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La logica relativa si attua a tutte le conoscenze delle realtà immanenti all’uomo; la logica assoluta al pensiero puro come potenza possibile e a dio come unica realtà ontologica. Parlare allora di evoluzione se ne capisce anche il senso e la direzione.

L’uomo che si scopre autocoscienza di se e pensiero partecipa delle due dimensioni, ma ne è escluso per quanto riguarda la capacità ontologica.

Inutile parlare di corpo e materia, anima e corpo, ecc...l’uomo è innanzi tutto identità personale che “evolve” vive dentro lo spazio tempo alla ricerca del suo valore. L’uomo sarà eterno nel suo essere storia, non necessariamente infinito ed eterno, ma soltanto come possibilità.

Solo dio potrebbe dare questa certezza. Inutile trovare un valore dentro tutte le filosofie che portano all’annullamento dell’identità personale nirvana, spirito universale, brodo primordiale, contemplazione o quanto altro.

La difficoltà dell’uomo non è trovare prove logiche di Dio, ma di dimostrare di fare a meno di dio perché dio lui stesso. La logica dialettica o relativa depongono per il contrario.

La potenza del pensiero è enorme se può arrivare a dare la definizione perfetta dell’infinito: la definizione dell’identità di Dio.

Per quanto riguarda la libertà...l’uomo se creato dal nulla non sarà mai libero nel senso assoluto della parola. La sola libertà assoluta è creatrice dal nulla. Solo dio è libero. E’ solo suo il potere di decidere tra il bene ed il male.

Occorre a mio parere liberare la logica assoluta dagli errori che le derivano assolutizzando lo spazio tempo che sono le categorie basi della logica dialettica, logica relativa dell’essere in evoluzione.

Parlare della prima causa nei termini filosofici conosciuti è abbastanza inutile. Il concetto di causa è criticato e sembra pieno di falle. In fisica alla ricerca delle particelle più elementari si è arrivati alla scoperta che una particella esiste o non esiste e la si trova la dove vuole l’osservatore.

Se si vuole arrivare a sapere se dio è o non è , a mio parere, è necessario usare il metro di giudizio derivato dalla logica.

Credo comunque che la logica usata attualmente contenga un mare di errori dovuti al passaggio di dimensione tra una logica che si occupa del relativo ed una logica che si occupa dell’assoluto. Voglio dire che quando si parla dell’assoluto non si può usare la logica relativa e viceversa. Quello che hai letto è frutto del mio pensiero e non si trova su libri di testo. Per logica relativa intendo tutta la logica, anche la logica matematica, che ragiona in termini dialettici di spazio tempo e che ha come progetto la conoscenza dell’immanente.  

@clown