APOCALISSE
ADAMO ED EVA
- La terra brucia stanotte. Presto toccherà anche a noi, Adamo, bruciare.
- Morire è il nostro destino, Eva. Allah ci attende.
- Che bisogno ha Allah di bruciare la gente ancora viva? Io non voglio che accada. Capisci? Non voglio.
- Tu non sei Allah, Eva. Subisci il destino e taci.
- No. Non lo sono. Ma non voglio tacere aspettando l'angelo sterminatore.
- A che serve opporci? Questa notte, quando l'angelo avrà terminato il suo compito, saremo alla presenza di Allah.
- Allah, Allah ...
- Ora basta. Accetta la tua sorte. Allah sarà felice di averti.
- Mi domando se è vero che Maometto l'abbia visto, Allah.
- Chi può dirlo? Ma si l'ha veduto.
- Non si aspettava nemmeno che possiamo non credergli. Ne è passato di tempo, e nulla è cambiato. Come si può pretendere di credergli, che quello che ha detto sia tutto vero. Ne hanno inventate di storie gli uomini.
- Già. E' morto e sepolto. Che altro rimane?
- Perlomeno è servito a far crescere la conoscenza che ha portato alla Carta dei diritti dell'uomo. Certo, non era necessario nessun Dio per arrivare a capire questo, che siamo tutti figli della terra.
- La religione è importante all'uomo. Tanti credono.
- Certo. Grazie alle guerre di conquista. Ma non abbiamo imparato nulla. Ancora si uccide.
- Il vivere per morire.
- Non è facile vivere come se quello che raccontano di altri tempi fosse vero. Chi siamo veramente? A cosa pensiamo vivendo?
- Se penso alla gente di un tempo che moriva ed Allah non aveva ancora usato Maometto come sua penna.
- E tu credi alle parole antiche?
- Credo agli uomini che cercavano, non alle apparizioni. Credo agli uomini che non cercavano né il pane né il piacere.
- Che cercavano?
- Di capire la Terra, di capire perché erano al mondo.
- Tu credi sia per questo?
- Forse un tempo. Oggi no. Oggi è il piacere che si cerca. Anche il piacere del dolore.
- Già. E' la nuova religione. Il dio denaro vuole i suoi martiri e le sue conquiste. Vuole portare a tutti gli uomini la nuova fede.
...
- Mi domando se è vero che abbiamo vissuto.
- Chi può dirlo?
- Ma si. Siamo vissuti. Ho dei ricordi.
- Non sei felice qui?
- No.
- A guardarti sei diventata luminosa, più giovane, bellissima.
- E a che serve?
- Quindi non ti basta quel che sei diventata.
- No. Rimpiango la vita di prima.
- Che cos'è mutato di te?
- E' mutato che non vivo. Quel che sono diventata è nulla. Qui è un luogo senza tempo, senza storia.
- Ti lamenti che sei diventata eterna. Perché?
- Tu stesso l'hai detto. Cos'è la vita eterna? Dov'è l'ebrezza del vivere? Il dolore, il piacere? Qui non c'è più alcun ricordo.
- Non rinunci ai tuoi ricordi? Eppure non hai vissuta una bella vita. E, nessuno ha scritto di te. Nulla ti ricorda.
- Rimpiango la mia parte viva. La libertà.
- Quel che è stato, Eva, non sarà mai più.
- Mi chiedo se anche il paradiso di Cristo sia diverso.
- Aspetta Allah e vedrai.
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