?
- Noi c'entriamo si. Noi portiamo loro, noi parliamo loro di vita in un mondo migliore.
- Che vita possiamo dar loro? Per loro noi siamo le bestie da macellare.
- E' comodo. A loro l'obbedienza, a noi la bella vita.
- Non tanto. Ce la siamo sudata.
- Ed a loro gli tocca morire. Tu non hai paura di morire?
- No. Noi siamo al sicuro tra le nuvole. Non possono toccarci. E quando saremo di nuovo a casa ci daranno una medaglia o ci intesteranno una piazza, una strada.