DUE MUSSULMANI

imam che pregaimam travestito

- Una sera mi descrisse il suo arrivo nel paese, la paura dei compagni di lotta, i poliziotti a presidiare le strade. Mi disse che tutta la notte, lui ed i suoi compagni di martirio, restarono in preghiera distesi sulla spiaggia del mare. Poi, apparso il giorno, lo videro, e, riconoscendolo,  gridarono di gioia.

- Chi videro?

- Allah.

- Bisogna ubbidire ad Allah.

- No, qui Allah non arriva. E' storia antica. Qui, oggi, ci sono altri Dio, altre le leggi. Leggi che da noi non ci sono, e gli uomini li sottomette.

- Da noi non arriva quella legge. Io neppure la conosco. Che m'importa della polizia che vuole ucciderci? Nulla è diverso. Accadeva già nei nostri tirannici paesi. Noi siamo avvezzi a tutto questo.

- Qui, dove sei giunto, le cose sono molto diverse. Qui non ci si ribella.

- E che cosa c'è di diverso?

- Nè Cristo, né Allah governano la storia del mondo. Altre mani, altri poteri tengono il mondo. Ci sono leggi che ...

- Quali leggi?

- Già lo sai. Decidono il tuo vivere, il tuo destino.

- Il mio vivere, il mio destino lo decido io. Questi padroni del mondo possono forse impedirmi di sparare per gioco o di guidare un furgone per seminare morte? Possono forse impedirmi la vendetta?  Sono loro forse più terribili del terrore?

- No, non è questo. Tutto ciò che dici lo puoi fare e molto altro ancora. Ma non potrai salire nel cielo di Allah. Non potrai godere delle vergini.

- Non posso?

- No, non potrai ...

- Hai paura. Non vuoi piu essere un martire? Che vuoi dire?

- Voglio dire che, volendo far questo, faresti invece cose terribili.

- Non capisco. Non mi seguirai in paradiso? Hai paura?

- No, io verrò con te, ti accompagnerò ovunque. Ma non puoi fare nulla contro di loro. Devi chinare la testa. Solamente cosi ti salverai.

- Tu hai paura.

- Ho paura. Vero. Ho visto i compagni esplodere in mille pezzi. Non è servito a nulla. Siamo tutti asserviti ad una mano piu forte. Anche i figli di Allah lo sanno.

- Chi lo dice?

- Non sfidare il potere.  E' la realtà. Ne ho veduti di audaci più di te e di loro.

- Che importa? Me lo hai detto altre volte ... noi siamo i più forti.

- Tu giochi e non conosci la verità, e neppure conosci loro.

- Vorrei conoscerli.

- Tu credi siano giusti ed onesti come noi. Tu credi siano obbedienti  a Cristo o ad Allah, ma ti sbagli. Tu sei giovane, per te non esistono doveri e poteri. Per te la morte è nulla.  Che non esistono mostri, ma compagni. Tu pensi di essere nel gesto che fai, ma per loro il tuo gesto è follia. E non crederti al sicuro. Essi tastano tutto, da lontano, con gli occhi. Quello che tu compi o non compi, quello che dici, che cerchi ... già lo sanno ... e sanno vivere. E se tu li disgusti, se li disturbi con le tue lamentele nel loro modo di vivere ti piombano addosso, e ti danno la morte, quella morte che tu vuoi dare loro e che loro conoscono. Ma non avrai il paradiso di Allah, raccolto i tuoi pezzi rimasti, capito chi sei, ti rivestono con una pelle di maiale e ti manderanno all'inferno.

- Dunque hanno paura ... anche loro possono morire anche se non vogliono. Porterò la loro stessa guerra a casa loro. Vedranno le loro madri, le loro spose, i loro figli morire. Saranno loro ad andare all'inferno.

- Tu credi di essere diverso da loro?  Ma non temere. Nonostante sia tutto inutile starò con te fino alla fine.

- Ora lasciami solo. Vado a pregare.

 

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