DOPO LA BOMBA SGANCIATA DALL'AEREO

bomba

- Allah ti chiede di allevare il figlio, Mohammad. L'ha strappato dalle fiamme. Sono cadute delle bombe intelligenti, sganciate dagli aerei. Fatima, sua madre, ancora bruciava. I capelli avvampavano come paglia ad illuminare la notte, quando l'abbiamo salvato.

- Abramo, mai più la vedremo fra noi.

- Mi vendicherò. Sarò spietato.

- Le tue parole sono sangue, Mohammad.

- Puoi credermi quando ti dico che la piango, come voi, padre, la piangete. Ma perché l'hanno uccisa? Che aveva fatto di male?

- Nulla. Ma non ti pare che il mondo sia migliore tenuto dai nuovi padroni?

- No. Ma sembra che tu sia diventato come uno di loro e li difendi. Tu che hai annunciato Allah. Tu, che un giorno, venuto in Moschea, mi hai dato la mano di tua figlia, ora non fai nulla. Sei capace solo di parlare inutilmente.

- Eppure io amavo Fatima. Ancora la piango e prego Allah per lei. Credi a me. Ogni volta i nuovi padroni devono uccidere distruggere e rifare. Per questo Fatima è morta. Non per Allah.

- E' destino di tutti, morire. Questo che vuoi dire?

- Già. Che altro credi sia la vita di un uomo?

- Ma lei non ritornerà. Mai più.

- Nessuno è ritornato dalla morte.

- Vero.  Nessuno dei morti resuscitati è rimasto sulla terra.

- Allah ti affida un figlio, con gioia. Sa che tu potrai farne un uomo.

- E che gli dico?

- Insegnagli a vivere.

- No.  Dovrei crescerlo in un mondo di carne corrotta. Tu sai già la sorte che lo attende. Essere bruciato come la madre con la prossima bomba.

- Vero. Siamo feroci noi umani. Più delle bestie selvatiche.

- Io mi chiedo fin dove possiamo.

- Chi può dirlo? Da tempo non si vedeva tanto sangue.

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