CAMPO PROFUGHI

paradiso di allah

L'organizzazione.

- Come vittime designate, nude ci avviciniamo rassegnate al destino, consegnando alla terra, al nulla, ciò che rimane di noi. Alle nostre menti si affacciano confusi interrogativi... perché? Perché questa vita organizzata in ogni suo dettaglio? Il morale è a terra. Pensavo di trovare la libertà. Pensavo di trovare una vita che valesse la pena viverla. Parlo con la mia compagna di scuola e di viaggio. Entrambe siamo alla ricerca di una patria e di un lavoro. Siamo qui, in attesa. Ci parliamo. Ci deprimiamo a vicenda raccontandoci paurose notizie. Il professore, insegnante di vita e pc, che ci ha tenuto in piedi, che ci ha coperto di parole inutili, è morto.

- Ne è passato di tempo. Sono giorni, mesi... trascorsi nell'illusione, nell'affannosa ricerca di riconoscere il nostro destino... conoscere la vita, la morte che ci attende.

- Siamo state fortunate a scampare dalla violenza dei mercanti e dalla furia del mare. Oggi ci daranno un lavoro.

- Speriamo che ci prendano per un lavoro, siamo giovani. La possibilità di sopravvivere senza, è minima.

- Lo pensavi cosi questo paese dove siamo giunte?

- Ho studiato in questo paese. Lo credevo più civilizzato. Alla radio ed alla tv tutto sembrava perfetto. Sembrava un luogo dove si poteva vivere in pace.

- Meritocrazia, pari opportunità per un pugno di farina, polvere, cenere.

- Ci credi ancora?

- Tutti, in fede, prestiamo obbedienza.

- Datti da fare, ci dicono. Poche ore, una tregua, il riposo, poi calci e bastonate. Vecchie e ridicole leggi dimenticate pretendono di proteggerci. Magri finiremo, sfiniti dalla fame, dal freddo, dalla disillusione, magri sul posto di lavoro... tutto è stato organizzato per farci sopravvivere, vivere o sparire senza lasciare traccia alcuna, per non provocare reazioni a catena, disordini, insurrezioni, rivolte.

- Già. Accettiamo tutto, perfino quello di andare a puttane o di fare la puttana, a raccattare una palla ... fuori campo. E' un ordine di morte, ma è senz'altro meglio obbedire.

- Ho già svolto lavori saltuari per mantenermi gli studi, l'anticamera del forno.

- So che non è consigliabile ammalarsi, né restare gravide ... non si ammettono ammalati. Chi non lavora deve morire.

- Dobbiamo compilare il curriculum vitae. L'organizzazione ha deciso di prenderci le impronte, di fotografarci tutti, noi ...

- Già, è finita la scuola, finita la preparazione spirituale e fisica. Siamo state considerate mature per essere avviate nei numerosi posti di lavoro disseminati un poco ovunque. Se Dio vuole, quando avremo un lavoro, ci daranno la cittadinanza.

- Abitiamo già la terra. Ma non siamo persone.  Papà e mamma mi sono stati vicini, cercavano di rincuorarmi. Vivevo con loro, ma è servito soltanto a rimandare di qualche tempo. Poi mi hanno convinta ad emigrare. Mi hanno pagato il viaggio.

- Cosi è stato anche per me. Ed oggi siamo qui. Trascorriamo qui, in questo centro di raccolta, disfatte e rassegnate le ore, dal mattino alla sera, ogni giorno. Tanto durano le operazioni burocratiche di selezione per essere prese in carico.

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